Il ritratto

C’è un coratino che va di corsa: Piergiorgio Sarcina, campione di kart

Francesco De Marinis
Francesco De Marinis
C'è un coratino che va di corsa: Piergiorgio Sarcina
Ha cominciato 7 anni fa, ora è un nome affermato nel panorama italiano e nel 2019 ha tenuto dietro il pilota di F1 Antonio Giovinazzi
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Lasciare dietro il pilota di Formula 1 Antonio Giovinazzi non è una cosa che puoi raccontare tutti i giorni. È successo l’anno scorso a Piergiorgio Sarcina, pilota coratino di kart. Il circuito era quello di Binetto dove, nel dicembre 2019, si è corsa la Levante Race of Champions, gara che raccoglie piloti italiani di diverse specialità e alla quale partecipano anche interpreti noti del mondo dei motori. Assieme al suo team, Sarcina ha conquistato il primo posto.

Quella di Binetto, però, non è una vittoria nata dal nulla ma il risultato di un percorso portato avanti per sette anni, ovvero da quando ha iniziato a iscriversi alle prime gare regionali di kart, prima al sud e poi in tutta Italia. Nel 2016 inizia a correre gare nazionali e all’estero, in Germania e in Belgio dove vince nel glorioso circuito di Spa Francorchamps. I successi in pista valgono la chiamata di un team veneziano per la gara cittadina. «Ero l’unico pilota meridionale a correrla», ricorda.

Il 2018 è l’anno del titolo regionale pro ma anche delle prime gare di livello mondiale. Sono competizione endurance, ovvero di durata a staffetta. Corre a Jesolo, in Sicilia alla 24 ore di Messina, sale su e continua il suo percorso di crescita. Quest’anno avrebbe dovuto correre a Messina con un team lucano e a Jesolo con uno di Taranto. Delle due corse la prima è stata annullata, la seconda posticipata a causa del Covid e verrà recuperata il 12 settembre.

Proprio nel periodo più duro, quello del lockdown, arriva una notizia strabiliante. Viene scelto da Alpine – il marchio sportivo della Renault – per diventare istruttore ufficiale permettendogli, così, di girare i circuiti più prestigiosi di tutta Italia. «Sono stato già a Vallelunga ma farò tappa anche a Monza. La Alpine sta rilanciando il marchio con vetture destinate ad un certo tipo di target. Chi acquista l’auto ha delle guide nel pacchetto che svolgeranno con me». Il suo nome è venuto fuori da alcune conoscenze comuni, incontrate in pista.

Questo il percorso di Piergiorgio che, dal canto suo, ha sempre avuto una spiccata passione per i motori. Da piccolo ha vissuto l’epopea di Michael Schumacher, il suo grande idolo che ebbe la fortuna di incontrare poco prima del grave incidente capitato al pilota tedesco. «Era il 2013 e mi trovavo alla “Conca” di Muro Leccese, – racconta – un kartodromo noto in tutto il mondo. C’era anche Jean Alesi che accompagnava suo figlio. Sui kart nascono le carriere dei grandi piloti e spesso continuano ad allenarsici». Al campione della Ferrari, Piergiorgio ha dedicato il suo casco che riporta parte della grafica di Schumi.

Schumacher non è l’unica figura importante della sua passione. Durante l’intervista ne cita altri due. Il primo è Gaetano Caradonna, presidente dell’associazione “Piloti per un giorno” e ora suo manager, importante soprattutto quando Piergiorgio è uscito dalla dimensione regionale dei kart ed ora insostituibile. Il secondo è Antonio Di Gioia, titolare di Pneurama ed ex pilota di motorsport che l’ha sempre supportato oltre ad averlo ispirato. «Antonio mi ha sempre dato una mano sponsorizzandomi. Oggi, per fare il salto di qualità, bisogna avere dei partner commerciali importanti che, a queste latitudini mancano. Peccato, perché Corato ha un’ottima rete imprenditoriale».

I soldi sono molto importanti perché è uno sport costoso. «Ho scelto di iniziare a fare seriamente kart solo quando ho avuto la possibilità economica di acquistare e mantenere un mezzo che costa all’incirca quanto una piccola utilitaria. Oggi non la uso più perché sono i team a fornirmi i kart». Impegno e sacrifici mettendo da parte euro su euro grazie al suo lavoro di personal trainer che svolge da una decina d’anni e che gli è tornato utile anche in questo mondo.

«Guidare un auto in pista non è così facile come sembra. Non solo la componente mentale che alleni per prendere decisioni in una frazione di secondo, c’è anche una componente fisica. Senza Abs e servosterzo lo sforzo fisico nel controllare la vettura è enorme. Lavorano le braccia ma soprattutto gli addominali per via della postura con il sedere in basso e le gambe alte. Ogni mezz’ora in macchina si perdono dai 600 agli 800 grammi di peso corporeo, perlopiù acqua». Oltre a curare il suo corpo, segue anche tanti colleghi nella preparazione fisica. Tra questi Domenico Scola, campione italiano di Velocità Montagna.

«La cosa più bella del correre in pista? Avere il pieno controllo di qualcosa difficile da addomesticare e per questo ci vuole molta calma. Più calmo sei, più forte vai. A me, poi, piace la guida pulita. Finché non sono sicuro del mio mezzo non faccio scelte avventate ma mi lascio sempre un margine anche se l’azzardo capita». E su strada? «Contrariamente a quanto si pensi una persona che corre impara tanto al volante e non ha bisogno di andare veloce. Chi sale in macchina con me all’inizio è titubante e si aspetta chissà che cosa, poi mi chiede perché vado così piano».

Ma l’insegnamento più grande che i kart hanno trasmesso a Piergiorgio è la fiducia in sé stessi. «Scendere in pista ha aiutato a dimostrare a me stesso che se ci credi davvero puoi farcela. È questo il consiglio che do a chi si vuole avvicinare a questo sport: non fatevi abbattere e continuate a credere in voi stessi perché all’inizio si può sbagliare tanto. Cominciate con qualche piccola competizione e se avete bisogno di altri consigli, io sono qui. Sarà un piacere farvi conoscere questa grande passione».

giovedì 20 Agosto 2020

(modifica il 20 Luglio 2022, 23:17)

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