A Corato, come probabilmente nel resto della Puglia, vince Michele Emiliano.
È l’esito delle primarie con le quali il centrosinistra ha scelto oggi il candidato alla presidenza della Regione per le elezioni della prossima primavera.
Nel seggio del bar Conudamagi allestito dal Partito Democratico di Corato – uno dei 272 in tutta la regione – hanno votato in 631: 447 preferenze sono andate al presidente uscente, 103 alla ex europarlamentare Elena Gentile. Più staccato il sociologo Leonardo Palmisano (51 voti) e il consigliere regionale Fabiano Amati (20); 6 le schede nulle, 4 le bianche.
A votare sono stati i residenti in Puglia che abbiano compiuto 16 anni, cittadini italiani, dell’Unione europea o extracomunitari con permesso di soggiorno, che hanno aderito alla proposta politica del centrosinistra e hanno versato un contributo di un euro.
«Le primarie sono una grande festa di democrazia e una vittoria per tutti» commenta il segretario del Pd coratino, Attilio Di Girolamo, al microfono di Fabio Di Gennaro. «La riconferma di Emiliano ci fa capire che ha lavorato bene, seppure esistano ancora problematiche da risolvere».
«La grande affluenza dimostra che l’area del centrosinistra è forte» aggiunge Antonello Parziale, segretario giovani de. «I voti a emiliano confermano il buon lavoro svolto in questi cinque anni. Forte anche la considerazione verso gli altri tre candidati. Questo voto indica che nel partito vi sono molte aree che poi andranno a convergere verso Emiliano: al voto saremo uniti per vincere. Buona l’affluenza tra i giovani: anche se viviamo in una città in cui molti partiti sono gestiti da persone di una certa età, il Pd si sta invece spostando verso un’altra direzione e sta dando leadership a molti under 30».
Noto una cosa che ci sta riportando agli anni '70: non c'è quasi più ormai un giovane che non abbia la barba. Sembra una sciocchezza, ma il viso non rasato è stato sempre simbolo di contestazione nei confronti di un certo modo di vivere, ritenuto troppo borghese. Magari poi ci si omologa verso un atteggiamento comune e quindi per nulla originale, ma si ha comunque l'illusione di esserlo. Detto questo, è difficile comprendere il mondo dei giovani: vorrebbero uscire dai vecchi schemi, ma si trovano invischiati, loro malgrado, in un sistema che difficilmente lascia loro lo spazio di cui avrebbero bisogno per cambiare davvero l'Italia. Da cinquant'anni a questa parte ben due generazioni ci hanno provato inutilmente, ed i presupposti per la terza non sono rosei. Barba, o non barba…