Politica

Amorese, l’analisi è amara: «Destra votata da chi l’ha sempre osteggiata»

La Redazione
Claudio Amorese
«Prima del ballottaggio ho cercato il dialogo con tutti i candidati esclusi al primo turno. Alcuni non mi hanno neanche risposto, altri hanno rifiutato, con gli altri sono riuscito a parlare direttamente o indirettamente»
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«In primo luogo porgo le mie congratulazioni al vincitore delle elezioni amministrative 2019 per il Comune di Corato. Poi vorrei fare alcune considerazioni perché sia chiaro a tutti cosa è accaduto. Circa 3.900 elettori fra quelli di De Benedittis, Loizzo, Longo, Mazzilli C., Mazzilli M., Bovino, Lenoci hanno votato per il candidato della destra, che rappresenta la continuità con la vecchia politica che ha ridotto la nostra città nelle condizioni in cui si trova ora».

A metà mattina Claudio Amorese affida ai social la sua riflessione post voto e pubblica un’analisi che rispetto alle parole di ieri sera presenta forse meno delusione ma, certamente, più amarezza.

«Essi – aggiunge Amorese – nonostante abbiano sempre, a parole, avversato la persona che direttamente o indirettamente ha mosso i fili dell’Amministrazione cittadina negli ultimi 20 anni o forse più, nella pratica lo hanno sostenuto votandolo direttamente ovvero promuovendo l’astensione o l’annullamento della scheda.

Nella fase precedente il ballottaggio – continua – io personalmente ho cercato il dialogo con tutti i candidati esclusi al primo turno. Alcuni non mi hanno neanche risposto, come ad esempio Loizzo, altri hanno rifiutato il dialogo come ad esempio De Benedittis e Lenoci, mentre con gli altri sono riuscito a parlare direttamente o indirettamente. Non si è mai parlato di incarichi di qualsiasi natura come merci di scambio per un appoggio elettorale.

Io non so se altri lo hanno fatto. In ogni caso è bene ricordare che un Assessore può essere rimosso in qualunque momento, mentre l’Amministrazione del Comune durerà cinque anni. Tutto questo – conclude Amorese – alla faccia delle belle parole spese durante la campagna elettorale, dai cosiddetti “puri” e soprattutto della coerenza dei nostri elettori al desiderio di cambiamento, tanto sbandierato, durante le campagne elettorali».

lunedì 10 Giugno 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 18:16)

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rossella gavioli
rossella gavioli
4 anni fa

Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto.
(Sandro Pertini)

PINO
PINO
4 anni fa

bastaaaaaaa andate a lavorareeeee…..

con ste cavolo di votazioni avete rotto i meloni……..tutti quanti indistintamente—-ieri sera davanti una scuola c era un candidato CONSIGLIERE COMUNALE STORICOOOOOOOO
veniva a scuola con me, volevo fermarmi e dirgli: MA NON SEI STANCO OGNI VOLTA CHE CI SONO LE ELEZIONI DI MOSTRARTI su quelle figurine…..CI VUOLE PURE UN CORAGGIO e che cavolo…..

una fame di potere…..altro che interessi per la citta

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Claudio non vuole osservare la realtà: la città, o buona parte di essa, è orfana di Gino, ed avrà i suoi buoni motivi. Il primo risiede nel desiderio di seguire l'uomo “forte”: le è sufficiente questa caratteristica, per sentirsi tutelata. Occorrerebbe che, chi vuol vincere, sia più “forte” di Gino. Ma con quali argomenti? Le “promesse” non costituiscono, da sempre, dei motivi convincenti. Simboli e candidati obsoleti o forse indesiderati, meno che mai. Ma perché non hai provato, come ho continuamente suggerito io, a dire che avresti rinunciato allo stipendio? Forse questo, in mancanza d'altri, sarebbe stato un argomento piuttosto convincente, visto che avrebbe spezzato il trito dualismo: “politica = interesse privato”. E poi, bando al sordo e tardivo livore: ci fa troppo, “terroni”.