L'intervista

Il commissario Rossana Riflesso: «Con me la città non si ferma»

Giuseppe Cantatore
Giuseppe Cantatore
Il commissario prefettizio
Traghettatore, ma non troppo. Tra i primi atti lo stop alle deroghe per l'utilizzo del palazzetto e del campo sportivo e il ricorso su Palazzo Gioia. E nel mirino c'è anche la liquidazione della Sanb
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Poco tempo, ma grandi poteri. Il commissario straordinario, Rossana Riflesso, ha ricevuto ufficialmente l’incarico di amministrare Corato l’11 ottobre scorso dal prefetto di Bari Marilisa Magno. Con lei anche i tre sub commissari Cristina Buonvino, Vincenzo Raimo e Gianni Squicciarini.

Il suo compito è quello di prendere per mano la città e condurla sino alle elezioni della prossima primavera, potendo contare sui poteri di sindaco, giunta e consiglio comunale. In queste prime settimane di lavoro, il vice prefetto sta prendendo confidenza con il territorio che dovrà amministrare fino a maggio. Ma ha già portato a termine i primi atti. E altri sono già in agenda.

Non è la prima volta che ricopre questo ruolo, avendolo svolto anche in altre città. Da dove inizia il lavoro di un commissario straordinario che arriva in un Comune in maniera più o meno improvvisa?
Ho iniziato incontrando il sindaco uscente che, in occasione del passaggio di cassa fatto pochi giorni dopo l’insediamento, mi ha rappresentato la situazione del Comune secondo il suo punto di vista. Mi ha parlato delle iniziative in atto, di quelle che avrebbe voluto avviare e di quelle che per lui sono le priorità della comunità. Subito dopo ho iniziato ad ascoltare le forze politiche: sinora ne ho incontrate cinque, ma le sentirò tutte, nessuna esclusa, per capire anche da loro quali sono i temi più importanti per la città.

A Corato che situazione ha trovato?
Siamo ovviamente solo all’inizio e la visione è parziale. Ma percepisco una situazione molto tranquilla dal punto di vista finanziario. Anche le forze politiche sinora incontrate mi sembrano tutte molto legate alla città. Non vedo situazioni preoccupanti che di solito si notano sin da subito. Una problematica che salta agli occhi, però, è quella relativa all’esiguo numero di dipendenti comunali.

Crede ci siano i tempi per intervenire in qualche maniera?
Qualcosa forse si potrà fare, ma non credo molto, sia per questioni di bilancio che per la complessità delle procedure di legge.

A un sindaco appena eletto di solito si chiede quali saranno i provvedimenti da approvare nei primi cento giorni di governo. Lei che in tutto ne avrà a disposizione poco più di duecento, ha già un’idea di quello che vorrà e potrà realizzare?
Sette mesi sono un periodo a volte appena sufficiente per capire certe cose. Non potrò quindi fare stravolgimenti. Sto iniziando dall’ordinario. Poi, a seconda della situazione, si potrebbero riuscire a fare anche cose più complesse. Tante volte ci si trova ad affrontare anche vecchie questioni che si trascinano da anni e magari si riesce anche a fornire un buon impulso per risolverle.

Tra i primi atti del suo commissariamento c’è quello che riguarda la spinosa vicenda di Palazzo Gioia. Nei mesi scorsi – lo ricordiamo – il Consiglio di Stato ha stabilito che l’immobile dovesse tornare di proprietà del privato che l’aveva acquistato. La risposta del Comune, dopo aver chiesto un parere legale, è stata quella di proporre ricorso alla Suprema Corte di Cassazione.
È una questione molto complessa. Ho comunque avallato il provvedimento in cui si propone ricorso basandomi proprio su quanto scritto dall’avvocato Angelo Clarizia che ritengo abbia dato un parere conforme alla realtà. Mi riservo comunque di approfondire la vicenda insieme a qualche altra problematica datata.

Per esempio?
La liquidazione della Sanb (la società Servizi Ambientali Nord Barese costituita nel 2014 per gestire il ciclo dei rifiuti nei comuni dell’aro Bari 1, ma sinora mai operativa, ndr). Penso che questa vicenda si concluderà con me, in un senso o nell’altro, perché i tempi sono molto risicati. È un obiettivo che mi sono data, pur non essendo questa una tematica di ordinaria amministrazione. L’altra questione che ho iniziato ad affrontare è quella relativa alla agibilità del palazzetto dello sport e del campo sportivo. Solleverò critiche, ma non intendo più proseguire sulla strada delle continue deroghe: ad un certo punto bisogna dire basta. Il mio obiettivo è disporre interventi che possano garantire la sicurezza.

