Politica

D’Introno alza la voce: «Rispettati i patti. Non sono un traditore, né un burattino»

La Redazione
Pasquale D'Introno
In un accorato comizio, l'ex sindaco ha puntando il dito verso Direzione Italia, i consiglieri firmatarie e Corrado De Benedittis
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Su un piccolo palco, davanti al suo vecchio comitato elettorale, l’ex sindaco Pasquale D’Introno ha risposto a Direzione Italia. L’ha fatto alzando la voce come mai aveva fatto finora e puntando il dito verso il principale partito della sua ex coalizione, i consiglieri firmatari delle dimissioni collettive e anche verso Corrado De Benedittis, consigliere dell’opposizione, accusato di inciucio.

Sul palco con D’Introno, la sua ex squadra di assessori quasi al completo (Di Bartolomeo, Cannillo, Di Ciommo e Roselli, assente solo Lucia Zitoli) e gli ex consiglieri comunali Testino e Sannicandro. Proprio la giunta è stato uno tra i più importanti temi trattati nel lungo intervento.

La candidatura. «Oggi sono qui per raccontarvi come sono andate le cose. Sono stato chiamato da Perrone per candidarmi come sindaco. Mi mostrava un sondaggio dal quale emergevano le difficoltà di Direzione Italia ad esprimere un candidato interno gradito agli elettori. In pole c’era Corrado De Benedittis. Per questo è stato scelto un nome della società civile come il mio. Ne ho parlato in famiglia e ho accettato. Poi il mio nome è andato all’interno della coalizione che non arrivò ad una decisione unica ma chiese le primarie per la presenza della Lega. Probabilmente quella decisione vide un grande impegno dell’opposizione per ostacolare Luigi Menduni, considerato l’appeal della Lega a livello nazionale. Vinsi con 2.500 voti, circa il 70%. Nessuno si aspettava un risultato del genere».

Lasciato solo. «Dopo le primarie non si è capito più niente, eravamo tutti competitor all’interno della nostra coalizione. Da quel momento il candidato D’Introno era il meno spendibile. Io ero nel mio comitato elettorale solo. Questo mi faceva pensare che si voleva farmi perdere. Invece di lavorare sul programma, abbiamo discusso su quale agenzia di comunicazione dovesse seguirmi e su che foto scattare. Ho composto il programma, che ha avuto l’appoggio di tutta la coalizione e al quale non mi sono sottratto. L’amico Filippo Tatò deve capire che il programma l’ha tradito lui e i suoi amici. Io ho continuato a seguirlo nonostante l’assenza di giunta e consiglieri».

I debiti fuori bilancio e l’Asipu. «Il programma – cita testualmente D’Introno – dice che “il nostro primo impegno è garantire alla città con un bilancio sano, le cui poste permettano di individuare capacità e sostenibilità di spesa, in linea con il programma di governo quinquennale”. Parte disdettata con la mancata nomina del collegio di revisione, una cosa impossibile. Una nomina soltanto tecnica che ha bloccato Corato e impedito la possibilità di utilizzare un milione di euro di avanzo di bilancio che avrebbe fatto più spesa per i cittadini. Non abbiamo avuto il coraggio di approvare il debito fuori bilancio di 244.000 euro dell’Asipu e questo ha fatto sì che 800.000 euro di spesa pubblica fosse bloccata tra l’indifferenza di tutti». E sempre a proposito dell’Asipu aggiunge: «Come mai un debito così alto nei confronti dell’Asipu? Abbiamo rivisto in dettaglio i bilanci e chiesto spiegazioni. C’erano 1.800.000 euro di lavori eseguiti senza responsabile unico del procedimento. Come facciamo a pagare se nessuno sa se e come queste opere sono state realizzate?»

