Brevi schede personali, le priorità dei programmi, le differenze tra un candidato e l’altro e l’idea della Corato che sarà fra cinque anni.
È ciò che abbiamo chiesto a ciascuno dei 9 candidati sindaco in lizza per guidare la città. Da oggi e fino venerdì su queste pagine verranno pubblicate le risposte di tre candidati per volta.
Procedendo in ordine alfabetico, dopo Claudio Amorese, Vito Bovino e Pasquale D’Introno, oggi tocca a Corrado De Benedittis (Rimettiamo in moto la città, Demos), Emanuele Lenoci (Altra Corato, Indipendenza Civica, Nuove strade per Corato, Orgoglio per Corato, Rinnovamento Corato) e Paolo Loizzo (Ape, Italia in Comune, Sinistra Democratica).
CORRADO DE BENEDITTIS
Professione: docente di filosofia e storia
Età: 47 anni
Composizione della famiglia: single
Titolo di studio: laurea in filosofia
Politico di riferimento: Guglielmo Minervini
Quali sono le tre priorità del suo programma?
Attenzione ai giovani, troppo ignorati e penalizzati da assenza di prospettive. Ogni giovane avrà in me un riferimento istituzionale che darà ascolto e supporto. Un assessorato ai giovani e allo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile offrirà supporto affinché le idee diventino realtà economica e fermento culturale senza dover fare la valigia. Poi una ricetta per rilanciare il commercio al dettaglio: meno restrizioni, meno tributi locali, più servizi comunali. Assurda è la questione dei dehors che ha penalizzato tanti esercenti: sarà rivista insieme a insegne e tende da sole. Infine una politica per lo sviluppo e il lavoro, articolata in alcuni grandi punti: rilancio della zona industriale e artigianale; consorzio agricolo di promozione e tutela dei prodotti tipici e dei produttori; promozione dell’immagine di Corato nei mercati nazionali e internazionali; tavolo permanente con operatori economici e professionisti.
Cosa la differenzia dagli altri candidati?
Non avere dietro di me padroni, gruppi di potere e pressione; mai candidato in precedenza; mai fatto parte di apparati politici o di precedenti amministrazioni; sempre impegnato per il bene comune: ambiente, cultura, Costituzione; essermi battuto tutta la vita in difesa della dignità delle persone, soprattutto di quelle più deboli, fragili e indifese.
Come immagina la città tra cinque anni?
Più bella, più sicura, più libera, con un grande piano urbano del verde e una rigenerazione urbana che metta al centro il diritto alla salute e alla felicità di ognuno di noi.
EMANUELE LENOCI
Professione: Manager regionale azienda farmaceutica
Età: 60 anni
Composizione della famiglia: sposato e padre di una figlia
Titolo di studio: laurea in Scienze geologiche
Politico di riferimento: nessuno
Quali sono le tre priorità del suo programma?
Piano urbanistico generale, Piano del commercio e Piano della mobilità sostenibile. In particolare è emersa la criticità relativa al ritardo nell’iter di approvazione del Pug che lascia irrisolte alcune situazioni, quali: lo stato della delocalizzazione della dorsale Enel di 150 kV di via Massarenti; centro storico (coerenza con il Piano di recupero, difficoltà di intervenire nel contesto della normativa sismica); completamento e/o potenziamento delle aree cimiteriali; ipotesi risolutiva delle aree private a uso pubblico e istituzione di un tavolo tecnico di confronto; individuazione e sistemazione dell’area per mercato settimanale e/o rionale; fattibilità del polo logistico di via Trani per la realizzazione di un polivalente, una scuola primaria, una secondaria di primo grado, una secondaria di secondo grado e del nuovo palazzetto dello sport; realizzazione di infrastrutture per la mobilità pedonale (in primis l’allargamento con corsie pedonali del cavalcavia di via Castel del Monte), ciclabile e mezzi di trasporto pubblico per le zone extraurbane.
Cosa la differenzia dagli altri candidati?
