L'intervista

​Riecco Sanremo: quando Corato salì sul palco dell’Ariston con Rossella Marcone

Angela Iannone
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Rossella Marcone - Un posto al sole - Sanremo 1995.m4v
Era il 1994 quando la città tifava per la sua concittadina che, appena 17enne, si esibì nella categoria giovani. Classificatasi terza, l'anno successivo partecipò tra le nuove proposte. Poi, nel 1996, cantò insieme ai big
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Mancano pochi giorni all’inizio della 70esima edizione del festival di Sanremo, (da martedì 4 a sabato 8 febbraio) quest’anno condotto da Amadeus affiancato da Fiorello, Tiziano Ferro e alcune co-conduttrici, tra cui Antonella Clerici, Diletta Leotta, Emma d’Aquino. Tra polemiche e pronostici, il pubblico si sta preparando ad ascoltare le canzoni in gara, dalle nuove proposte al ritorno dei “grandi cantanti” che hanno fatto la storia del festival.

Era il Sanremo 1994 quando Corato tifava per la sua concittadina Rossella Marcone che, appena 17enne, salì sul palco più ambito d’Italia e si esibì nella categoria giovani con il brano “Cinque giorni” di Michele Zarrillo. Classificatasi terza, la coratina si esibì l’anno successivo con il brano “Un posto al sole”, grazie al quale conquistò il quarto posto nella categoria nuove proposte, Poi, nel 1996, partecipò al festival nella categoria big, arrivando al quattordicesimo posto.

Oggi Rossella si racconta: dall’emozione di quella prima volta sull’Ariston, ai cambiamenti della sua vita e della canzone italiana.

Cosa ricordi di quell’esperienza?
Da quell’esperienza ormai sono passati tanti anni, ma le sensazioni e i vari episodi di quell’anno sono ancora vivide dentro di me. La cosa che non riesco a dimenticare è lo sguardo orgoglioso dei miei genitori. Tutti i sacrifici che hanno fatto per accompagnarmi dappertutto fino ad arrivare su quel palco. Mi hanno aiutata a fare le scelte migliori per me stessa, affinché non sbagliassi. Ero molto piccola, avevo solo 17 anni e Sanremo ’94 sarebbe iniziato a novembre, una settimana prima del mio diciottesimo compleanno.

Ricordo benissimo i cantanti che gareggiavano nella mia stessa categoria, tra cui Gianluca Grignani, Massimo Di Cataldo, Gigi Finizio e Daniele Silvestri, che sono molto cresciuti e si sono affermati nel tempo. Ricordo i commenti di chi era alle prove, che accennavano al successo. Ricordo i momenti e gli sguardi simpatici con Fiorello, allora fidanzato con Anna Falchi, che era nel mio stesso hotel. Poi, ricordo che mentre eravamo in sala verde, dietro le quinte, in attesa del nostro turno di esibizione, Gianni Morandi era affacciato alla finestra che sembrava che stesse “prendendo aria”, perché le difficoltà e le emozioni in quei momenti sono davvero indescrivibili. Per quanto facesse ridere la cosa, ho capito quanto anche i “grandi” facevano fatica a gestire l’ansia. La prima serata in cui ho messo piede sul palco, ricordo che mi tremavano le ginocchia. Ho stretto forte il microfono e cercavo di puntare le telecamere, perché avevo bisogno di un punto di riferimento fermo, se avessi guardato la platea era finita.

Quale è stato il momento più bello?
Sicuramente lo sguardo con la mia famiglia, quando mi hanno annunciato che ero terza classificata con la canzone “Cinque giorni” di Michele Zarrillo e quindi l’anno successivo avrei partecipato nuovamente.

Quanto e come ti ha cambiata quell’esperienza?
Per una ragazza di 17-18 anni quel tipo di esperienza è molto forte. Quell’anno, inoltre, è stata dura perché avevo la maturità e ho dovuto conciliare anche la scuola. Sono maturata velocemente, questa esperienza mi ha cambiata perché ho perso una parte della mia giovinezza. Mentre le mie amiche uscivano e vivevano la loro età con spensieratezza, io ero già preoccupata per il mio futuro, tra l’uscita del disco, la promozione a scuola, le selezioni da superare, la paura che le cose non andassero. Tutto questo mi ha fatto crescere di corsa, tanto che dopo un po’ di anni mi è mancata la mia giovinezza, sono stata troppo impegnata a realizzare il mio sogno.

Poi come è proseguita la tua carriera musicale?
Ho cercato di cambiare pelle, ho iniziato a scrivere delle canzoni, mi sono dedicata alla musica rock melodica, di lì è uscito il singolo One love, poi Dance. Mi piaceva sperimentare nuove musiche e sonorità, così è nato un nuovo disco Follow, tutto in inglese, che è andato molto bene in Spagna, pubblicato dalla casa discografica della Blanco y Negro. Poi sono iniziate le ospitate televisive e dal 2006 al 2008 ho cantato e ho fatto la co-conduttrice con Marino Bartoletti nella trasmissione di “Calcio sprint” su Sky. L’ultima volta che ho visto il mio mentore, Pippo Baudo è stato nel 2008. È venuto a Bergamo al Teatro Donizetti e ho cantato su quel palco, c’erano anche Albano, che aveva partecipato ad uno dei miei Sanremo con La mia vita, e Christian De Sica assieme a tanti altri grandi personaggi.