La giunta. «Dopo la vittoria elettorale ho aspettato 45 giorni affinché i partiti uscissero con una giunta che non è mai arrivata. Io ho sempre approvato una giunta politica, la volevo. Li ho lasciati liberi di fornirmi dei nomi da valutare a patto di avere intorno gente di fiducia, perché chi sbaglia è l’assessore ma chi ne risponde è il sindaco. Dopo una serie di riunioni serali che non hanno portato a nulla, il 20 e non il 21, ho avuto un colloquio molto animato con Pasquale Pomodoro sull’indicazione obbligatoria di un nominativo di Forza Italia in contrasto con le promesse fatte agli elettori, quello di Lorena Mangione. Si era detto: nomi che non appartenessero a amministrazioni precedenti, nomi diversi per una scelta più ampia. Il mio rifiuto ha generato una grossa opposizione di Direzione Italia che non ho capito se rappresenta se stessa o altri partiti»

La sera del 21. «La sera del 21 sono andato in questa riunione e ho discusso con i consiglieri riguardo la necessità di avere una giunta, ne siamo usciti senza. Premesso che durante la riunione ho chiamato il segretario generale per chiedere se fosse possibile escludere il punto dalla discussione del giorno dopo, cosa che mi fu assicurata. Dopo la riunione ho comunicato ad altre persone della coalizione che non intendevo andare senza giunta al consiglio comunale».

Le dimissioni. «Questa mia decisione, maturata durante la notte, ha ricevuto un ulteriore conforto perché la mattina seguente il segretario generale il quale diceva che non si potevano non discutere i punti, una cosa contraria rispetto a quello che avevo sentito la sera prima. Per questo motivo ho deciso di dimettermi perché le pressioni sui nomi sono cose che non tollero, non sono un burattino, non sono una persona che si convince facilmente. Sono una persona che crede nel mandato ricevuto dalle persone e le persone non sono le segreterie. Era l’unico modo per rimettere in discussione un percorso politico, per poter dire: “Stiamo andando da una parte che non ci porta a niente”. Questo è stato detto il 23 pomeriggio ai consiglieri, il 24 ai segretari e il 25 ho detto alle persone di cui avevo dubbi, come Pasquale Pomodoro che non avrebbe fatto parte della giunta».

Il presidente del consiglio. «Quella mattina sono andato in consiglio senza giunta e non è stato votato il presidente del consiglio a mia insaputa. Di questa situazione ho avuto modo di discutere con i vertici regionali di Fratelli d’Italia e Idea i quali hanno voluto aderire a questa scelta, considerando sempre i posti da assegnare in giunta a Lega e Forza Italia, cose per le quali abbiamo discusso 60 giorni dopo ma senza nessun esito, siamo arrivati addirittura a richiedere un intervento della Meloni a livello nazionale».

L’azzeramento della giunta. «A Bari, alla presenza di Fratelli d’Italia e di Direzione Italia ho portato un mio formale impegno ad azzerare la giunta previa verifica dei nomi, perché non avevamo i nomi. Su questo avevo la vicinanza e ho la vicinanza di Idea e di Fratelli d’Italia che hanno espresso all’interno della giunta i loro membri con Peppino Cannillo e con Luigi Di Ciommo. Non c’è stato alcun patto che è stato trasgredito. Li abbiamo mantenuti».

Il segretario generale. «Nessuno ha detto che si aspettava l’azzeramento entro le 12 del giorno 5. Ci dovevamo riconfrontare. L’unico elemento di discussione era la segreteria del sindaco. Il sindaco ha la facoltà, il dovere di formare intorno a sé una segreteria che gli dia fiducia e garanzia, senza con ciò andare a infangare il nome di nessuno. Mi è stato detto “la misura è colma”: ma allora il segretario (nei confronti del quale D’Introno aveva avviato la procedura per la revoca, ndr) è una figura politica o un impiegato dello Stato a supporto di tutta l’amministrazione? Perché il 5 le dimissioni dei consiglieri? Perché i termini di scadenza della selezione si chiudevano il 6 e il 7 avrei potuto nominare il nuovo segretario generale. Questo mi è stato impedito».

