Spettacolo

I mille modi di interpretare la corrispondenza. Paolo Nani porta in scena “La lettera”

La Redazione
close
Paolo Nani
Nani, solo sul palco con un tavolo e una valigia di oggetti, riesce a dar vita a 15 micro storie, tutte contenenti la medesima trama ma interpretate ogni volta da una persona diversa
1 commento 463

A febbraio 2017 La lettera ha compiuto 25 anni. Dal 1992 questo spettacolo è in perenne rappresentazione ai quattro angoli del globo: l’hanno visto in Groenlandia e in Giappone, in Argentina e in Spagna, in Norvegia e in Italia, oltre 1.200 repliche per questo piccolo, perfetto meccanismo che continua a stupire, anche dopo averlo visto decine di volte, per la sua capacità di tenere avvinto il pubblico alle sorprendenti trasformazioni di un formidabile artista. E oggi alle 21 lo spettacolo – ideato da Nullo Facchini (che è anche regista) e Paolo Nani, interprete sulla scena – approda sul palco del teatro comunale.

Nani, solo sul palco con un tavolo e una valigia di oggetti, riesce a dar vita a 15 micro storie, tutte contenenti la medesima trama ma interpretate ogni volta da una persona diversa. Perché non si smette mai di ridere per tutta la durata dello spettacolo? vien fatto di chiedersi. La risposta sta nella incredibile precisione, dedizione, studio e serietà di un artista che è considerato a livello internazionale uno dei maestri indiscussi del teatro fisico.

Per citare una recensione italiana di alcuni anni fa: “… alla fine, cessato il mal di pancia causato da 80 minuti di risate ininterrotte, rimane l’amaro in bocca nel constatare che un attore comico del genere lavora all’estero, mentre da noi, con qualche eccezione, imperversano per lo più satiri televisivi senza qualità. Mala tempora currunt…”

«Il tema de La Lettera – spiega l’autore Paolo Nani – è molto semplice: un uomo entra in scena, si siede a un tavolo, beve un sorso di vino che però sputa, chissà perché, contempla la foto della nonna e scrive una lettera. La imbusta, la affranca e sta per uscire quando gli viene il dubbio che nella penna non ci sia inchiostro. controlla e constata che non ha scritto niente. Deluso, esce. Tutto qui. La storia de La Lettera si ripete 15 volte in altrettante varianti come: all’indietro, con sorprese, volgare, senza mani, horror, cinema muto, circo, ecc.ecc. La Lettera nasce come studio sullo stile, sulla sorpresa e sul ritmo, che vengono portati all’estremo della precisione ed efficacia comica, nella costante evoluzione dello spettacolo, in replica dal gennaio ’92. Il tema de La Lettera è liberamente ispirato al libro dello scrittore francese Raymond Queneau “Esercizi di Stile”, scritto nel 1947, dove una breve storia è ripetuta 99 volte volte in altrettanti stili letterari».

giovedì 11 Aprile 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 22:02)

Notifiche
Notifica di
guest
1 Commento
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

Leggo la data del libro “Esercizi di stile”: 1947. E' un anno a me molto caro (mia nascita), assai significativo anche per l'Italia, che si stava avviando verso i tre lustri della “Ricostruzione” post bellica, periodo nel quale abbiamo fatto davvero miracoli, economici e sociali. E si scriveva anche: lettere, cartoline, biglietti di auguri. Ricordo che quando si usava un raro termine straniero, occorreva vergarlo tra virgolette: era considerato come una non gradita anomalia alla purezza della nostra lingua. Ora le nostre cassette postali sono solo piene di bollette, inviti da Equitalia, pubblicità: si è perso il piacere di aprire una busta e scoprire chi è che ci manda a dire qualcosa, a farci sentire partecipi delle sue emozioni, delle sue esperienze, dei suoi problemi, delle sue gioie.