Comizi di chiusura

Ultimo valzer prima del voto. Gli appelli finali di Bovino, De Benedittis e Perrone

Pierluigi Cantatore e Aldo Piorito Diaferia
Ultimo valzer prima del voto. Gli appelli finali di Bovino
Mancano meno di ventiquattro ore all'election day. Meno di ventiquattro ore al giorno in cui, qui a Corato, si scriverà una pagina importante di storia cittadina
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Manca poco all’election day, giorno in cui si scriverà una pagina importante di storia cittadina. Nella serata di ieri i restanti tre candidati sindaco Bovino, De Benedittis e Perrone, (preceduti da Longo la sera prima) hanno calcato il palco per l’ultima volta prima del silenzio elettorale, tirando le somme di quella che potremmo definire (utilizzando un eufemismo) una vivace ed energica campagna elettorale e lanciando un ultimo appello al voto ai coratini.

Ad aprire le danze è stato l’ex senatore ed ex primo cittadino di Corato Gino Perrone il quale, accompagnato sul palco di piazza Cesare Battisti dai segretari regionali Dario Damiani (Forza Italia), Filippo Barattolo (UDC), Nuccio Altieri (Lega) e Marcello Gemmato (Fratelli d’Italia), ha lanciato il suo appello ai suoi concittadini.

«Ringrazio i segretari regionali e la coalizione che ha visto in me la persona adatta ad unire tutti. È per senso di responsabilità che ognuno di noi ha fatto un passo indietro ed ha scelto la strada dell’unità per il bene comune» ha dichiarato l’ex senatore, il quale ha voluto sin da subito offrire il suo punto di vista su quest’ultima campagna elettorale che lo ha visto in prima persona coinvolto in vari episodi finiti sulle cronache locali e non solo.

«Le avete provate tutte, dalla lettera anonima indirizzata alle segreterie di partito, alle polemiche sul rossetto. Avete frainteso, Le donne sono l’incudine della famiglia» ha dichiarato Perrone sottolineando la sua imprecisione nell’esprimere il concetto durante il comizio precedente.

L’ex senatore ha aggiunto, rispondendo alle ultime polemiche sollevatesi contro le sue affermazioni nei confronti dei paesi limitrofi, Ruvo in particolare: «Quando dicevo che Ruvo non esiste, mi riferivo alle iniziative intraprese durante gli anni che mi hanno visto alla guida di Corato. In quegli anni addirittura fui io a proporre il collegamento delle zone industriali tra i due paesi. Noi e Ruvo siamo fratelli!»

Perrone ha proseguito il suo appello affermando di voler mettere da parte tutte le incomprensioni per coltivare un unico interesse: “Riportare Corato ad essere il fiore all’occhiello della regione. Non sono l’uomo del microfono o dal vocabolario forbito. Sono il sindaco che può operare dal giorno dopo» mandando poi un chiaro segnale ai suoi oppositori: «Corato non può permettersi di perdere tempo con persone che si limitano a parlare. Il mio compito è quello di essere alla guida della città, riprendere tutte le progettualità rimaste in sospeso e poi mettere in campo progetti per esigenze di medio e lungo termine».

Ha poi parlato di quella che sarà la sua giunta: «Una giunta non di rappresentanza politica ma composta da persone competenti e che sia segno tangibile di rinnovamento per una classe dirigente che un domani sia in grado di camminare da sola». Infine il richiamo agli indecisi: «Tutti dobbiamo adoperarci per il bene di Corato. Votate L’uomo del fare per un Comune che sia la casa di tutti e aperta a tutti, come in passato».

Alla fine, un ospite a sorpresa: Maurizio Gasparri, anche lui a Corato per fare un augurio al candidato sindaco del centrodestra coratino.

A seguire, sullo stesso palco, anche l’ultima uscita pubblica prima delle elezioni di Vito Bovino. «Abbiamo visto salire su questo palco una sfilza di onorevoli venuti da Roma. – ha esordito – Noi non abbiamo bisogno di tutto questo, siete voi i nostri onorevoli».

Poi ha elencato quelle che sono state le pecche delle amministrazioni precedenti tutte di stampo “perroniano”, non ultima, l’essere stati responsabili di aver fatto cadere tre amministrazioni: «Mandare a casa un sindaco appena eletto e la sua amministrazione ha significato interrompere un processo di crescita per Corato» ha dichiarato Bovino aggiungendo: «Corato oggi ha bisogno di armonia, di tranquillità, di passione ed è questo il nostro stile con il quale abbiamo redatto il nostro programma elettorale che pone al primo posto la centralità della persona: lo abbiamo scritto per i bambini affinché abbiano spazi verdi in cui giocare, lo abbiamo scritto per le famiglie affinché ritrovino sicurezza, lo abbiamo scritto per i nostri giovani ed è proprio a loro che mi rivolgo: non barattate i vostri ideali!».

