Spettacolo

Il Teatro dei Borgia arriva su Sky con il «furgoncino di Medea»

La Redazione
Medea sulla Statale
Quando il teatro diventa impegno civile e sociale
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«Per Sky faremo il making of, un documentario, per un festival di cinema». Prosegue così, senza sosta, il viaggio della «Medea» interpretata da Elena Cotugno con la regia di Gianpiero Borgia. A Milano il furgoncino che ospita solo 7 spettatori per volta, ha raggiunto viale Zara, via Ripamonti, Figino. I motori sono caldi, la prossima destinazione è Modena.

Nei giorni scorsi a parlarne è stato Valerio Cappelli sul Corriere della sera, non a caso nell’inserto settimanale “Buone notizie”. Una scelta che nasce da una constatazione del tutto condivisibile: «Medea per la strada» è uno di quei casi in cui il teatro diventa impegno civile e sociale.

«Non è semplicemente uno spettacolo – commenta Giampiero Borgia – è un’esperienza che ci ha attraversato e che speriamo attraversi e scuota allo stesso modo anche il pubblico che ci segue. Pensiamo di aver realizzato una campagna di sensibilizzazione, non abbiamo intenti pedagogici. Abbiamo provato a leggere e a raccontare, oltre la superficie, la storia di alcune migliaia di esseri umani partiti dai loro paesi con un sogno che all’arrivo qui in Italia si è rivelato un incubo.

Nel grande mare del tema delle migrazioni, abbiamo messo a fuoco il fenomeno che riguarda quelle donne, sconosciute eppure in qualche modo familiari, quasi elementi di un arredo urbano cui siamo assuefatti, che “lavorano” sulle nostre strade. Donne partite alla ricerca di una vita migliore che si sono ritrovate schiave nel racket della prostituzione».

Lo spettacolo è stato concepito proprio grazie ad una delle esperienze quotidiane di Borgia e sua moglie Elena Cotugno, così come abbiamo raccontato lo scorso anno quando andò in scena per la rassegna “Terre promesse. Tu non conosci il sud”, la rassegna del Teatro dei Borgia e dell’omonima associazione.

«Per lavoro ogni giorno ci spostavamo da Barletta a Bari, passando e fermandoci a Corato. Innumerevoli volte abbiamo percorso la sp 231 e ad ogni piazzola c’erano delle ragazze svestite: non solo dell’Est o africane, anche italiane. L’idea di questo spettacolo-esperienza è nata lì».

Medea è una donna che molti italiani ed europei incontrano spesso: una giovane migrante, scappata dal proprio paese, arrivata in Italia con la speranza di un futuro migliore e finita poi sulla strada, a prostituirsi, per amore di un uomo da cui si crede ricambiata, ma che in realtà la sfrutta.

Spente le luci della ribalta resta un lume, protagonista insieme all’attrice Elena Cotugno. È il simbolo di flebile speranza di poter ritrovare il diritto alla libertà e alla vita che, intanto, “fa luce” sulla condizione di tante Medea.

martedì 31 Ottobre 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 1:40)

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