Fermarsi mai. Questa mattina Giuseppe Mangione allaccerà di nuovo le scarpe da running per la 6 ore di Corato. 58 anni, guardia penitenziaria, da oltre vent’anni ha fatto della corsa uno dei punti cardini della sua vita, inanellando medaglie su medaglie, soprattutto nell’ultramaratona.
L’ultima è arrivata il 13 aprile a Provaglio d’Iseo, nel bresciano. Alla Ultra Franciacorta è arrivato primo nella categoria M55 (dai 55 ai 65 anni) e sesto nella classifica assoluta. 123 km corsi tutti d’un fiato che valgono il primato mondiale stagionale per distanza nella sua categoria. Fino ad aprile, ovviamente.
Quella di Corato è la sua quarta gara dell’anno. Stagione cominciata a marzo con la 6 ore di Lucera. Poi la 6 ore di San Giuseppe, a Putignano. Primo posto di categoria, quinto assoluto. La puntatina in Franciacorta e ora la 6 ore nella sua città. Un ottimo inizio per cercare di migliorare il meraviglioso 2018.
«Il 2018 è stato un anno memorabile – ricorda l’ultrarunner coratino che gareggia per la Barletta Sportiva di Cascella – tante medaglie conquistate, il primo posto nel criterium del sud Italia, il record italiano sulle 100 miglia (18 ore e 35 minuti, ndr), il secondo posto mondiale nella categoria M55».
Il prossimo appuntamento, dopo Corato, sarà quello della 100 km del Passatore, classicissima dell’ultramaratona. Una gara che si svolge da quasi cinquant’anni e che da Firenze porta a Faenza, tra le bellezze naturali dell’Appennino tosco-romagnolo.
«Per me la corsa è sano divertimento – spiega Mangione – mi rende libero, felice. Mi alleno sei volte a settimana, dalle 2 alle 3 ore a sessione. Qualche sgarro me lo concedo ma cerco di condurre una vita sana, partendo dall’alimentazione. La mia fedele compagna è la musica, infilo le cuffiette e volo via».
Grande Giuseppe, siamo orgogliosi di te