Il fascino e la suggestione. Ma anche la sorpresa nel toccare con mano l’esistenza, proprio sotto i nostri piedi, di un sistema di gallerie davvero complesso e “lungimirante” che interseca le strade principali di Corato.
Siamo scesi con la telecamera nei famigerati cunicoli che, secondo la tradizione popolare, servivano per mettere in comunicazione i conventi della città. E che invece costituiscono un’antica rete di smaltimento delle acque pluviali.
“Armati” di caschetto, tuta, torcia e stivali, ci siamo calati attraverso il tombino che si trova su corso Cavour, tra via San Benedetto e via Aldo Moro.
A pochi metri di profondità si sono subito spalancate le porte di una galleria. Poi di un’altra e di un’altra ancora, facendo sembrare i cunicoli sotterranei molto simili alle strade della città. Con tanto di curve e bivi, viali e traverse, salite e discese.
Camminando sotto il basolato del corso, abbiamo lambito la “montagnola”, il vecchio liceo e la parrocchia Santa Maria Greca, fino ad arrivare nei pressi di via Duomo.
Un percorso realizzato tra il 1877 e i primi anni dell’epoca fascista, scavato nella roccia e intonacato, forse sfruttando dei cunicoli preesistenti. Da allora, per quasi un secolo nessuno ci ha mai messo piede. Fino a due anni fa, quando il cedimento di una parte della pavimentazione a ridosso del centro storico ne ha svelato l’esistenza.
A parte gli speleologi che nel 2016 hanno esplorato le gallerie, ieri per la prima volta un gruppo di cittadini è potuto scendere nella Corato sotterranea e guardarla da vicino grazie al progetto regionale “Archeotour”, curato da Vivarch e dal centro studi ambientali “Terrae” di cui Corato è Comune capofila.
Le esplorazioni, guidate dallo speleologo Mimmo Lorusso e dai suoi collaboratori, continuano anche questa mattina.
Intanto, potrete scendere con noi nei cunicoli grazie alle immagini del video.
Servizio interessante. Sarebbe però più opportuno, nel caso di prossime riprese, far vedere solo tutto ciò che sta intorno, e non quasi sempre il volto della persona che spiega, di cui basterebbe sentire solo la voce.
Bel posto per la cena in bianco