L’amministrazione comunale non c’è più ormai da due settimane e tutte le attenzioni sono già ampiamente rivolte alla prossima campagna elettorale.
Eppure ci sono questioni, più o meno datate, che restano dei “conti aperti” e riemergono a galla con una certa facilità. Soprattutto se hanno inciso molto sugli ultimi mesi di vita del governo cittadino.
È il caso di quanto avvenne in occasione della mozione di sfiducia nei confronti di sindaco e giunta presentata a dicembre da undici consiglieri di opposizione e discussa a gennaio.
Come si ricorderà, la mozione venne respinta per un solo voto. A decidere quella convulsa votazione fu l’inaspettata scelta dell’allora consigliere Fabrizio Ventura. Pur essendo stato solo un mese prima tra i firmatari della mozione, Ventura in consiglio comunale ritrattò e votò contro il documento. Tanto bastò per garantire la sopravvivenza dell’amministrazione, almeno fino alle dimissioni del sindaco Mazzilli presentate a fine settembre.
La presa di posizione di Ventura spiazzo tanti e suscitò polemiche e sospetti, a cominciare dai suoi ex colleghi del Cantiere che replicarono subito con parole durissime. L’ex consigliere venne accusato di essere stato comprato o ricattato, mentre lui ribadì più volte di aver compiuto una scelta autonoma.
La vicenda risale a nove mesi fa, ma a farla tornare d’attualità sono state le parole dell’esponente di Noi con l’Italia, Pasquale Pomodoro (all’epoca ancora sostenitore di sindaco e maggioranza), che di certo non hanno contribuito a dissipare quelle ombre.
In una recente intervista, Pomodoro ha infatti affermato che l’inaspettato voto di Ventura contro la mozione non è arrivato perché «è stato baciato la notte da Padre Pio», ma perché «ci sono stati altri interventi di convincimento che l’hanno portato a questa decisione».
Allusioni alle quali ha voluto rispondere lo stesso Ventura nella videointervista che vi proponiamo in questa pagina.
«Effettivamente la mia decisione deflagrò in maniera improvvisa e mi aspettavo che sarebbe esploso un mare di polemiche. Però rivendico ancora oggi quella scelta e la ripeterei» ha spiegato Ventura. «La forma, però, fu probabilmente sbagliata. Mi assumo la responsabilità della situazione che si venne a creare, probabilmente non avrei neppure dovuto firmare la mozione. Ma in quel periodo mi interfaccia con Massimo Mazzilli e decisi che non era giusto buttare tutto alle ortiche, pur essendo tra i firmatari del documento».
Di quali “interventi” parla l’ex consigliere Pomodoro?
«L’ho chiamato e mi ha detto di aver reso male il concetto» ha aggiunto Ventura. «Nei giorni precedenti alla votazione sulla mozione ci furono contatti tra gli esponenti dell’allora maggioranza e della minoranza. Ma la mia idea è nata da riflessioni personali, non ci sono stati mai opere di convincimento o ricatto. Se avessi sposato la causa del gruppo guidato da Pomodoro non sarei rimasto fino alla fine al fianco del sindaco Mazzilli, come invece ho fatto.
Alla fine questo “sacrificio” è stato vano, visto che la città è stata commissariata lo stesso. Ma la cosa che mi ha fatto più male è stata la macchina del fango che, oltre a me, ha investito le persone a me care».
Nel video l’intervista integrale.
La politica, da essere una “cosa sacra”, è diventata con il passar del tempo, una “cosa” molto sporca perché al primo posto sono stati messi gli interessi partitici ovvero di parte dimenticando gli interessi della polis. Basti pensare a ciò che sta avvenendo a livello nazionale: mi si dica chi non ha fatto una manovra a favore dei cittadini, per ridurre il debito e la disoccupazione, è come mai debito e disoccupazione non sono calati e i cittadini stanno sempre peggio? C'è qualcosa che non quadra!
La Politica (ma questo vale per ogni aspetto della vita) deve essere coerenza e lealtà. Se la nostra Costituzione permette i ripensamenti ed i “cambi di casacca”, tutti coloro che “si buttano in politica” si credono autorizzati a farlo, e si sentono anche a postissimo con la propria coscienza. A Mazzilli, per il quale nutro una simpatia esclusivamente personale (io non avrei “mai” partecipato ad un partito nazionale “di massa”, senza un suo capo carismatico “serio ed affidabile”, perché sospinto, tale partito, in ogni caotica direzione, proprio come si comporta una “massa” di gente indisciplinata), ho sempre suggerito di reggere sino alla fine, per poi “lasciare” definitivamente (cosa ardua per un politico italiano): la sua non fermezza ha permesso, penso, che avvenisse ciò che è successo.
Addirittura tirare in ballo i Santi…
Parlerei più di banderuole sui campanili.
Un pizzico pizzico di vergogna, no?
Del resto un sacrifico del tutto inutile!