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Casa-museo di Luisa Piccarreta: il restauro ammissibile a finanziamento regionale per un milione

La Redazione
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Il progetto, proposto dall'associazione Luisa Piccarreta - Piccoli Figli della Divina Volontà, riguarda il restauro integrato della casa-museo di Luisa e l'allestimento di un laboratorio divulgativo e innovativo
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È stata pubblicata, sul sito della Regione Puglia, la graduatoria dei soggetti ammissibili che hanno fatto domanda di partecipazione all’Avviso per la valorizzazione e la fruizione dei Beni ecclesiastici.

Sono 48, di cui 18 in provincia di Bari. Tra questi c’è anche il progetto proposto dall’associazione Luisa Piccarreta – Piccoli Figli della Divina Volontà, relativo al restauro integrato della casa-museo di Luisa, con allestimento di un laboratorio divulgativo e innovativo. L’importo complessivo dell’intervento – che corrisponde all’importo ammissibile a finanziamento – è di un milione di euro.

Lo scorso anno l’associazione presieduta da Enza Arbore aveva lanciato un appello per raccogliere fondi da destinare al restauro della casa di Luisa, nel frattempo diventata bene di interesse storico artistico dal Ministero.

Tra gli interventi da effettuare compaiono il consolidamento delle lesioni sui muri portanti, la ristrutturazione del sotterraneo, l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’installazione di un ascensore, la costruzione di servizi igienici per i pellegrini, spazi di incontro e meditazione, uffici per tenere i contatti dei gruppi nel mondo. Poi il miglioramento dello spazio espositivo di oggetti e suppellettili, la collocazione dell’archivio documentale e l’adeguamento degli impianti di riscaldamento, idrici, elettrici e di sicurezza.

La casa. Ubicata nell’omonima via al civico 27, è stata abitata da Luisa tra il 1893 e il 1928, quando Luisa fu trasferita nella casa delle suore della “Congregazione del Divino Zelo”. Visitata spesso da esponenti di spicco del mondo ecclesiastico, fu anche raggiunta da Padre Annibale Maria di Francia. Oggi è luogo di ritrovo di numerosi visitatori e museo dove sono esposti i tanti oggetti legati a Luisa.

L’avviso – che prevedeva inizialmente una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro e poi è stato implementato, lo scorso 6 luglio, a 40 milioni – era rivolto agli Enti ecclesiastici, appartenenti a qualunque confessione religiosa, con l’obiettivo di sostenere interventi per il recupero e la funzionalizzazione di infrastrutture materiali del patrimonio, nel rispetto dello sviluppo ambientale e sostenibile, e il potenziamento dell’offerta di servizi culturali, attraverso la realizzazione di laboratori, l’adeguamento tecnologico, la creazione di strutture di servizio per la fruizione dei beni destinate alle collettività locali e ai turisti.

«Abbiamo lavorato per recuperare ulteriori risorse – ha detto Loredana Capone. La partecipazione era troppo significativa per non tenerne conto. Questo vuol dire che il messaggio è arrivato forte e chiaro e che la Puglia ha riconosciuto nei beni ecclesiastici un’opportunità per tutti. Perché al di là della personale inclinazione religiosa il patrimonio ecclesiastico è a tutti gli effetti patrimonio culturale pubblico. Non era un bando semplice, per candidarsi occorreva presentare un progetto di fruizione adeguandosi a precisi standard europei. Per questo, d’intesa con gli uffici regionali, abbiamo promosso incontri su tutti i territori. Abbiamo incontrato vescovi, progettisti e operatori, riscontrando grande collaborazione, competenza, entusiasmo, e questi, oggi, sono i risultati

Uno degli strumenti più significativi della strategia SMART IN – ha aggiunto – per il quale ci siamo spesi con la Commissione europea chiedendo la modifica del regolamento che escludeva il patrimonio ecclesiastico dai finanziamenti per il restauro e la valorizzazione degli immobili culturali. E la nostra proposta è stata accettata. Un patrimonio vissuto – ha concluso l’assessore – si degrada meno e assolve alla funzione di creare capitale culturale, promuovere inclusione, integrazione, valorizzazione. E questo vale per le biblioteche, i teatri, i musei, i cinema, e vale anche per i beni ecclesiastici che con le competenze e i talenti di tanti giovani professionisti del settore possono arricchire la conoscenza e la consapevolezza di cittadini e turisti visitatori».

venerdì 10 Luglio 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 1:10)

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antonio musci
AM
3 anni fa

Soldi buttati, c'è tanta gente povera che ne avrebbe bisogno

Io pago
Io pago
3 anni fa

Le spese le paghiamo noi cittadini ma gli introiti sono per la chiesa e associati. È pazzesco dilapidare i soldi pubblici.

Aldo F.
Aldo F.
3 anni fa

Ok ai lavori, ci son turisti che arrivano a Corato per questo motivo. Il mio dubbio era sul fatto di pavimentare in oro tutto? Ci vuole 1 milione di euro per fare quei lavori?