Quanto è cambiata oggi la concezione di canzone italiana a Sanremo? E quanto è cambiato il festival?
È cambiata tantissimo, è cambiata assieme alla società. La canzone classica sanremese ormai è solo un lontano ricordo. Una volta i testi parlavano tanto di sentimenti, amori e passioni fortissimi. Ora si parla tanto di temi sociali: da ciò che accade nel mondo, alla violenza sulle donne. Nel bene e nel male i testi delle canzoni di Sanremo di questi ultimi anni sono lontani anni luce da quelli di una volta, se solo facciamo riferimento ai testi di rapper e di trapper, e alla polemica a loro legata di questi giorni. A me manca la canzone tradizionale italiana, ma sono sicura che faremo fatica a sentire canzoni che, come Cinque giorni o Come saprei, a mio avviso tra le canzoni più belle di sempre, sopravvivano per tanti e tanti anni passando continuamente in radio. Le canzoni di oggi riflettono a pieno la società. Anche l’educazione è cambiata, rispetto a come sono stata educata io, cerco di dare ai miei figli qualcosa del mio passato, ma mi rendo conto che è davvero tanto difficile, perché è facile lasciarsi influenzare dal mondo fuori.

Parlando di nuove proposte, come è cambiata la musica dei giovani?
In questi anni il livello delle nuove proposte è diventato veramente alto, dal punto di vista di precisione e tecnica vocale, ma è molto più scarso a livello di contenuti; oppure sono le stesse, o forse sono solo io stanca di ascoltare le stesse cose. Ai miei tempi si era anche meno tecnici, ma si scriveva tanto, bene e col cuore. Oggi ascolto volentieri Francesco Gabbani. Comunque ci sono anche i talent, i giovani che partecipano a Sanremo vengono tutti da lì.

Abbiamo assistito alla polemica nata dalla frase di Amadeus sulle “donne che sanno stare un passo indietro rispetto ai loro uomini”. Che ne pensi? Prima era così?
Penso che sia sempre stato così, solo che stavolta Amadeus, per la sua ingenuità si è lasciato scappare una frase infelice che in un periodo pieno di polemiche, può fare tanto scalpore. Ma è sempre stato così, anzi prima le vallette di Pippo Baudo potevano solo annunciare le canzoni in gara, oggi invece le donne sono vere e proprie co-conduttrici. In generale, però, in Italia c’è ancora questo atteggiamento un po’ maschilista nei confronti delle donne, non mi sorprende, a mio avviso non fa più neanche notizia. Però devo anche dire che ci sono state delle edizioni del festival di Sanremo in cui le donne hanno dominato il palco dell’Ariston, pensiamo alla Hunziker, a Raffaella Carrà, Antonella Clerici, Virginia Raffaele e Maria De Filippi. Purtroppo quando si parla di co-conduzione si tende ad affiancare al conduttore o personaggi conosciuti dalla società, oppure donne molto belle. Funziona così, per una triste questione culturale, anche sul lavoro, gli stipendi delle donne sono più bassi pur facendo la stessa cosa e rivestendo lo stesso ruolo.

Oggi di cosa ti occupi?
Attualmente vendo auto, lavoro a Milano in una concessionaria importante di Mercedes, ormai da tantissimi anni. E poi faccio la mamma con i miei due bambini.

domenica 2 Febbraio 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 7:42)

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Zukilive
Zukilive
4 anni fa

Grazie Rossella, ci hai regalato una emozione tutta made in Corato. Complimenti per e auguri per il futuro.

Pino Picca
Pino Picca
4 anni fa

Ricordo molto volentieri la prima copertina che ti dedicai su “Lo Stradone” di cui curavo l'impaginazione e la prima intervista che mi rilasciasti come giornalista e forse anche come Amico. Ricordo ancora la tua delusione ed amarezza profonda verso Corato e soprattutto verso la classe di governo che un pò ti snobbava in quel periodo, forse perché ti eri fatta da sola e non avevi chiesto aiuto a nessuno. Io avevo 25 anni e rimasi colpito dalla grinta che avevi in corpo e poi ti dedicai degli “special” e devo avere ancora il primi video intervista che realizzammo a casa del Maestro Luigi Palumbo al pianoforte, mentre ti esercitavi con una bravura che erano sicuramente fuori dal comune. Sei stata un vero talento e come tanti talenti, non sei stata profeta in casa. Un grande abbraccio.

 Ricordo
Ricordo
4 anni fa

Col tempo si dimentica che Corato si è comportata per lo meno male e con indifferenza con lei, altri con incompetenza.

Giovanni RANDOLFI
Giovanni RANDOLFI
4 anni fa

Io e gli altri compagni di classe ricordiamo bene quei giorni tutti insieme a vedere il festival e i momenti in onda mentre ti esibivi. Peccato per la tua carriera che meritavi essere quella delle grandi star della musica italiana. Noi però ti amiamo lo stesso e se il successo non c’è stato nella musica di certo lo hai conseguito nella vita… i tuoi figli per i quali avrai cantato splendide ninne nanna. Un bacione grande grande!!!

un cittadino
un cittadino
4 anni fa

E' lo stile che l'ha, più che altro, penalizzata: avrebbe forse avuto successo agli albori del festival, quando dominavano le canzoni melodiche.

Giuseppe Loiodice
Giuseppe Loiodice
4 anni fa

Ho gli spartiti delle tue canzoni che suono con piacere al pianoforte di casa. Ricordo benissimo il concerto che organizzano in Piazza Cesare Battisti il 14 di agosto dove i coratini apprezzarono le tue doti canore