Bovino si è poi rivolto ai suoi avversari politici dichiarando «Da una parte c’è chi si sente l’unto del Signore – chiaro riferimento a Corrado De Benedittis – e dall’altra il decano dell’esperienza – rinfacciando a Gino Perrone la qualità che più di tutte spesso rivendica – poi c’è Il vento del cambiamento in grado di far rinascere la città ormai spenta a causa di giochi politici».

Vito Bovino ha più avanti invitato i cittadini ad esercitare il proprio diritto al voto con coscienza e «pensando al futuro, al futuro dei vostri figli. Siamo all’appuntamento con la storia; dobbiamo chiudere un capitolo pensando alla nostra libertà. Faremo del Comune una casa di vetro nella quale poter vedere all’interno; apriremo tutti i cassetti e ricordatevi: la notte non fa paura perché dopo arriverà l’alba di un nuovo giorno a Corato. Vi chiediamo uno sforzo perché noi siamo coloro che realizzeranno i vostri sogni e sappiamo come farlo».

Il comizio di chiusura di Corrado De Benedittis ha visto come ospite d’eccezione il ministro per gli affari regionali e autonomie Francesco Boccia, intervenuto sulle regionali e con un endorsement a De Benedittis che, una volta presa la parola, ha potuto sottolineare la sua visione di allineamento politico: «Essere dentro un asse con il governo e la Regione non significa avere un rapporto privato con i potenti. Quella è una gestione privata delle cose pubbliche ed è diventata un cancro civile. Da questo cancro la nostra città si libererà, con urgenza prima che sia troppo tardi. Corato è una nave che è stata abbandonata nel pieno della tempesta dal suo comandante».

«Siamo ormai muti e senza voce e nessuno ci sente, siamo una città in caduta nel vuoto, politico e culturale. Loro, in 15 anni di governo quasi ininterrotto, hanno inculcato l’idea che la cultura è perdita di tempo causando una frattura sociale che mette gli uni contro gli altri. Questo significa essere classisti, mascherarsi di vesti populiste e poi frequentare i salotti buoni. Io i salotti buoni non li ho mai frequentati, sono rimasto per strada vivendone i bisogni, i dolori e le contraddizioni. Eleggete un sindaco che prima di essere filosofo condivide da sempre le ansie e i bisogni di un’intera città. Mi hanno accusato di essere contro i ricchi, io non sono contro i ricchi sono contro la povertà, il disagio e l’emarginazione nella nostra città, che secondo l’Istat ha il 56% dei cittadini in profonda difficoltà».

De Benedittis ha risposto alle critiche mosse dalla destra, affermando che «la nostra marcia di liberazione è iniziata due anni e mezzo fa. Sì, siamo da due anni in campagna elettorale grazie “all’esperienza” degli altri. Il paradosso e che qui a Corato si propone come risolutore dei problemi cittadini colui che li ha causati, lasciando una città immobile, colui che ha mandato tre sindaci a casa per puro gusto, e che sentendosi a casa sua dentro il Comune, quando vuole esce dal cilindro un “ciao Corato, sono tornato per questioni di cuore”. Il rispetto reciproco c’è, ma con chiarezza dico che dopo 40 anni di carriera è ora del meritato riposo».

«Se mi votate vi ringrazio, – continua De Benedittis – se non mi votate vi ringrazio lo stesso, purché il voto sia libero, sincero e democratico. Mi hanno detto “io ti voglio votare ma sono in difficoltà” , io ho risposto dicendo che sono stato 10 anni direttore della Caritas, conosco la difficoltà ma sono onesto. Ora non posso far nulla ma dopo il voto cercheremo di capire come aiutare tutti e non solo chi ci ha votato».

De Benedittis tocca, tra gli altri, i temi di sicurezza – «È un problema, ma diffidiamo dalle soluzioni semplici» – scuola e agricoltura: «Due settori abbandonati a loro stessi che con me andranno di pari passo» prima di chiudere il comizio. «È il momento del cambiamento che non torna più. Domenica e lunedì si apre una nuova epoca di una Corato che entra con forza nel ventunesimo secolo».

sabato 19 Settembre 2020

(modifica il 20 Luglio 2022, 21:14)

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Francesco S.
Francesco S.
3 anni fa

«Ringrazio i segretari regionali e la coalizione che ha visto in me la persona adatta ad unire tutti. È per senso di responsabilità che ognuno di noi ha fatto un passo indietro ed ha scelto la strada dell’unità per il bene comune» ha dichiarato l’ex senatore………Senso di responsabilità o sottostare?? Forse il vero cambiamento nel centro dx sarebbe stato quello con l'elezione di D'Introno a sindaco………..o, se avrebbe vinto e lasciata governare la città, la Sig.ra Quinto……invece nulla!!! Spero che non vinca l'astensionismo e la coscienza degli elettori.

Pippo Scamarcio
Pippo Scamarcio
3 anni fa

Tre ardite eccellenze della plitica meridionale, nelle loro riconosciute competenze i coratini avranno solo l'imbarazzo della scelta