Il confronto

Aspiranti sindaci e ambiente. «Un tema da affrontare tutti insieme»

La Redazione
I candidati sindaco a confronto con Legambiente
Due ore di dibattito moderato da Legambiente. Tra i tanti argomenti, si è parlato anche di mobilità sostenibile, rifiuti ed elettrodotto
2 commenti 1239

Ieri l’auditorium del liceo artistico ha ospitato un lungo dibattito tra i nove aspiranti sindaci sui temi ambientali ed ecologici. L’incontro è stato promosso da Legambiente che ha voluto ascoltare le risposte e gli impegni futuri dei candidati alla fascia tricolore.

Pino Soldano, presidente del circolo Vassallo, e Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, hanno aperto il confronto auspicando un cambiamento importante. «Si tende a mettere in atto buone pratiche qua e là – ha detto Tarantini – ma nessuno programma una città smart. Colpa di sindaci con poca visione, che si limitano a interventi puntuali e nulla di più, anche a causa delle scarse risorse a disposizione».

Tanti i punti discussi, tutti importanti: «quello dell’ambiente è un tema trasversale, senza colore – dice Emanuele Lenoci – si può lavorare tutti insieme per migliorare la vita dei cittadini».

Urbanistica
Il primo a prendere la parola è De Benedittis: «Bisogna lavorare su un’urbanistica sostenibile che va rilanciata puntando sulla qualità e non sulle volumetrie. Abbiamo un regolamento edilizio già pronto ma che non è stato approvato a causa della crisi di governo». «Il Pug è lì, ha superato tutti gli ostacoli e va portato a termine», risponde il sindaco uscente Massimo Mazzilli che ha illustrato sia i provvedimenti presi dalla sua giunta sia quelli già finanziati e ha annunciato un «atteggiamento radicale» nel suo programma sul tema ambientale. «L’esubero delle unità abitative – propone Claudio Amorese – va fronteggiato incentivando le ristrutturazioni».

Mobilità sostenibile
Vito Bovino parte dalle piste ciclabili. «Un conto è imporle, un altro è studiarle. Credo sia più utile che si colleghino al Parco dell’Alta Murgia o ai comuni vicini piuttosto che al centro». Più netto Loizzo: «Le attuali piste ciclabili sono inutili, vanno eliminate e sostituite con aree di parcheggio orarie. Il traffico veicolare può essere ridotto usando navette elettriche che servano i cittadini con efficienza e regolarità». Su quest’ultimo punto è d’accordo anche Amorese che propone soste gratuite e agevolazioni per chi possiede l’auto elettrica. Massimo Mazzilli annuncia di aver già finanziato un parcheggio in via Lago di Viti che potrebbe essere usato come park and ride, altro strumento per limitare l’uso dell’auto nel centro urbano.

Verde pubblico
Loizzo solleva la questione del verde pubblico. «Verde urbano? Io vedo solo parietaria. Piazza Di Vagno e piazza Mentana, due piazze centrali, sono spoglie». «Va pensato un piano urbano del verde serio – rincara De Benedittis – in collaborazione con persone competenti del settore».

Campagne
D’Introno punta l’attenzione sulle campagne. «Le acque di vegetazione sono costose da smaltire e pericolose per l’ambiente ma possono trasformarsi in vere e proprie risorse. Stesso discorso per gli scarti della lavorazione olearia. Noi li affidiamo ad altre regioni che li sfruttano guadagnandoci».

Controllo
Campagne interessante anche dall’abbandono di rifiuti. «Ci vuole maggior controllo e sanzioni esemplari – si augura Longo – la Murgia spesso è terra di nessuno». «Bisogna potenziare il sistema di video sorveglianza e installare foto trappole», rincara Bovino.

Mentalità
Praticamente tutti i candidati sindaci accennano o fanno riferimento ad un cambio di mentalità necessario per avere maggior rispetto dell’ambiente. «Va fatto un investimento dal punto di vista culturale – dice Longo del Movimento 5 Stelle – parlano di riciclo e poi li vedi buttare l’immondizia per strada, parlano di mobilità sostenibile e non usano metodi alternativi all’auto». Dello stesso avviso Amorese: «Manca una cultura ecologica e bisognerebbe investire sull’informazione prima di fare repressione. Ad esempio molti non sanno che l’olio esausto non va buttato nello scarico del lavandino».

Elettrodotto
L’elettrodotto verrà spostato. Lo dice Francesco Tarantini, lo conferma Massimo Mazzilli. «Ci siamo arrivati troppo tardi a questa decisione», dice Bovino. Un problema non ancora del tutto risolto per Loizzo perché «verrà spostato dalla testa di alcune persone, sulla testa di altre». «Il bonus che verrà erogato per lo spostamento – chiede Soldano – che venga assegnato al quartiere di via Prenestina che tanto ha sofferto questa situazione».

Monitoraggio
Sul tema pone l’accento Lenoci. «Vorremmo istituire un registro comunale dei tumori e monitorare attentamente l’inquinamento elettromagnetico e quello delle polveri sottili. Abbiamo già predisposto una piccola centralina di monitoraggio che rileva il particolato»

L’ultimo ad arrivare è Cataldo Mazzilli. «La collaborazione con Legambiente e l’impegno per l’ambiente è di vecchia data» racconta il candidato sovranista, che poi attacca l’Asipu: «una bellissima azienda che marcia male. Costa tanto e viene gestita in maniera allegra». Dall’ex consigliere arriva anche la proposta di realizzare una compostiera comunale. «Saremmo i primi a realizzare una cosa del genere. In Albania questo impianto funziona».

giovedì 16 Maggio 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 19:22)

Notifiche
Notifica di
guest
2 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Lucrezia
Lucrezia
4 anni fa

Tutti i candidati sindaco hanno esposto le loro idee in maniera armoniosa….. peccato che poi si pensa a vincere le elezioni per un proprio tornaconto.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

…no, per favore, ora anche l'Albania ci deve essere d'esempio, dopo aver noi sbavato dinanzi al modo di fare di decine di altri Paesi, in tutti i campi immaginabili. Siamo, l'ho detto moltissime volte, un popolo anomalo, formatosi forzatamente unendo, solo perché abitanti di una porzione geografica particolare (lo Stivale, circondato dal mare e dalle Alpi), ceppi diversissimi tra loro. Ed è per questo che stiamo distruggendo le nostre tradizioni, la nostra cultura, la nostra lingua: l'aggettivo “nostro” è infatti sentito come un termine a noi avulso, non sentito, non riconosciuto. E' normale che sia accaduto. La nostra “anomalia” deve servire però da mezzo: riconoscerla ed agire su tale realtà sarebbe infatti assai proficuo, senza che si finga, quindi, di essere un popolo unito.