La testimonianza

Positivi in 15 dopo tampone rapido, ma per la Asl sono invisibili: «Vorremmo sapere cosa fare»

La Redazione
Postazione drive through
Parla Gabriele, il primo a risultare positivo al test: «Abbiamo fatto le segnalazioni e ci siamo isolati, ma finora nessuno si è fatto vivo»
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L’aveva detto già a metà ottobre il governatore della Puglia, Emiliano, a “L’aria che tira” su La7: «Non siamo più in grado di tracciare i nuovi positivi con il contact tracing». Poi l’ha confermato recentemente il presidente dell’ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli. Il sistema di tracciamento della Asl è in forte affanno ed è diventato impossibile stare dietro a tutte le segnalazioni che arrivano dai medici di base e dalle autodenunce online.

Gabriele, 21 anni, è finito nel gravoso limbo di chi è sicuro di aver contratto il virus, ma non è stato contattato dalla Asl. Una terra di mezzo nella quale l’unica soluzione è avere buonsenso, isolarsi e sperare di avere informazioni chiare il prima possibile.

«Finora non ho ricevuto nessuna chiamata nonostante le tante sollecitazioni e sono passate quasi due settimane dai primi sintomi. Io voglio essere sicuro di non infettare chi vive con me e poter tornare a lavoro in sicurezza. Come me, anche i miei amici risultati positivi dal test rapido».

Sì, perché oltre a Gabriele anche 15 tra amici di comitiva e alcuni loro parenti sospettano fortemente di essere stati contagiati dopo aver effettuato privatamente il test rapido. Soltanto uno di loro è riuscito a sottoporsi a tampone molecolare, venerdì scorso. Gli altri non hanno avuto nessun contatto con la Asl, nonostante le segnalazioni dei medici curanti, email e chiamate di sollecito.

Partiamo dall’inizio. Il 30 ottobre Gabriele inizia ad avere i primi sintomi. Ha la febbre. «Non stavo bene già dal giorno prima. – racconta il ragazzo – Allora ho subito avvisato le persone più vicine e mi sono auto isolato, in attesa di capirne di più. La mattina seguente la febbre si è alzata, ho chiamato il medico curante che mi ha consigliato di fare un tampone privatamente. Intanto sia io che i miei amici siamo rimasti a casa».

Il lunedì seguente, 2 novembre, effettua il tampone rapido in un laboratorio analisi della città e risulta positivo al Coronavirus. «Immediatamente ho allertato il mio medico che ha effettuato la segnalazione all’Asl. Ho dato la notizia ai miei amici che, con le famiglie, hanno provveduto a prenotare tamponi privati. Due di loro mi hanno detto di aver avuto la febbre domenica».

Arrivano i risultati dei tamponi: 8 dei suoi compagni sono positivi così come alcuni tra genitori, fratelli e sorelle. Un vero e proprio cluster. Gabriele si arma di telefono e inizia a chiamare, ad oltranza, tutti i numeri a disposizione.

«Ho contattato l’ufficio igiene di Corato, il centro Asl di Molfetta, il numero verde regionale. Gli operatori di quest’ultimo mi hanno girato il numero del Cup dell’oncologico di Bari. Loro mi hanno confermato la presa in carico della segnalazione ma non hanno potuto fare di più. Contestualmente ho inviato anche tre mail all’Asl ma non ho ricevuto risposta».

L’odissea, a distanza di 10 giorni dall’esito del test rapido e dalla segnalazione del suo medico di famiglia, non si è ancora risolta. Intanto l’unico ragazzo che è riuscito a fare il tampone presso il drive through di Giovinazzo, è risultato positivo domenica entrando, così, nel sistema dell’Asl che riconosce come validi i soli tamponi molecolari. Verosimilmente per lui scatterà il contact tracing anche se, a distanza di tre giorni, non si è fatto vivo nessuno.

Grazie al tracciamento potrebbero venire a galla le sospette positività e si dirimerebbero i dubbi di tutte quelle famiglie che continuano ad aspettare, isolate, nel limbo.

Intanto arriva un aggiornamento sulla storia delle due persone positive e sintomatiche (di cui una paziente oncologica) più volte segnalate senza alcuna risposta da parte della Asl, di cui vi abbiamo parlato la scorsa settimana.

«Ad oggi segnaliamo ancora nessun contatto dalla Asl, neppure per il dovuto tampone di controllo necessario per poter rientrare al lavoro» segnala la coppia.

giovedì 12 Novembre 2020

(modifica il 20 Luglio 2022, 18:26)

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Mar
Mar
3 anni fa

Ecco perche i contagi aumentano perche le prassi di fare troppo lunghe e intanto il virus colpisce bravi agli enti competenti

Antonia Piccarreta
Antonia Piccarreta
3 anni fa

Stessa cosa è capitato ad una famiglia è per colpa loro uno dei componenti è stato in rianimazione per circa 10 giorni ed ora è in terapia intensiva, l'altro componente invece in terapia intesiva

Katia Miscioscia
Katia Miscioscia
3 anni fa

Purtroppo non è l'unico. Sto aspettando anch'io

Costantino
Costantino
3 anni fa

Oramai la cosa è sfuggita di mano .

Giuseppe D
Giuseppe D
3 anni fa

Buonasera anche noi nella stessa situazione… Dal 26-10 in quarantena x aver fatto tampone privato da onesti cittadini. Segnalati dal medico di base ma lasciati soli senza che nessuno della ASL ci abbia contattato.. Ma il comune è la ASL locola cosa aspetta che perdiamo testa e lavoro?