L’affondo nei confronti di Corrado De Benedittis. «Mi dispiace per il mio amico Corrado ma gli chiedo, tu che ha detto “pacta sunt servanda” (i patti devono essere rispettati ndr), come fai a fare un accordo, tu che hai parlato di un potere mafioso subito dopo la mancata elezione? Non ti rendi conto che la sfida è importante a prescindere dai colori politici? A questo punto vuol dire che tu sei pilotato. Ricordo a me stesso che dopo il 26 maggio, si parlava di 800 voti disgiunti andati da Direzione Italia a Corrado De Benedittis. Chi è l’elettore di Corrado De Benedittis che vota Direzione Italia? Mi sembra tanto un inciucio».

«Patti rispettati». «Ci lamentiamo che il sindaco sia un traditore ma dove sono le carte scritte, le posizioni politiche che non ho rispettato? Datemi i nomi, nomi nei quali potessi avere fiducia, solo questo ho chiesto. A ogni consigliere sarebbe andata una delega, affinché ognuno di loro si sentisse operativo. Ho visto il mercato delle pecore questi giorni. Consiglieri sfilati da Fratelli d’Italia. Che schifo! A chi date conto? Guardate negli occhi i vostri figli! Ho visto pian piano sfilarsi i consiglieri della maggioranza a cominciare da Zitoli. Un sabato mattina vado a trovare il consigliere Tedeschi per invitarlo a ragionare. Dopo due ore di discussione, si alza e va in viale Cadorna (dove si trova l’ufficio di Perrone, ndr). Ma che schifo, che uomo sei? La mattina del 5 invece, alle 10, vengono a incontrarmi i consiglieri Porro e Mastrodonato per chiedermi cosa avrei fatto. “Ho dato la mia disposizione ad azzerare la giunta per avviare quest’amministrazione”, ho risposto. E loro: “Devi revocare la disposizione sul segretario”. Dopo due ore firmano le loro dimissioni.

Ero sicuro delle firme. Ma secondo voi il notaio Capozza poteva preparare l’atto in così poco tempo? Forse erano già depositate le firme ma ne mancava una, di una persona che ha detto di non voler firmare ma in più occasioni ha fatto il contrario di quello che pensava (sembra riferirsi ancora a Corrado De Benedittis, ndr). Ho sollecitato i consiglieri a venire a lavorare con me. Mi hanno risposto in maniera evasiva. Che vi candidate a fare allora e chi vi deve votare ancora?».

Il futuro. «Tornare qui è straziante. Lo faccio per la città, affinché voi ricordiate quando sarete di nuovo alle urne. Continuerò ad impegnarmi per la città. Costruirò barriere e fossati contro l’oppressione e metterò con me persone con i miei stessi ideali, oneste e trasparenti, che riprendano il motto della città: “Cor sine labe doli”».

lunedì 16 Settembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 13:30)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Corato, in precedenti elezioni, ha votato in modo quasi plebiscitario un candidato. Non sottolineo di certo se ciò, alla luce dei risultati, sia stato conveniente o meno per la città. Rimane però, come semplice analisi socio-politica, il fatto della messa di preferenze. La caduta in disgrazia di Berlusconi, mèntore di tale persona, ha fatto in modo che si facessero altre scelte politiche. E' umano. Rimangono comunque alti l'influenza e il carisma nel paese. Dunque, chi è entrato in una simile coalizione, doveva conoscere il peso determinante di tale nuovo partito. Perché dunque questo comizio? Io l'avrei evitato. E l'assai poco edificante scambio di accuse non permetterà mai la necessaria ed auspicata evoluzione sociale del paese, relegandolo sempre più al sud.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Chiedo venia per un probabile “lapsus calami”: credo di aver scritto “messa di voti” al posto di “messe”. Sarà l'ora…

Mario L
Mario L
4 anni fa

Sono d’accordo con il signor Di Gennaro degli sbagli fatti pre e post elezioni però c’era voce nel paese di questo sondaggio fatto a spese di qualcuno e ciò mi sembrava surreale ma ieri sera è stato confermato, poi tutto il resto è la prima volta che viene messo a nudo tutto il sistema del paese, un po’ di riflessione va fatto.

