Politica

Addio al progetto “Open”, niente più fondi per i servizi offerti dalla comunità “I girasoli”

La Redazione
I Girasoli
Ieri a portare la questione all'attenzione del consiglio comunale è stato il consigliere Giuseppe D'Introno: «il servizio è stato assicurato dal Piano di zona solo fino al prossimo 11 settembre»
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Corato sta per perdere uno dei servizi più importanti e delicati offerti ai cittadini in difficoltà ed alle loro famiglie. Si chiama “Open”, ma per tutti è l’opera portata avanti dalla cooperativa “I Girasoli”.

Ieri a far arrivare la questione all’attenzione del consiglio comunale è stato il consigliere Giuseppe D’Introno: «il servizio – ha detto – è stato assicurato dal Piano di zona solo fino al prossimo 11 settembre».

L’obiettivo del servizio è quello di seguire, tutelare e accompagnare gli utenti nel percorso di aiuto nel periodo di post dipendenza patologica da droghe. «Ad oggi – ha spiegato D’Introno – il servizio viene svolto nella sede della cooperativa “I girasoli” a Corato, ma anche al “Clad” a Terlizzi e nei laboratori artistici a Ruvo. Nel complesso il servizio segue dagli 11 ai 15 utenti, molti dei quali senza fissa dimora e in esecuzione penale esterna. Impiega 8 lavoratori far psicologi, counselor, operatori socio sanitario e assistenti sociali.

Il servizio, fiore all’occhiello della nostra città sin dal 2000, oggi rischia di chiudere e lasciare nell’incertezza gli utenti, le famiglie degli utenti e gli operatori. Vorrei conoscere quali sono gli orientamenti degli uffici e dell’amministrazione in questo ambito e quale sarà il futuro vero di questa realtà e dei suoi lavoratori».

Dalla risposta del sindaco pare che il servizio non avrà seguito: «”Open” così com’è non può essere più finanziato. Nella nuovanprogrammazione, fermo restando che troveremo il modo per traghettare verso ilnnuovo servizio, ci siamo immaginati un servizio che dia le stesse risposte e lenmigliori.

Devo dire una cosa: spesso quel servizio non veniva fruito da personenche ne hanno bisogno dell’ambito di Corato, Ruvo e Terlizzi. Venivano affidatenpersone di altri ambiti che non avevano quel servizio. E allora ci siamonpreoccupati di avere un servizio più adeguato rispetto alle famiglie bisognose,nper le persone che si trovano senza assistenza di nessun tipo e magari hannonbisogno di una azione di contrasto rispetto alle dipendenze, di vario tipo. È previstonquindi un servizio non uguale ma più efficace rispetto a quello. Nel bilancionstiamo inserendo delle entrate che servono ad alimentare i servizi sociali».

mercoledì 5 Settembre 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 9:08)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

E' un classico: le istituzioni centrali favoriscono, con la politica inadeguata, la nascita di devianze sociali; quelle periferiche devono sostenere onerosamente le iniziative per combattere tali devianze. Ma queste mie sono solo ciarle: tali realtà negative esistono e, di chiunque sia la responsabilità (è, secondo me, di tutti noi), vanno congruamente affrontate.