Politica

​Demos e Rimettiamo in moto la città: «Basta polemiche, uniti con De Benedittis sindaco»

La Redazione
A destra
La replica alla nota congiunta diffusa ieri da Pd, Nuova Umanità e Ape in cui si invitavano le forze politiche a sostegno di Corrado De Benedittis a «riflettere e favorire un serio dialogo»
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Demos-Democrazia Solidale e Rimettiamo in moto la città replicano alla nota congiunta diffusa ieri da Pd, Nuova Umanità e Ape in cui si invitavano le forze politiche a sostegno di Corrado De Benedittis a «riflettere e favorire un serio dialogo e un sereno confronto con tutti noi».

La nota.

«Corato ha bisogno di tornare a una politica seria, fondata sulle buone maniere, sulla concretezza, sull’onestà intellettuale e sul rispetto degli interlocutori mettendo al bando tatticismi, scorrettezze e doppiezze. La proposta politica lanciata, per tempo, da Demos Democrazia Solidale e Rimettiamo in moto la città, parte da una seria analisi del risultato elettorale dello scorso 26 maggio che ha sancito la leadership di Corrado De Benedittis.

La Casa della Politica – CAP 70033 è il luogo e lo strumento, fatto per unire, in primo luogo i cittadini e le cittadine e poi le forze politiche che in modo sincero e onesto intendono seriamente contribuire a dare alla città di Corato un governo forte e autorevole.

Il metodo è nuovo: niente più segrete stanze e accordicchi fatti tra forze politiche pronte a litigare subito dopo il voto. Per altro verso, i valori sono antichi, incluse la correttezza e la chiarezza delle posizioni, indispensabili per un dialogo vero e fraterno.

Senza proclami e senza comunicati stampa, che potrebbero risultare a dir poco indelicati, Demos e Rimettiamo in moto la città stanno incontrando, con grande discrezione, ma in modo pubblico e trasparente, tutte le forze politiche interessate a un’autentica svolta amministrativa.

La città non può aspettare. Corato, da troppo tempo abbandonata, ha bisogno di proposte chiare. Il metodo è nuovo: niente delegazioni, niente “tavoli di coalizione”, ma incontri assembleari e pubblici tra cittadini, cittadine e forze politiche, che si svolgono in luogo ad hoc chiamato CAP 70033 Casa della Politica.

Lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo e continueremo a farlo.L’abbiamo fatto con gli amici di Italia In Comune – Corato registrando con soddisfazione convergenza; lo abbiamo fatto con gli amici del gruppo Italia Viva lo scorso 2 gennaio; lo abbiamo fatto con gli stessi amici del Partito Democratico lo scorso 20 dicembre; ci apprestiamo a farlo, appena possibile, con gli amici di APE (Associazione progresso etico); attendiamo risposta per un incontro, richiesto lo scorso 15 dicembre agli amici di Nuova Umanità.

Inutili polemiche e odiosi teatrini servono solo a far passare in secondo piano le gravi colpe del Centrodestra locale, unico, vero, responsabile della gravissima situazione di abbandono in cui si trova la città. Si discuta, pertanto, dei problemi reali di Corato e di come risolverli.

Nella CAP 70033, come chiunque può vedere, passando da via San Benedetto, 26, si sta ormai lavorando in tal senso, senza tregua, tutti i giorni, sino a notte fonda. Il tempo è prezioso e perderlo in incontri senza sbocchi, come l’esperienza insegna, è semplicemente deleterio. Le porte della Casa della Politica – CAP 70033 sono aperte, anzi, spalancate a tutti e tutte coloro, incluse le forze politiche, che hanno realmente a cuore le sorti di Corato.

Si sta cambiando tutto, ma in fondo si sta proponendo alla Città di lasciarsi alle spalle la politica dei rancori e dei sotterfugi per tornare a un modo nobile di fare politica, culturalmente qualificato. Tornare all’arte della politica che sin dai tempi antichi è stata ritenuta fondamentale per la civiltà umana, per la convivenza pacifica, per il benessere e il progresso delle città».

sabato 4 Gennaio 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 8:46)

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Giorgio Diaferia
Giorgio Diaferia
4 anni fa

Ottima risposta a questa specie di sinistra che è rimasta

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Oltre all'abbondanza di frasi fatte, c'è un qualcos'altro che non va: dare la sola colpa ad un'espressione politica (la destra, in questo caso) di tutte le malefatte accadute nella città, significa non comprendere che ogni popolo è totalmente responsabile, col suo comportamento o con la sua inerzia, del governo che si ritrova. Non amo, inoltre, per mia natura, dare la colpa agli altri: è un modo semplicistico per coprire le proprie inadempienze, i propri limiti. Corrado, come ho già commentato altrove, non ha, per il momento rivali, e la pochezza che sta in giro non è un onore per la città, dato che non riesce a produrre alternative valide. Non mi piacciono tuttavia gli atti di idolatria nei suoi, o di altri, confronti: li considero poco dignitosi, specie per chi li esprime.

Cittadino
Cittadino
4 anni fa

Palese esempio di arroganza sapientemente celata……. Il candidato sindaco in una coalizione è individuato solo con le primarie….. Imporre un nominativo non costituisce un'apertura ma una netta chiusura…..

Falco
Falco
4 anni fa

Osservo con piacere che Corrado De Benedittis ( é una caratteristica familiale) non domanda niente a nessuno, domanda solamente agli ELETTORI di fare un cammino insieme e di aderire al progetto di ONESTA' , INDIPENDENZA , per il bene della comunità , PER IL BENE DI TUTTI , PER AMORE DEL PAESE . Gi accordi sottobanco lasciamoli agli altri , vedremo se i Coratini continuano a far finta di non capire dove ci sono i VALORI e dove ci sono INTERESSI .

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Si fa riferimento alle primarie: mutuate dal sistema americano, influenzato totalmente dall'egemonia del ceppo anglosassone lì dominante, da noi non servono, data la paurosa impreparazione della gente in politica, che la spingerebbe a scegliere a casaccio, a simpatia o per “sentito dire”. Gestire ora un paese o una nazione, secondo schemi etici prefissati ma alquanto fuori dalla realtà (le frasi fatte alle quali alludo spesso), vuol dire andare incontro a delusioni. Corrado, probabile prossimo sindaco (non credo ci sarà la stessa messe di candidature) deve sapere che il popolo, al quale fa appello per un proficuo cammino comune, sta a guardare, attendersi miracoli, criticare, e di quel cammino, può anche farne a meno. E' quel realismo indispensabile a chi governa, che spinge a non sognare.