Attualità

Campanile di San Benedetto: pronto il progetto di ristrutturazione, ma mancano i fondi

La Redazione
Campanile di San Benedetto: pronto il progetto di ristrutturazione
In cosa consiste l'opera di ristrutturazione? A rispondere è l'architetto Rosalia Loiodice che si sta occupando del progetto, su indicazione della Curia di Trani
5 commenti 1392

Svetta nella stradina del centro storico che dà il benvenuto a chi arriva da Trani, racconta una Corato che (forse) non c’è più, “urla” nel silenzio il suo bisogno di cure. È il campanile della chiesa di San Benedetto.

Sono passati esattamente undici mesi da quanto è stato necessario “imbracarlo”. Il primo settembre del 2018 una lastra in pietra si staccò dall’antico edificio e cadde sulla strada, fortunatamente senza creare danni a persone o cose. I vigili del fuoco certificarono l’assenza del pericolo di crollo ma anche la necessità di effettuare delle opere di manutenzione per mettere in sicurezza la struttura.

Da quel momento solo una piccola parte dei lavori necessari sono stati effettuati. «Per il completamento aspettiamo un finanziamento stanziato dall’8 per mille e dedicato ai campanili» fa sapere don Sergio Pellegrini. L’importo dei lavori si aggira intorno al mezzo milione di euro, un impegno economico non trascurabile.

Intanto però i commercianti che vivono via San Benedetto, lamentano i disagi. «Non è proprio un bel vedere – dicono in coro – tra la sporcizia e quelle impalcature l’impatto per gli avventori (a ridosso ci sono una pizzeria, un ristorante e un barbiere ndr) non è dei migliori». Sulla scalinata un guanto da operaio. È lì da settembre scorso. «È una sorta di promemoria – spiega Mariano Como, titolare del ristorante che affaccia a pochi passi dall’ingresso della chiesa – fin quando sarà lì vuol dire che nulla è stato fatto. Questo campanile per chi vive il centro storico è molto importante. Quando dovevo spiegare ai clienti che venivano da fuori dov’è il ristorante dicevo sempre di prendere come punto di riferimento il campanile».

In cosa consiste l’opera di ristrutturazione? A rispondere è l’architetto Rosalia Loiodice che si sta occupando del progetto, su indicazione della Curia di Trani.
«Il prossimo intervento di restauro restituirà alla città di Corato uno dei monumenti più belli del barocco locale. L’accelerazione prospettica della facciata determinata dall’allargamento e dalla pendenza della strada verso lo stradone, la serrata sequenza di archi del loggiato e l’elegante campanile, per chi arriva da Trani rappresentano una “ideale” porta di accesso al nucleo antico.

Il progetto riguarda il restauro, consolidamento e risanamento conservativo del campanile, della facciata con il loggiato e delle coperture. In futuro si passerà al restauro delle superfici interne della chiesa, degli stucchi, degli altari, del matroneo con le grate lignee, e a tutte le opere necessarie all’adeguamento liturgico».

Quali fasi prevede il progetto?
«Per il restauro della facciata e del campanile la prima fase di intervento riguarderà il preconsolidamento di tutte le superfici in tufo e pietra che presentano sconnessioni, con interventi puntuali sulle superfici fortemente disgregate. Si procederà con il consolidamento e la rigenerazione delle malte che costituiscono il nucleo delle apparecchiature murarie, ma anche del campanile, al restauro e/o integrazione delle parti ammalorate. Solo dopo si potrà effettuare la pulitura e il restauro delle superfici.

L’intervento sulle coperture piane del loggiato e dell’aula liturgica riguarderà la rimozione delle pavimentazioni, lo svuotamento dei rinfianchi, il consolidamento della volta dall’estradosso, il massetto a pendio volto alla ridefinizione del percorso delle acque meteoriche, impermeabilizzazione e pavimentazione».

Quali sono i tempi necessari per la realizzazione dei lavori?
«Considerata la complessità degli interventi e la sovrapposizione delle molteplici lavorazioni non è possibile definire con precisione la durata di ciascuna fase. I tempi dipendono anche e soprattutto dalla disponibilità economica della committenza. Comunque si prevedono non meno di 18-24 mesi dall’inizio dei lavori».

Quali sono gli elementi che connotano il valore storico-artistico dell’edificio?
«La chiesa di san Benedetto e l’annesso monastero risalgono al XVII secolo. Le attuali fabbriche ricalcano quelle di una precedente struttura religiosa intitolata a Santa Maria dell’Annunziata, monastero femminile di osservanza benedettina presente già alla fine del 1400. Queste monache erano presenti a Corato sin dal XIII secolo, nel vicino complesso, fuori dalle mura cittadine, di Santa Maria Vetere (oggi San Domenico). Per motivi di sicurezza decisero di trasferirsi all’interno del nucleo urbano posto a ridosso delle mura.

