Cronaca

La mamma coraggio scrive ai magistrati: «Mio figlio ributtato nella fossa dei leoni»

La Redazione
Daniela e suo figlio
Fino a qualche giorno fa il ragazzo, da poco diventato papà, stava seguendo un percorso nella comunità di don Mazzi che si occupa di recuperare ragazzi difficili e tossicodipendenti
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Torna a scrivere Daniela Manzitti, la mamma coraggio che ad ottobre dello scorso anno ha collaborato con i carabinieri perché arrestassero suo figlio Michael. Oggi, a distanza di otto mesi, la donna si rivolge ai magistrati che – a seguito dell’operazione antimafia “Pandora” condotta dalla Dda di Bari e dei Carabinieri del Ros – hanno disposto il trasferimento in carcere del ragazzo.

Fino a qualche giorno fa il giovane, da poco diventato papà, stava seguendo un percorso riabilitativo nella comunità di don Mazzi che si occupa di recuperare ragazzi difficili e tossicodipendenti. «Me lo avete ributtato nella fossa dei leoni, senza tenere conto della trasformazione che stava avvenendo in lui» scrive Daniela.

Com’è giusto che sia, la magistratura farà il suo corso e accerterà i fatti. La toccante lettera di Daniela, tuttavia, fa spazio alla riflessione – molto più ampia – sul complesso sistema della giustizia italiana.

La lettera di mamma Daniela

«Ill.mi Magistrati, non so se la disperazione che provo oggi, sia superiore a quella che provai il giorno che feci arrestare mio figlio Michael, ma è comunque devastante. Mi rivolgo a Voi, che disponete della vita o della morte di coloro che passano nelle vostre aule.

Qualche giorno fa, ci è passato mio figlio e, con tanta freddezza e disumanità, avete deciso che il percorso per ricostruire la sua vita, dovesse essere interrotto, perché: “qualcuno ha fatto il suo nome”, coinvolgendolo in una brutta storia ancora tutta da chiarire e da definire.

Lo avete estrapolato da quel luogo a cui si era affidato con tanta buona volontà e lo avete ricatapultato in un mondo che neanche Voi, in realtà, conoscete. È vero, è un ragazzo che, annebbiato dagli stupefacenti, ha commesso atti deplorevoli, ma è lo stesso ragazzo che con una forte volontà, ha deciso di diventare un buon padre per il suo bambino.

Me lo avete rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, che solo a definirlo, mi si arroviglia l’animo. Stamattina l’ho incontrato. Aveva gli occhi che brillavano di un pianto soffocato e mi ha solo detto: “Oh Mà, questa volta mi hanno proprio inguaiato, da qui non esco più!”. Ho provato a trattenere le lacrime, ma non era possibile, il dolore era troppo forte… Me lo avete ributtato nella fossa dei leoni, senza tenere conto della trasformazione che stava avvenendo in lui, annullando completamente ciò che in questi mesi è stato fatto con la sua pronta collaborazione.

Molti attribuiscono il suo comportamento ad una mancanza di educazione, io non condivido, ma oggi sono qui a dirvi: allora condannate me, perché non ho avuto abbastanza tempo per stargli vicino… perché l’amore che gli potevo dare, era un amore veloce, un amore che si esprimeva con i rimproveri, le raccomandazioni, le punizioni, non era un amore fatto di baci e abbracci come avrebbe dovuto essere, non c’era tempo per queste smancerie… Punite me, illustri Magistrati, perché una madre che non ha tempo di dare amore ad un figlio, è una madre inetta, una madre indegna di essere chiamata così… E poi, augurate a Voi stessi, illustri Giudici, di non cadere mai nelle mani della “Vostra giustizia”, quella fatta dagli uomini che si ergono a Dei, decretando inesorabilmente l’inizio o la fine di un’esistenza.

In quello stesso istante, anche Voi, che di tante vite avete disposto, diventereste un numero di protocollo, e la vostra vita e quella dei Vostri cari, non varrebbe più di quella di mio figlio e della nostra. Spero di non dovermi mai pentire di aver fatto arrestare il mio amatissimo figlio, quell’ultimo giorno di un ottobre qualunque».

mercoledì 4 Luglio 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 12:20)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

Terminato poco più di cinquant'anni fa (iniziava allora, su influenze provenienti dal mondo anglosassone ritenuto sempre, dai mentecatti, un esempio da seguire, la trasformazione dei nostri giovani e, di conseguenza, dell'intera società) l'influsso moralizzatore ed egualitario della “tradizione familiare”, i genitori, privi di ogni solido supporto educativo, hanno, nella maggioranza dei casi, alzato le mani in segno di resa, dinanzi ai figli. Lo sfogo di questa madre, non importa se forse trascritto da un'altra persona di una certa cultura, è emblematico di una situazione che vede lo Stato, le cui istituzioni sono formate sempre da italiani, alquanto impotente o poco elastico nell'affrontare le nuove, durissime sfide sociali.

Salvatore
Salvatore
5 anni fa

Coraggio Daniela (mamma coraggio), la giustizia deve fare il suo corso, ma vedrai che il buon senso dei giudici, alla fine verrà fuori.

Victor
Victor
5 anni fa

Mo lo mandiamo in un Hotel a 7 stelle sulla costiera Amalfitana,all'amico…

Dino
Dino
5 anni fa

Questa lettera rivolta ai Giudici mi sembra tratta dal film “IL CAMORRISTA” dove Ben Gazzara rivolgendosi ai giudici gli augura tanta felicità a loro e famiglia.
Ma p piacerrrrr. Chi sbaglia paga. E basta.

Daniela Manzitti
Daniela Manzitti
5 anni fa

Salvatore di Gennaro, tra tutti i commenti, il tuo mi sembra il più sensato e appropriato

Daniela Manzitti
Daniela Manzitti
5 anni fa

Per quanto riguarda Dino, Victor e L'altro Salvatore, sappiate che la vita riserva sorprese per tutti, più brutte che belle. La forza di quelli come voi, si misura dalla capacità di affrontarle. Tra poco aprirò un'associazione che si occupa di “recuperare” situazioni simili alla mia. Mi auguro di non dovervi mai annoverare tra quelli che vi ricorreranno. Se devo spiegarvi cio' che ho scritto, contattatemi in qualche modo.

Daniela Manzitti
Daniela Manzitti
5 anni fa

Salvatore di Gennaro, ho dimenticato di scrivere che non necessito di qualcuno che scriva per me. Ho una buona preparazione culturale. Buona serata

disco disco
disco disco
5 anni fa

Grande donna e grande mamma. Posso farle una proposta però … riconoscendo la grande utilità del Suo messaggio, e anche del Suo proposito di fondare una associazione, sarebbe bello se gli stessi propositi animassero anche lo spirito di aiuto a chi è stato “offeso” da atti di violenza o reati … e mi riferisco ai negozianti o automobilisti derubati, a chi è stato magari picchiato … perchè è giusto aiutare chi “offende” a non farlo più, ma anche chi è stato offeso non va dimenticato (e molto spesso capita che i giudici condannano l'offeso che ha reagito) … Comunque BRAVA! Saluti