L'intervista

Il ritorno di Scaringella: «Una chiamata che mi ha riempito d’orgoglio»

Francesco De Marinis
Francesco De Marinis
Giuseppe Scaringella
Le esperienze a Trani e Trinitapoli, il ritorno al Comunale e il mercato: «Abbiamo costruito una squadra di uomini prima che di giocatori»
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Sono passati poco meno di tre anni da quando Giuseppe Scaringella salutò Corato dimettendosi e accollandosi le colpe dell’eliminazione dagli ottavi di Coppa Italia per mano del Molfetta, anche se gli errori commessi non furono solo i suoi.

Il sogno di affermarsi in una piazza importante come quella neroverde finì lontano con il rigore sparato alto da Di Rito quel pomeriggio. Come l’argentino ha avuto una seconda opportunità per farsi amare dai tifosi coratini (riuscendoci), così il tecnico andriese è tornato alla corte di Maldera per riscattarsi.

Parlaci di com’è nato questo ritorno di fiamma.

La chiamata è arrivata dal presidente Maldera e dal direttore sportivo Vito Tursi e mi ha riempito d’orgoglio. Mi ha fatto piacere riceverla e sapere della stima di entrambi per come mi ero comportato l’ultima volta.

Forse è anche merito degli ultimi due anni a Trani e Trinitapoli dove ha fatto molto bene.

A Trani sfiorammo i playoff con la squadra più giovane dopo l’Otranto. A fine stagione scelsi di andar via. Non so quanti allenatori avrebbero lasciato l’Eccellenza ma preferii la coerenza.

Non sono neanche tanti gli allenatori che avrebbero scelto di rimettersi subito in gioco in Seconda Categoria, tre gradini più sotto.

Ho scelto Trinitapoli per il progetto ambizioso. Lì ho riscoperto il calcio genuino, quello del piacere di giocare a pallone dopo una giornata di lavoro, come quando si era bambini. Una volta mi sono anche commosso ammirando l’abnegazione e la voglia di questi ragazzi. Con una famiglia a casa e con pochi euro al mese erano lì ad impegnarsi, ad ascoltarmi, a soffrire e a superare tutte le difficoltà. Ecco, c’era quella passione che deve sempre essere viva nel calcio, a tutti i livelli.

Che tipo di campionato ti è stato chiesto di fare?

Quando mi ha chiamato ho sentito Maldera un po’ giù, per via del ripescaggio ma nel giro dei due-tre colloqui successivi ha ripreso il solito entusiasmo e la voglia di fare calcio.

Di lì avete cominciato a fare la squadra.

Presidente e diesse hanno voluto confermare buona parte di quegli uomini che l’anno precedente avevano dato garanzie tecniche ma soprattutto umane e su questo ci siamo trovati subito d’accordo. A prescindere dall’obiettivo finale sarebbe stato un peccato smembrare quel gruppo che aveva fatto così bene. È stata una mossa molto intelligente.n

Primo tassello, Carlo Vicedomini.

Sì, il primo è stato Carlo. Non lo conoscevo personalmente ma avevo ben chiare le sue qualità di calciatore.

Facciamo un punto del mercato in entrata. Li hai chiesti tutti tu?

Partiamo dal presupposto che il nostro è un lavoro sinergico. I nomi messi sul tavolo vengono condivisi da me, dal presidente e dal direttore sportivo. Gli unici di cui non avevo fatto espressamente richiesta sono D’Aiello e Rescio, giocatori che qualsiasi allenatore vorrebbe in rosa. Quando mi sono stati proposti ho detto assolutamente di sì.

La scelta della prima punta?

Già tre anni fa avevo chiesto Pignataro perché è un attaccante che mi piace tanto, per modo di giocare e per il temperamento. Oltre al fatto di essere un goleador.

Cotello invece lo hai già allenato a Corato.

Cercavamo un giocatore a destra con le sue caratteristiche. Un uomo di gamba, bravo nello stretto e soprattutto ragazzo serio.n

Conosci bene anche Mattia Negro.

Mattia è croce e delizia di qualsiasi allenatore, un giocatore che ti può risolvere la partita anche quando non è in giornata. Deve crescere tanto, secondo me le sue potenzialità non sono del tutte espresse.

Oltre a loro sono arrivati Grieco e Dispoto, arriverà qualcun’altro?

La società è sempre vigile sul mercato. Ci sarebbe da ampliare un po’ il parco under ma non è facile trovare giovani di valore. Servirebbe anche un’altra pedina per completare la rosa ma non abbiamo fretta o urgenza. Attendiamo l’occasione buona.

La rosa che state costruendo come si sposerà con la tua idea di calcio?

Prediligo il 4-3-3 con esterni bravi nell’uno contro uno e di giocatori del genere la scelta è ampia. Tuttavia non sono vincolato al modulo e fortunatamente ho elementi molto duttili a disposizione. Ora vediamo quale sarà il vestito migliore che indosserà il mio Corato.

Prima settimana di lavoro. Impressioni?

Ottime. Ho trovato un gruppo sano, di ragazzi molto professionali, onesti e predisposti al lavoro e al sacrificio. Anche l’ambiente mi ha accolto con affetto. Quando sono uscito sul campo per il primo allenamento ho ricevuto l’applauso dei tifosi in tribuna. Mi sono emozionato.

Quanto potrà influire giocare lontano da Corato?

Lo stadio, avere una casa propria, è alla base di un progetto sportivo. Se non c’è il rischio di fallimento è alto. Fortunatamente Maldera è uno che non molla però spero che la prossima amministrazione che guiderà Corato faccia qualcosa per questa questione.

La Lnd Puglia ha introdotto il nuovo format da due gironi di 14 squadre. Che ne pensi?

Non sono d’accordo principalmente per due motivi. Non è giusto ripescare 11 squadre nei confronti di chi ha investito e speso dei soldi per conquistare l’Eccellenza. Poi spero che non confermino lo spareggio tra le due squadre vincitrici dei gironi per stabilire chi andrà in D e chi farà i playoff nazionali. Così il campionato, per molte squadre, finirà a gennaio con evidenti ripercussioni sul prosieguo.n

Barletta e Corato in pole position nel girone A?

Non credo. L’anno scorso insegna. Vedi Ugento e Vigor Trani che nessuno si aspettava e alla fine arrivate terza e quarta. Quest’anno c’è il Mola, il Manfredonia e potrebbe esserci qualche altra sorpresa. Come dico spesso, sempre in undici si va in campo.

domenica 16 Agosto 2020

(modifica il 20 Luglio 2022, 23:17)

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Giuseppe Faretra
Giuseppe Faretra
3 anni fa

Mancano gli under….? Una soluzione pratica ci sarebbe….. Si potrebbe chiedere una collaborazione alla Lazio e Salernitana….. Il presidente Claudio Lotito ha dichiarato le sue radici coratine più volte per esempio: http://www.laziopress.it/2018/07/31/la-repubblica-intervista-a-lotito-voglio-il-bari-perche-tengo-alle-mie-origini-ho-preso-la-lazio-con-i-debiti-ora-produce-utili/
Si potrebbero chiedere 4/5 giovani under tra la Lazio e la Salernitana che potrebbero fare minutaggio in Eccellenza e magari mettersi in mostra per le categorie superiori…. Dirigenti forza….. Si possono cercare collaborazioni che possono generare valore aggiunto…..Non cerchiamo nomi altisonanti per la categoria…..Che cercano un ingaggio migliore……..E non per i colori della maglia…..