Nel 1615, il vescovo Alvarez e il Sindaco dell’Università di Corato ritennero opportuno ingrandire il complesso delle benedettine e realizzare una nuova porta di accesso alla città. La nuova porta, detta Alvarez e meglio conosciuta come Porta delle Monache venne eretta nel 1625. La chiesa assunse le dimensioni e l’assetto attuale nel 1627, data riportata sull’architrave del portale d’ingresso della chiesa.

Il progetto fu realizzato sul suolo dell’Abbazia di Sant’Antonio di Vienna di proprietà della famiglia Patrono. La facciata in bugnato rustico, prospiciente via san Benedetto, è parallela all’asse (nord-sud) longitudinale della chiesa. Il portale, a sud, in direzione di via Monte di Pietà, è l’unica bucatura della parte basamentale. La zona superiore della facciata fu modificata e ampliata durante il XVIII secolo. Probabilmente in seguito ai danni causati dal susseguirsi di terremoti tra il 1731 e il 1743. Fu innalzata la facciata fino al cornicione e ampliate quattro delle cinque finestre preesistenti. Si coronò il prospetto con un ulteriore piano scandito da undici paraste e dieci campate. Nove campate in tufo costituiscono il loggiato.

Dall’ultima campata a sud, in pietra, parte l’elegante campanile sormontato da un ordine di quattro pilastri in pietra e tufo che ospitano le tre campane e reggono la volta con la sovrastante barocca terminazione a bulbo. Quella sul prospetto è la campana più antica, datata 1718 (probabilmente appartenente ad un precedente campanile); le altre sono più recenti. La campana a sud, del 1945 è stata realizzata dalla “Fonderia Giustozzi Nicola e Figli di Trani”. La campana a nord è datata 1981. Sull’architrave tra il primo e il secondo ordine del campanile è incisa la data “AD 1768”. Durante il ’700, anche l’interno dell’edificio subì un radicale rinnovamento dell’apparato decorativo».

La chiesa invece?
«È ad aula unica. La copertura, costituita da una volta a botte unghiata, scarica sulle murature laterali articolate in una serie di cinque arconi all’interno dei quali sono collocate le cappelle ornate con pregevoli sculture e altari. Di pregevole fattura è anche la pala d’altare: una tela del 600 raffigurante l’Annunciazione. L’attacco tra la volta e gli arconi sottostanti è mediato dal matroneo: sono coretti con grate lignee tipici delle chiese conventuali femminili chiamate “gelosie” perché proteggevano le monache, che seguivano le celebrazioni liturgiche, lontane da occhi indiscreti.

Nel 1825, com’è indicato in alto sul medaglione centrale della cantoria, si eseguono dei lavori di restauro e consolidamento in seguito ai danni causati dalla demolizione, nel 1821, dell’attigua Porta di accesso alla città. Al 1853 si fanno risalire ulteriori lavori che riguardano l’apparato decorativo, gli stucchi che rivestono l’intradosso della volta e le murature dell’aula liturgica. Nella seconda metà del 900 vengono eseguite opere di consolidamento e ristrutturazione delle coperture con la demolizione del tetto e la realizzazione di un terrazzo piano in corrispondenza dell’aula liturgica».

venerdì 2 Agosto 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 15:47)

Notifiche
Notifica di
guest
5 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

“…l'accelerazione prospettica…”: pur avendo studiato Storia dell'Arte al liceo classico (1964/66), non avevo mai letto o sentito una descrizione architettonica simile. Rende in effetti, con estremo vigore, l'idea del significato dello stile barocco nelle chiese: un qualcosa che deve andare verso la gente, se la struttura è convessa, o accoglierla, se è concava. In più il termine “accelerazione” dà perfettamente l'dea del movimento in divenire, e non della pura staticità. Che dire? Penso che se si aprisse una “seria” sottoscrizione finalizzata al restauro, le persone di cultura (e la passione per l'etica e l'estetica è il suo primo esempio) di Corato non si dovrebbero tirare indietro.

Victor
Victor
4 anni fa

Acit…

Gennaro  Di  Chiaro
Gennaro Di Chiaro
4 anni fa

Vorrei ricordare che la CEI tramite l'Otto per Mille ogni anno percepisce dai contribuenti italiani circa un miliardo di Euro ( UN MILIARDO ). Quindi e' inutile chiedere ulteriori soldi alla cittadinanza, rimboccatevi le maniche e fate questi lavori!.

prova
prova
4 anni fa

Il titolo é completamente sciocco. C'é il progetto, ma mancano i fondi. A casa mia feci il contrario. Rastrellai i fondi necessari o, molto prossimi, ed affidai ad un geometra ed impresa per redigere un preventivo con progetto delleopere da realizzare dando un badget corrispondente alle mie risorse.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Il mio auspicio era rivolto alle persone di cultura (non necessariamente fornite di titolo di studio), dotate di gusto, di sensibilità, di libera iniziativa e di tatto pragmatico (non aspettano, cioè, le grazie dal cielo). La cittadinanza non l'ho mai menzionata.