Politica

​Demos inaugura il nuovo presidio a Corato

La Redazione
La sede di via San Benedetto
Domani alle 19.30​ incontro pubblico alla presenza del Coordinatore nazionale Paolo Ciani
1 commento 1591

«Una rete federativa fatta di esperienze territoriali, iniziative civiche e amministratori locali per una nuova proposta politica». Si chiama Demos – Democrazia Solidale e sarà presto presente anche a Corato.

Il coordinamento locale del nuovo movimento politico – promosso dal consigliere regionale del Lazio, Paolo Ciani, e da Mario Giro, già vice ministro degli esteri – verrà presentato alle 19.30 nella sede di “Rimettiamo in moto la città” in via San Benedetto, 24. Interverranno Paolo Ciani, coordinatore nazionale Demos; Christian Roma, referente regionale Demos; Giuseppe Tarantini, Antonella De Benedittis e Corrado De Benedittis.

«Demos – spiegano – si propone come risposta alternativa alla diffusa proposta politica populista, xenofoba e anti europea. In una società in cui si è svilito il ruolo della politica e si è perso il senso del bene comune, Democrazia Solidale intende affrontare con lucidità e senza propaganda temi complessi come lavoro e sviluppo, decoro e cura dell’ambiente, inclusione, soluzioni abitative, anziani, immigrazione, “periferie al centro”. Demos vuole essere un tessuto che nasce “dal basso”, per rispondere all’appello del cardinale Bassetti, presidente della Cei, di fare rete per “ricucire” l’Italia. In questi mesi la presenza di Demos si è allargata in diverse città italiane: Roma, Torino, Napoli, Novara, Frosinone, Prato, Brindisi, Macerata, L’Aquila, mentre nuovi gruppi si vanno formando in Basilicata e Sicilia.

Demos sarà presente con una sua lista alle prossime amministrative a sostegno di Corrado De Benedittis.

mercoledì 20 Febbraio 2019

(modifica il 22 Luglio 2022, 0:34)

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
1 Commento
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

Questo nuovo partito, nato a Roma, è l'ennesima dimostrazione di quello che ho sempre detto: a sud della Capitale, a livello politico, non si è capaci di combinare alcunché, ed occorre aspettare un non meridionale per poi attaccarvisi come un novello Messia. Sono talmente labili questi nuovi movimenti, da sparire quasi subito. Qui si fa una miscellanea, una volta sicuramente vincente: la Chiesa (storico e paradigmatico il bigottismo nel Sud), l'appello al proverbiale e caritatevole buonismo italico, un'elencazione di buone intenzioni programmatiche. Ma ora i tempi sono cambiati, e non esistono più i presupposti che favorivano, nel passato, tali parametri. E manca, secondo me, la cosa più importante: il “rispetto” democratico per quello che una maggioranza di popolo ha deciso.