Tra i temi caldi del prossimo consiglio comunale in programma martedì 4 settembre ci sarà certamente la questione relativa a Palazzo Gioia. Com’è noto, l’immobile acquistato dal Comune è recentemente tornato di proprietà del privato che l’aveva originariamente acquisito in virtù di una sentenza del Consiglio di Stato.
Nei giorni scorsi sulla vicenda si era espressa anche l’opposizione. Mentre oggi è Palazzo di città a torna sulla questione, illustrando lo stato del procedimento e le possibili azioni da intraprendere.
«Valutare ogni azione da intraprendere per far sì che il bene resti nella disponibilità della collettività, anche per non disperdere le energie profuse per rendere Palazzo Gioia un centro di cultura ormai riconosciuto tale non solo dai cittadini di Corato»: inizia così la disamina del sindaco Mazzilli sulla vicenda amministrativo/giudiziaria.
«E’ opportuno – dice il primo cittadino – ripercorrere il percorso giudiziario della pratica di prelazione del Palazzo Gioia, dividendolo in quattro punti fondamentali: 1) sentenza TAR Puglia n.2541/2008 favorevole per il Comune di Corato; 2) sentenza Consiglio di stato n.4868/2010 favorevole per il privato. sentenza Consiglio di Stato n.1549/2011 favorevole per il Comune di Corato-giudizio di ottemperanza; 3) sentenza TAR Puglia n.1304/2016 favorevole per il privato; 4) sentenza Consiglio di Stato n.4667/2018 favorevole per il privato.
Dalla disamina delle sentenze si evidenzia che le decisioni della Magistratura non sono costanti. Per l’amministrazione comunale l’obiettivo è quello di dare alla collettività un bene che è parte importante della storia stessa della città di Corato. La questione essenziale, quella che interessa la collettività, è che dal momento dell’inaugurazione il bene ha assunto un ruolo importante nella programmazione culturale posta in essere dall’amministrazione comunale, registrando una notevole presenza sia di cittadini che di gente venuta da fuori. Anche in base a questi risultati, si può ben dire che Palazzo Gioia ha acquistato un ragguardevole valore storico e di immagine, che ha superato i confini Provinciale e Regionale.
Ora l’amministrazione, unitamente allo studio legale che la rappresenta in giudizio, sta valutando ogni azione da intraprendere – sottolinea il sindaco – per far sì che il bene resti nella disponibilità della collettività. Ciò potrà eventualmente definirsi solo al termine di tutte le iniziative intraprese e eventualmente da intraprendere in sede giudiziaria e non».
Bisogna Negoziare con il legittimo proprietario. Assumere le responsabilità
e non sono poche invece di crederci al di sopra della LEGGE
Quanti soldi sprecati per il super ego di qualcuno…
“…il bene della collettività…”: se fosse vero, e non lo metto in dubbio, sarebbe la prima volta, nella politica italiana… Come ha detto lo pseudonimo “Chi paga?”, forse sarebbe il caso di trattare con il proprietario, senza incaponirsi con ulteriori beghe legali, il cui esito è incerto. Certo questo significherebbe riconoscere d'aver forse fatto, in precedenza, dei passi azzardati. Ma il vero uomo è anche colui che sa quando smettere.
Mi auguro che le non vie giudiziali non significhi andare dal privato cittadino e dargli un pacco di soldi dei cittadini di Corato solo per salavate l’amministrazione dalla pessima figuraccia oltre che salvarsi dal palese danno erariale e quindi non metterci di tasca propria….