Centrosinistra

Appello unità csx, i firmatari ai candidati: ​«Vi rimettiamo di fronte alle vostre responsabilità»

La Redazione
Elezioni comunali
«Dobbiamo certo segnalare che un'apertura c'è stata. Ma incontreremmo pubblicamente i tre candidati solo tutti insieme. Il tempo c'è. Non può essere un alibi. Il prezzo di due o tre settimane, non vale cinque anni»
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L’appello all’unità del centrosinistra lanciato dieci giorni fa da un gruppo di 45 primi firmatari ha raccolto sinora un migliaio di adesioni tra i cittadini ma, al momento, non è riuscita nell’intento di riunire la coalizione attorno a un unico candidato sindaco al posto dei tre attualmente in corsa. L’appello è infatti stato subito accolto da Paolo Loizzo, ma non sono giunte risposte – perlomeno pubbliche – da Vito Bovino e Corrado De Benedittis. Lunedì scorso la stessa coalizione di Loizzo ha poi fatto sapere che il tempo per aderire alla petizione era scaduto e ha preso atto che «l’appello non è stato recepito dagli altri candidati».

«Per riaprire questo dialogo, avevamo indetto un incontro pubblico con i tre candidati per mercoledì 13 marzo. Ma il tentativo è fallito» scrivono oggi i promotori della petizione. «Evidentemente oggi sono fragili le condizioni per riaprire questo dialogo. Nonostante i diversi atteggiamenti dei candidati, nessuno ci ha realmente incontrati. E nessuno deve provare a strumentalizzarci. Tanto meno, nessuno deve trattarci come capro espiatorio».

Proprio per la giornata di oggi De Benedittis ha annunciato un incontro con i 45 firmatari i quali però, nella nota diffusa questa mattina, pur precisando «che un’apertura c’è stata», si dicono disposti a incontrare «pubblicamente i tre candidati solo tutti insieme». Poi rilanciano: «Vi rimettiamo di fronte alle vostre responsabilità».

Di seguito la nota dei promotori della petizione.

«Quest’esperienza è partita chiedendo ognuno alle persone che gli stavano vicine: “Ma cosa sta succedendo?” Come mai nel tavolo di coalizione si è interrotto un dialogo che oggi offriva una speranza alla città? La speranza di lasciarsi alle spalle tutti questi anni di mal governo. Eppure, “le cose che abbiamo in comune” sono tante.

Ci siamo detti che occorreva condividere questa confusione, oltre che fra noi, anche con tutte le forze in gioco. Ci siamo quindi presi la responsabilità di essere un nuovo interlocutore. Ci siamo presi il rischio di metterci di traverso rispetto ad una divisione che non capiamo. Abbiamo provato ad essere argine contro la fuga dall’unità e ponte per il dialogo.

Per riaprire questo dialogo, avevamo indetto un incontro pubblico con i tre candidati per mercoledì 13 marzo. Ma il tentativo è fallito. Evidentemente oggi sono fragili le condizioni per riaprire questo dialogo. Nonostante i diversi atteggiamenti dei candidati, nessuno ci ha realmente incontrati. E nessuno deve provare a strumentalizzarci. Tanto meno, nessuno deve trattarci come capro espiatorio.

Dobbiamo certo segnalare che un’apertura c’è stata, ma siamo costretti a ribadire con forza che la nostra ragion d’essere gruppo, almeno per ora, è finalizzata all’unità. Quindi incontreremmo pubblicamente i tre candidati solo tutti insieme.

Abbiamo discusso tra noi e riteniamo necessario segnalare a tutti i futuri candidati d’ispirazione progressista qual è il prezzo di questa divisione. A causa della legge elettorale per le elezioni amministrative, se un candidato di quest’area non dovesse raggiungere il turno di ballottaggio, ci sarebbe il rischio che queste forze, non solo perdano, ma non abbiano neanche una rappresentanza in Consiglio Comunale. Scomparirebbero. Scompariremmo.

Vi rimettiamo di fronte alle vostre responsabilità. Vi chiediamo di pensare, di non farvi prendere dalle pressioni. Di non farvi prendere dall’ansia del tempo. Viviamo in un tempo che accelera tutto, dove l’ansia di uscire, l’ansia della comunicazione rischia di sostituirsi al tempo della riflessione e del dialogo. Il tempo c’è. Non può essere un alibi. Il prezzo di due o tre settimane, non vale cinque anni.

Non sappiamo se il “tempo” ci darà qualche risultato, ma rivendichiamo con forza il fatto di averci provato in tutti i modi, con determinazione e coraggio. Sottolineiamo il coraggio di quei 45 firmatari che ci hanno messo la faccia senza esitare. Ma anche delle mille persone che, firmando, hanno voluto dire la loro. Abbiamo innescato una miccia. Abbiamo innescato un desiderio di mobilitazione e partecipazione. “Del resto il valore di una battaglia non si giudica dall’esito” (Q – Luther Blisset/Wu Ming)».

mercoledì 13 Marzo 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 23:38)

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Gaetano Bucci
Gaetano Bucci
5 anni fa

Mai vista una petizione popolare per indurre alle primarie, pratica interna al PD, che al momento non solo non ha un suo candidato sindaco ma non è affatto presente nel dibattito pre-elettorale. I partiti progressisti nazionali a Corato sono praticamente morti. Vorrebbero risuscitarsi con forze altrui, mentre avrebbero dovuto già da tempo azzerare i loro vertici.
Il civismo politico è la conseguenza di una sinistra disorientata in molti punti ideali e programmatici e incapace di autocritica.

un cittadino
un cittadino
5 anni fa

…”progressista” mi sembra un aggettivo alquanto ottimistico ed autoreferente. Il manicheismo (da una parte solo i buoni, dall'altra solo i cattivi) ha sempre nuociuto, specie in politica…

Lucia dell Aglio
Lucia dell Aglio
5 anni fa

Piu che un appello al dialogo e all'unità a me pare un diktat, uno specchietto per le allodole, un voler far credere, se non quasi imporre, che questa sia l'unica soluzione possibile e vera.
Ma ripeto….è una mia impressione!

carlo mazzilli
carlo mazzilli
5 anni fa

veeeng'anch'io? no tu no ! veeeng'anch'io? no tu no! eeeeveng'anch'io??? non tu no! ma pecchè? pecchè no!!!