Politica

Elezioni, di nuovo in corsa anche le liste di Forza Italia e Lega

La Redazione
Il Tar di Bari
Il Tar le riammette a condizione che verifichino «le sottoscrizioni già apposte in relazione all'atto di presentazione della lista ai fini della regolarizzazione delle autenticazioni nel rispetto del principio di territorialità»
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Dopo quello della Nuova Democrazia Cristiana Europea, il Tar Puglia accoglie anche i ricorsi delle liste di Forza Italia e Lega Salvini Puglia e le rimette in corsa nelle elezioni del prossimo 26 maggio.

La decisione dei giudici del tribunale amministrativo regionale, sede di Bari – arrivata a tarda sera – riammette le liste, ma a condizione che verifichino «le sottoscrizioni già apposte in relazione all’atto di presentazione della lista in discussione ai fini della regolarizzazione delle relative autenticazioni nel rispetto del principio di territorialità».

Le due liste, come si ricorderà, erano state ricusate dalla sottocommissione elettorale circondariale di Corato per problemi relativi alla competenza territoriale del funzionario della Corte d’Appello di Bari che aveva autenticato le firme necessarie per presentare le candidature.

In particolare, per Forza Italia «le firme di n. 218 sottoscrittori e di n. 8 candidati “sono state autenticate in Corato da Angela Antonicelli, Funzionario Giudiziario Civile e Penale del Tribunale di Bari e, pertanto, al di fuori della competenza territoriale del funzionario medesimo circoscritta al circondario del Tribunale di Bari, in contrasto con quanto disposto dall’art. 14, commi 1 e 2 della legge 53/1990” con conseguente nullità delle autenticazioni stesse in conformità alle statuizioni dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato n. 22/2013». In particolare «le nullità dell’autenticazione delle firme dei predetti 8 candidati e la conseguente ricusazione delle candidature medesime, pur non determinando la riduzione del numero dei candidati al di sotto di quelli previsti per legge, pari a 16, comporta il mancato raggiungimento della quota minima di genere femminile e, pertanto, l’esclusione della lista».

Per la Lega, invece, «le firme di tutti i sottoscrittori nonché di 23 candidati “sono state autenticate in Corato da Angela Antonicelli, Funzionario Giudiziario Civile e Penale del Tribunale di Bari e, pertanto, al di fuori della competenza territoriale del funzionario medesimo circoscritta al circondario del Tribunale di Bari, in contrasto con quanto disposto dall’art. 14, commi 1 e 2 della legge 53/1990” con conseguente nullità delle autenticazioni stesse in conformità alle statuizioni dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato n. 22/2013».

Nella sentenza di oggi il Tar afferma che «effettivamente, come rilevato dalla Sottocommissione nel caso di specie, l’Adunanza plenaria, interpretando l’art. 14 della legge n. 53/90 su richiamata, ha ritenuto che i pubblici ufficiali siano titolari del potere di autenticare le sottoscrizioni esclusivamente all’interno del territorio di competenza dell’ufficio di cui sono titolari o al quale appartengono; tuttavia lo stesso Consiglio di Stato, con più recente orientamento, ha mitigato gli effetti della pronunzia su riportata, escludendo la cd. pertinenza dei poteri certificativi alla competizione elettorale dell’ente di appartenza del pubblico ufficiale (cfr. tra le tante Sez. III, 16.5.2016, n. 1989)».

Ritenuto quindi che «alla luce della condivisibile -su richiamata- giurisprudenza relativa alla specialità del procedimento elettorale e delle regole che lo governano nonché del principio -di carattere generale- della tassatività delle cause di esclusione invocato da parte ricorrente, vada esclusa la riconducibilità dell’inefficacia dell’autenticazione extra limina alla categoria della nullità; pertanto, ogni altra forma di invalidità/irregolarità sia suscettibile di convalida o regolarizzazione, anche alla luce di un’interpretazione costituzionalmente orientata della normativa che viene qui in considerazione, tenuto conto dell’esigenza di assicurare la più ampia partecipazione alle competizioni elettorali, quale massima espressione del principio democratico che permea dalle fondamenta il nostro sistema istituzionale».

«Ritenuto, pertanto, di poter consentire la verifica delle sottoscrizioni già apposte in relazione all’atto di presentazione della lista in discussione ai fini della regolarizzazione delle relative autenticazioni nel rispetto del principio di territorialità» il tribunale amministrativo regionale per la Puglia, sezione terza, ammette le liste di Forza Italia e Lega alla competizione elettorale «a condizione della preventiva regolarizzazione nei sensi di cui in motivazione».

Lo scenario politico resta quindi invariato, con tutte le 26 liste presentate ammesse alle elezioni.

venerdì 3 Maggio 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 20:22)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

La formula con la quale il Tar riaccoglie i tre Partiti è un limpido esempio di burocratese tutto italiano: la chiarezza espositiva, la linearità d'espressione non sono doti che ci appartengono, ma il contrario, rispecchia il nostro carattere. I tre partiti riammessi danno un senso di assolutamente non richiesto, dalla massa, gusto del “retrò” (F.I. e D.C.E.) e di un po' fuori luogo, geograficamente parlando, presenza (Lega). Parlare dei primi due è del tutto inutile, mentre è interessante osservare il comportamento di Salvini: onnipresente in tv, polemico, non realista, difensore a spada tratta di un sottosegretario inquisito, sobrietà zero, corre il rischio di bruciare tutto il suo castello. La gente vuole miracoli dai politici, e bisogna che essi imparino a farli, per sopravvivere.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

Certo, Rossella. Purtroppo all'impegno non hanno fatto seguito risultati adeguati che servono, altro che no, a valutare le azioni. La pletora di partiti che ha caratterizzato la nostra Repubblica ha portato solamente alla continua ingovernabilità (già si pensa che questo governo debba cadere dopo le europee). Tutto è, fuorché espressione di “libertà”. Cosa è stato fatto per cambiare le cose e quali cose sono state cambiate, “obiettivamente”, in meglio? Dimmele tu. Il fatto è che gli spazi di manovra ormai sono molto ristretti e la buona volontà, che senz'altro alberga in tanti, non è più sufficiente. Anche perché il popolo italiano, o parte di esso, “teme” i grandi cambiamenti. Cordialità.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

Maurizio, in 70 anni di Repubblica si sono susseguiti 65 governi. Con altrettante opposizioni, ci sono state ben 130 compagini pensanti, ognuna delle quali ha creduto di possedere la ricetta giusta per salvare l'Italia. La nostra ancora di salvezza si chiama “Europa”, grazie alla quale non andiamo alla deriva. Ma adesso, più che sopravvivere, non si può. Troppo particolare è il nostro Parlamento, troppo diviso, troppo litigioso, troppo dispettoso, troppo speranzoso, nel caso dell'opposizione di turno, che la maggioranza crolli dal primo giorno. Non importa se dopo vi è il caos, l'incognito, l'incertezza. E' la realtà. Ho cercato, nel mio piccolo, di fare qualcosa per cambiarla, ma sono stato sempre solo. E da solo non posso fare alcunché.