Coratino Emigrato
Coratino Emigrato
4 anni fa

Il mio pensiero e quello di dire: meglio così. Forse dispiace dell'ex Sindaco,caduto in un pozzo pieno di serpenti.Questi politici,tutti con una maschera.

pigiX
pigiX
4 anni fa

Avis a cantu dignoscitur

PigiX
PigiX
4 anni fa

I panni sporchi si lavano a casa….non altrove….

carlo mazzilli
carlo mazzilli
4 anni fa

“tornare qui è straziante…”… a chi lo dici… un discorso accorato sì ma poco convincente, da cui emerge una figura di una ingenuità abissale…mi sarei aspettato un pò più di nerbo e un pò meno genericità. i fatti, se bisogna dirli, bisogna dirli tutti, facendo nomi e cognomi. e subito subito, non a fatti ormai conclusi. altrimenti meglio non dir nulla.

Francesco Amorese
Francesco Amorese
4 anni fa

La tua verità, costruita, è perfetta ma passare da ” Don Abbondio” della situazione proprio non va.

SL
SL
4 anni fa

Non bisogna gettare fango su altre persone, non è leale e non è da persone (come Lei dice) per bene….In fondo i problemi insuperabili erano all'interno della sua coalizione…ma c'è poco da spiegare, dire e da ridire perché ormai anche i più duri di comprendonio lo hanno capito….

è vero gli uccelli si riconoscono dal loro canto…

Povera città di Corato, votata al pettegolezzo e al'infamia, poveri cittadini nelle mani di politicanti senza scrupoli…

Ci vorrebbe un miracolo….

Mario L
Mario L
4 anni fa

Surreale perché viene chiamato una agenzia del nord per fare questo sondaggio pro De benedittis . Dico questo perché questo si diceva in città e ieri sera ho avuto conferma. E allora voglio dire per le votazioni comunali si può fare tutto questo?

un dubbioso
un dubbioso
4 anni fa

Mi scusi signor D'Introno… ma lei da buon Sindaco non avrebbe dovuto parlare con i suoi consiglieri nel suo ufficio??? Anzichè in botteghe colorate come da lei definite??? mi sorge il dubbio che non voleva far ascoltare a nessuno le sue richieste.
Mi dispiace che nel suo comizio di ieri sera, c'era poco di politico e tanto rancore personale.

Lucrezia
Lucrezia
4 anni fa

Caro Pasqualino….. Ma dove vivi…
Il voto disgiunto non è il risultato di nessun inciucio di Corrado o delle sue liste….. É solo l'espressione di un popolo non totalmente libero di votare chi caspita gli pare…. Ma non ti preoccupare perché alle prossime votazioni noi Corato voteremo persone corrette…. Non di certo te.

nerdrum
nerdrum
4 anni fa

forse semplicemente e banalmente nn era in grado di reggere una pressione come quella che di solito si soffre in politica. forse ingenuo, o sprovveduto, idealista, in buona fede o malconsigliato, ma sicuramente nn in grado di coprire un ruolo come quello di sindaco, il pulcino calimero viene mangiato nella fosse dei leoni.

Amedeo Strippoli
Amedeo Strippoli
4 anni fa

Scusate, ma è possibile che in questo paese non si muove foglia senza il beneplacido di questo misterioso personaggio, che tutti accusano ma che nessuno dice esplicitamente chi è.
Possibile, scusate la ripetizione, che non c'è un personaggio della vita civile in grado controbbattere queste ingerenze e che non sia compromesso in inciuici vari. Possibilmente un persona realista che sappia affrontare le varie esigenze cittadine senza fronzoli e senza filosofie.

Marco
Marco
4 anni fa

Caro D'Introno ti facevo una persona più elegante e rispettosa, ma hai deluso le aspettative…
Chi più di te poteva conoscere la situazione? e cercavi appoggi da altri che non avevano nulla anche fare con te e il tuo programma e la tua squadra?

Credo che il tuo amico (come tu dici) Corrado ti avrà più volte fatto intendere con “chi te la facevi”
e proprio le pressioni che tu hai sofferto e di cui ti lamenti pubblicamente sono espresse nella frase che tu dici “Che significa? Pacta sunt servanda”. Significa che se hai concorso con quelle liste hai tacitamente accettato un compromesso che poi, alla fine , hai rifiutato…

Maddai siamo seri, aprite gli occhi!!