Quando l’amministrazione era ancora in balìa della crisi politica, alcuni mettevano in guardia la città dall’arrivo del commissario prefettizio affermando che la città si sarebbe fermata. È davvero così?
Proprio non è vero che si blocca tutto, anzi. Spesso le cose vanno straordinariamente più veloci perché il commissario non deve sentire il consiglio comunale o la giunta e decide per conto suo, nel bene e nel male. Spesso il commissario diventa spesso il facile bersaglio, anche sotto campagna elettorale, di recriminazioni varie e cose non fatte. Ma c’è da dire che, com’è ovvio e anche giusto, l’attività svolta dai politici è costantemente pubblicizzata, mentre i commissari lavorano silenziosamente. Per questo molto spesso i cittadini non vengono neppure a sapere ciò che viene effettivamente realizzato. Quindi rassicuro la città: ciò che in questo arco di tempo potrà essere fatto, verrà fatto.

È un vantaggio lavorare senza seguire i parametri della politica e senza avere l’assillo del consenso popolare?
Certo. Due sole cose ci guidano: le leggi e il bene della città. Facciamo le cose che si possono fare nei modi in cui si devono fare. Tra le altre cose, in genere i commissari cercano di ridurre le partecipazioni a eventi pubblici che non hanno un carattere strettamente istituzionale. Non perché siamo snob o perché pensiamo che non siano cose importanti, ma perché crediamo che il nostro sia un ruolo più riservato. Cerchiamo poi di contenere le spese, ridimensionando per esempio tutti quei contributi che possono essere elargiti con una maggiore generosità durante il mandato dei sindaci, riservandoli per cose veramente importanti. Se l’aspetto festoso di una città è considerato la faccia dell’impegno, allora qualcuno potrebbe anche avere la percezione che si blocchi tutto. Ma in realtà non è così.

Ha istituito dei giorni e degli orari dedicati a ricevere i cittadini? Ne ha già ricevuti alcuni? Cosa le stanno chiedendo?
Vengo a Corato il martedì e il giovedì di ogni settimana. Ma il Comune non è mai scoperto: ogni giorno sono qui i miei tre colleghi sub commissari. Per ora la segreteria riceve tutte le richieste di incontro: alcune le tengo per me, altre le assegno ai colleghi. Ma ogni giorno riceviamo qualcuno. Se invece si tratta di questioni meramente amministrative, rimandiamo le persone direttamente agli uffici preposti.

venerdì 2 Novembre 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 5:42)

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MB
MB
5 anni fa

La signora Riflesso è sicuramente determinata nell'agire e assolutamente capace…di gestire la situazione della città. ..molto chiara…e soprattutto concreta…come dovrebbe essere un sindaco. …
Essere esentati dagli inutili tagli dei nastri…è un vantaggio ed ogni sindaco eletto dovrebbe spogliarsi di qualsiasi colore politico e lavorare per il bene delle città e non essere ostaggio delle parti politiche. …

Ant
Ant
5 anni fa

PROCEDIAMO CON IL PRUACS RIONE BELVEDERE, ORA PIÙ CHE MAI.
GRAZIE.

Stefan Santarella
Stefan Santarella
5 anni fa

Forse ci vorrebbe il commissario prefettizio che non ha nulla da spartire con nessuno ma agisce in nome della ragione, della lealtà e della legge, alle prossime elezioni..di sicuro farebbe meglio di politici che promettono e non mantengono, per non parlare dei favoritismi e privilegi, e di blocchi ingiustificati…

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

La politica prevista dalla nostra Costituzione, e cioè dialettica costruttiva tra parti di diversa opinione, si è risolta in un completo fallimento, perché esasperatamente “teorica” ed ottimistica. Talvolta, o sempre, occorre una sola figura che decida. Il problema è quello di saper “scegliere”, tale figura, dato che il pericolo di autocrazia è sempre in agguato. Ma, d'altro canto, con questo timore, lo stallo o la lentezza istituzionali ci perseguitano sempre.