Sabato 18 maggio alle 20.30 al teatro comunale sarà rappresentata l’esibizione conclusiva del laboratorio teatrale di impegno civile condotto da Francesco Martinelli con il patrocinio del Comune di Corato e dell’associazione onlus “Insciallah”.
Al laboratorio hanno partecipato gli allievi del Coet – Centro di Orientamento ed Educazione Teatrale del Teatro delle Molliche – italiani ed extracomunitari provenienti da Costa d’Avorio, Senegal, Nigeria, Cuba e Russia. Il laboratorio è stato voluto fortemente dalla Fondazione Vincenzo Casillo che ha scelto di sostenere questo progetto perché crede in ogni azione di inclusione e di coscienza sociale, inserendo l’attività in Buoncampo portale che mette in rete persone, enti no profit e risorse per coltivare progetti. Un campo virtuale diviso in ettari a disposizione di diversi coltivAttori: per lavorare, crescere e raccogliere frutti.
L’esibizione dal titolo “Legami” non ha una trama ma è un rito collettivo del pensare, percepito come indispensabile e necessario, un’azione bloccata dalla voglia costante di dialogo. Lo studio è partito dal teatro di Beckett, drammaturgo del ‘900 massimo esponente del teatro dell’assurdo, negando la sua dimensione esistenziale caratterizzata dall’assenza, e suggerendo l’importanza della relazione umana. L’obiettivo dei personaggi che sussistono in un campo abbandonato e incolto giorno dopo giorno, è stare insieme al di là di tutto.
Persone vestite con abiti da riciclo che hanno in comune una bombetta in testa, avanzo di epoche passate (Chaplin, Stanlio e Olio, Magritte…); persone che non hanno nazione, lavoro, domicilio, nome… sono dei nessuno qualsiasi. La loro relazione è così stretta che appare un legame indissolubile anonimo, ma proprio il loro stato di dipendenza reciproca può diventare problematico e limitativo. Così “Legami” può indicare se parola piana, con l’accento sulla penultima sillaba, un vincolo di fedeltà; se sdrucciola, con accentazione sulla terz’ultima sillaba, una richiesta ad essere legati a qualcosa o a qualcuno per timore di perdersi.
Gli interpreti: Capozza Giulia, Clifford Donason, Cuccovillo Caterina, De Palma Daniela, Fariello Martina, Fiore Sara, Iffanyi Emmanuel, Izhbuldina Maria, Kambire Kpekpejean, Malcangi Francesca, Martinelli Tristano, Mazzilli Raffaella, Pastore Germana, Pedroso Acosta Griselda, Saccotelli Antonio, Saulle Lucia, Siracusano Claudia, Soly Moussa, Tandoi Roberto.
Ingresso gratuito.
Il discorso “italiani-stranieri” sta ormai da anni caratterizzando la nostra realtà. Noi siamo il popolo più accogliente del mondo, dato che nel nostro DNA vi è l'ancestrale accettazione dell'idea che l'Italia debba essere solamente un puro ricettacolo assistenziale, non uno Stato. La Chiesa e la cultura imperante di sinistra, entrambe non patriottiche, hanno fatto poi il resto. Il povero Salvini, che ha fatto di un certo tipo di xenofobia la propria arma, viene ormai fischiato dappertutto: non riesce a capire che il fenomeno degli sbarchi, dell'occupazione abusiva di alloggi, del sempre maggior numero di nomi stranieri nella cronaca nera, agli italiani non fa né caldo né freddo. Altro dovrebbe compiere per riconquistarli: colpire i privilegi della “casta”. Ma è anch'egli un privilegiato.