Politica

La delusione di Claudio Amorese: «Questa è la scelta degli elettori»

La Redazione
Claudio Amorese appena arrivato al comitato di via Dante
Delusione nel quartier generale. «Ho fatto tutto quello che potevo fare»
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Tristezza e incredulità, nel quartier generale di via Dante, sono montati nel giro di trenta minuti. Già dalle prime sezioni la forbice tra Amorese e D’Introno è ampia e cresce man mano che i dati, frenetici, arrivano al comitato. Lo scoramento generale e qualche mugugno accompagnano lo scandire del dato relativo ad ogni sezione che vede, quasi sempre, il candidato del centrodestra avanti. Il divario a metà dello scrutinio dice già 1.500 voti di differenza.
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A mezzanotte arriva Claudio Amorese, accolto da un fortissimo applauso tributatogli per il percorso fatto in questi due mesi. Prima di parlare si prende qualche minuto di riflessione e, in silenzio, fissa lo schermo dei dati.

Poi esordisce: «Vi ringrazio per tutto l’impegno che ci avete messo, ho fatto tutto quello che potevo fare, ma questa è la scelta degli elettori. Il nostro messaggio non è giunto adeguatamente». La delusione è tanta e traspare dal volto di Amorese. «Cosa dirvi – continua – sono a vostra disposizione. Continueremo in questo progetto, cercheremo di essere più efficaci. Tornerò al mio lavoro e farò il consigliere comunale. È andata così».

Deluso anche Vincenzo Labianca, il candidato consigliere più suffragato al primo turno. «Noi abbiamo preferito non fare apparentamenti con la volontà di condividere i programmi delle altre forze politiche. C’è, invece, chi ha dichiarato di non voler fare accordi. ma il risultato dimostra altro».

lunedì 10 Giugno 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 18:16)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Se il messaggio non è giunto agli elettori, si spera che giunga, ai responsabili, l'avvertimento proveniente dagli elettori: sicuramente, i primi, desideravano più visi nuovi e meno simboli datati. Oltretutto, è ormai tempo di scelte: non si può rimanere, staticamente e senza prospettive, al centro. Lo spostamento a destra, in Europa, è dovuto al fenomeno dei migranti: dove ci si sente più “minacciati”, dove la disoccupazione preoccupa di più, dove l'integrazione è più difficile, lì vi è più ostracismo. Da noi tutto ciò raggiunge il massimo, ma noi, per come si è formato, nel tempo, il popolo che abita l'Italia (non esiste un “popolo italiano”), siamo diversi dagli altri, e ci comportiamo in modo differente, inevitabilmente, inesorabilmente, con buona pace di Salvini, in modo differente.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Gino 1, non ho detto che la destra sta vincendo in Europa, ma che sta progressivamente, in alcuni Stati più deboli, avanzando, proprio a causa dei timori dovuti all'arrivo dei migranti. Eppure mi sembra di essere molto chiaro, quando scrivo. Con Salvini, oltre alla città di nascita, non ho molto in comune: troppo diversi i nostri tratti. Comunque io, al posto suo, come ho avuto già modo di dire, avrei dato la cittadinanza a tutti quei milioni di stranieri che vivono, abusivi o no, in Italia e a tutti quelli che vi sbarcano, con diritto alla casa, al reddito di cittadinanza, all'assistenza sanitaria, alla scuola e a tutto il resto. Con la speranza di non essere più contestato, starei poi a guardare quello che succede. Cincischiando tra uno sbarco e l'altro, la sua politica non avrà futuro.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Gino 1, la periferia è stata sempre succuba delle vicissitudini centrali. Il sud poi, senza un partito che lo rappresenti o un politico con carisma di livello nazionale, lo è ancora di più. Quando affermo che Salvini, così facendo, non avrà un futuro, parlo da studioso di Politica, non da fazioso. Vive troppo alla giornata, ha un panorama limitato, assume atteggiamenti talvolta puerili o troppo istintivi. Non nego però che, da concittadino (per nascita), nutro nei suoi confronti una certa solidarietà. Fondamentalmente io sono, oltretutto, un conservatore: non ho mai seguito le squallide “mode di infatuazione politica collettiva” che la mia data di nascita (primissimo dopoguerra) mi ha concesso di veder passare nel tempo. Comunque l'Italia è il primo dei Paesi che io ho definito “deboli”.