Il progetto civico, focalizzato sulla città sganciato dalle dinamiche di condizionamento dei partiti nazionali e dei loro riferimenti locali.
Come immagina la città tra cinque anni?
Una città pulita, ordinata, ben organizzata, in cui tutti i cittadini si sentano partecipi e attori attivi nel processo di fruizione dei servizi, delle infrastrutture e della partecipazione attiva alla vita sociale e amministrativa, liberi da ogni condizionamento.
PAOLO LOIZZO
Professione: medico, responsabile del pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Corato
Età: 55 anni
Composizione della famiglia: sposato e padre di due figli
Titolo di studio: laurea in medicina e chirurgia
Politico di riferimento: Aldo Moro
Quali sono le tre priorità del suo programma?
Partecipazione: un centro di raccolta informazioni per le segnalazioni dei cittadini su strade, scuola, microdelinquenza e servizi pubblici, anche attraverso un’app per smartphone; un registro di cittadini volontari che vogliano collaborare con il Comune; un ufficio qualità per vigilare sui servizi dell’ente. Ambiente: monitoraggio costante dell’inquinamento da smog, campi elettromagnetici, rumore, procedure chiare di intervento e un’ordinanza sull’ortofrutta come quella adottata ad Andria; illuminazione pubblica a led; aumento isole ecologiche. Scuola, sicurezza e sviluppo economico, tutte legate: voglio un sistema formativo integrato con le scuole del territorio, con un nuovo polo didattico per l’istituto Oriani-Tandoi e manutenzione delle strutture; un vigile per ogni quartiere; la Cittadella del lavoro di supporto a chi cerca lavoro e chi manodopera. E servizi essenziali per una zona industriale dimenticata.
Cosa la differenzia dagli altri candidati?
La credibilità, perché la mia storia personale, professionale e politica parlano da sole: io gioco a carte scoperte. La libertà, perché dietro di me non c’è nessun notabile che detta cosa, dove e quando fare o non fare un provvedimento, o chi preferire e chi no. Poi la capacità di prendermi cura delle persone.
Come immagina la città tra cinque anni?
Senza buche, ma questa è un’ovvietà. Immagino una città più consapevole delle proprie potenzialità, equa, sicura e sostenibile, in cui ogni cittadino possa riscoprirsi orgoglioso di essere coratino. La Corato che vorrei è nelle sette aree del programma. Leggetele sulla mia pagina Facebook, Paolo Loizzo Sindaco.
Anche in questo caso sono stato colpito dal “politico di riferimento”: quel “nessuno” espresso da Emanuele, se da un lato farebbe subodorare una certa presunzione, dall'altro porta ad intendere libertà di pensiero ed indipendenza ideologica. La Pira, Moro, Minervini, elencati ora e prima, sono personaggi defunti: può essere che occorra necessariamente essere morti, per ispirare qualcosa di positivo? Ed infine l'augurio di una città ideale, nella quale vi sia partecipazione da parte di tutti. E qui si nota una certa impreparazione storica: ma siamo certi che le persone vogliano essere coinvolte, o non preferiscano invece stare a guardare, per poi più facilmente criticare e lamentarsi?
La storia dimostra come i cittadini restino inascoltati, anche quando si sono impegnati a fondo per evidenziare clamorosi errori di valutazione, purtroppo la politica fino ad oggi è stata nelle mani di persone assolutamente privi di umiltà nel riconoscere i propri limiti oggettivi, insiti nella natura umana di ciascuno di noi. Auguriamoci che si sia avviato un nuovo percorso capace di fare tesoro delle esperienze fino ad ora vissute e subite.
Aldo, l'unico modo per essere ascoltati, i cittadini lo trovano nella manifestazione del voto. Mi dici un esempio “intelligente”, nella storia politica (non referendaria)della repubblica, nel quale tale eccelsa espressione di democrazia abbia rivoltato, in Italia, le montagne? Non ti stare a scervellare: la solita Storia ci insegna che al nostro popolo piace stare “alla finestra” (o sotto un “balcone”, magari di piazza Venezia, a Roma).