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Elettrodotto, tra bozze e convenzioni spuntano gli errori sul tracciato

La Redazione
Elettrodotto
Ieri in commissione sono emerse altre "imprecisioni" nelle cartografie del tracciato: nonostante la «verifica puntuale» effettuate dagli uffici sulle singole particelle, almeno un paio di edifici non sono riportati sulle "mappe"
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Discutere la “Proposta di nuova convenzione e protocollo di intesa” inviata da Terna, la società che gestisce il servizio di trasmissione della corrente elettrica per conto di Enel. Questo doveva essere lo scopo della seduta di commissione che si è svolta ieri: erano convocati sia i consiglieri componenti della commissione urbanistica presieduta da Tommaso Loiodice, sia quelli della commissione affari istituzionali guidata da Pasquale Pomodoro. Di fatto, invece, di quei documenti si è detto e capito poco.

Il protocollo d’intesa e la convenzione di Terna
Sfogliando le bozze in possesso dei consiglieri, si legge che Terna propone al Comune di procedere verso la realizzazione di un progetto che consentirà la delocalizzazione dell’elettrodotto della zona 167 «in aree a minor antropizzazione, in modo da ridurre i diversi impatti per le popolazioni locali e minimizzando l’interferenza con le zone di pregio naturalistico, paesaggistico e archeologico». Un progetto che, come si capirà nel paragrafo successivo, nella parte in cui descrive il territorio non corrisponde alla realtà.

Nella bozza di Terna infatti si legge: «il Comune dichiara che lungo le aree potenzialmente impegnate dai tracciati individuati e dalle proposte di varianti non vi sono abitazioni/edifici/recettori che non consentirebbero la realizzazione dell’intervento ove autorizzato». Invece, com’è noto, non è così, visto che in quella zona le case non mancano.

Se all’azienda resta l’impegno di «utilizzare sostegni a basso impatto ambientale del tipo monostelo», al Comune rimane quello di «dirimere» eventuali conflitti per «assicurare il regolare svolgimento dei lavori».

Intanto, nella bozza di convenzione Terna – come previsto dalla legge – si impegna a «compensare gli impatti territoriali legati alla realizzazione dell’intervento» partecipando alla «realizzazione di opere di pubblica utilità per un massimo di 100mila euro, iva inclusa». Per esempio «potremmo realizzare degli impianti di illuminazione pubblica sulla restante parte di via Castel del monte non ancora illuminata» ha detto ieri il sindaco Mazzilli. Una magra consolazione, secondo molti.

Il progetto della convenzione e il territorio
In merito al progetto di delocalizzazione al vaglio del Ministero, sembra chiaro ormai che «gli errori siano stati fatti “a monte”, circa dieci anni fa» e allo stato attuale dei fatti pare che l’intenzione sia quella di scegliere «il meno peggio»: ieri lo ha detto anche il presidente regionale di Legambiente, Francesco Tarantini, schierandosi palesemente verso la prosecuzione della strada intrapresa dall’amministrazione. Nessun accenno all’eventualità di mettersi a lavorare su alternative migliori: la paura è che «si perda tempo», secondo Tarantini.

Quanto alla presenza di abitazioni nella zona in cui dovrebbe sorgere l’elettrodotto, già nel 2008 l’allora sindaco Luigi Perrone precisava che «con il trasferimento (dei tralicci, ndr) aldilà della statale, in una zona cosiddetta “di rispetto” dove nessuna abitazione è presente e dove a nessuno sarà mai consentito costruire, siamo al sicuro».

Sulla stessa lunghezza d’onda, ieri il sindaco Mazzilli ha dato notizia della «verifica già effettuata dagli uffici rispetto alla situazione attuale, particella per particella». L’obiettivo, secondo quanto precisato dal primo cittadino, era «verificare se fossero stati rilasciati permessi a costruire nella zona interessata dal progetto di Terna». Sono state rilevate «interferenze su tre o quattro situazioni e infatti c’è qualche modifica del tracciato» ha annunciato.

La situazione, però, appare diversa da come descritta: è infatti bastata un’osservazione attenta da parte dei presenti per evidenziare, già ieri in sede di commissione, la presenza di altre “imprecisioni”: almeno un paio di case mancano ancora all’appello, edifici regolarmente costruiti e non riportati sulle “mappe” dell’elettrodotto.

Tutte circostanze che impongono ulteriori approfondimenti. «Questa dell’elettrodotto è una grande responsabilità» ha detto Loiodice dopo aver riassunto alcune delle fasi principali della vicenda. Al presidente della commissione urbanistica non è sfuggito di ricordare il documento sulle osservazioni relative al nuovo progetto Terna approvato in consiglio comunale e l’incontro organizzato un anno fa dal Cantiere in cui la Regione Puglia, per voce dell’assessore Santorsola, chiariva che «i margini di azione ci sono ancora tutti: in commissione a Roma l’iter è ancora molto lontano dal concludersi».

Il progetto alternativo di Nicola Diaferia
Fu la stessa occasione in cui il compianto Nicola Diaferia, scomparso solo pochi giorni fa, presentò il progetto alternativo che aveva studiato e che il Comune stesso ha presentato al Ministero: «non è stato mai valutato dai tecnici del Comune in maniera approfondita come invece andrebbe fatto» ha fatto notare il consigliere Aldo Fiore. «Perché dunque ci si incaponisce su un progetto sbagliato? Io quello attuale non lo condivido e non capisco perché non si valutino gli altri» ha aggiunto l’ex sindaco Renato Bucci. Su questo fronte sia il consigliere Fiore che il collega Paolo Loizzo hanno rinnovato la proposta di una «commissione tecnica di valutazione»: anche ieri però questa idea è stata rifiutata.

L’analisi della proposta di Diaferia è uno «sforzo» da fare secondo Loiodice, trattandosi di «un’opera che resterà lì per tanto e tanto tempo, sulla “porta” della nostra Murgia» e «sulle teste dei nostri figli» come ha sottolineato Mazzilli. Una considerazione – quella di Loiodice – che ha trovato l’appoggio anche degli altri commissari, in primis del consigliere Franco Caputo.

Così come il sindaco, resta fermo sul progetto attuale il presidente Pomodoro: «abbiamo il dovere di andare avanti con questo progetto per non perdere tempo. Siamo in tempo per fare i piccoli aggiustamenti necessari: se qualcosa è sfuggito, va corretto».

martedì 20 Marzo 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 17:22)

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Gaetano Bucci
Gaetano Bucci
6 anni fa

Finalmente si intravede, concreta e vicina, la soluzione al trasferimento dell'elettrodotto della zona 167. Dopo molti decenni e chissà quanti danni alla salute di migliaia di coratini non ci si può fermare su dettagli tecnici, su interessi strumentali di pochi o su inopportuni calcoli politici. Nè possono valere pregiudizi di tipo ambientalista o paeseggistico. La salute vale molto di più.
Se l'amministrazione sarà attenta potranno essere minimizzati i rischi. Insistere su altre soluzioni, più dispendiose o più lontane nel tempo, è un grave errore. Questa volta l'amministrazione vada avanti, con decisione e senza alibi. Farà certo ciò che la città si aspetta da decenni.

Giò Gatto
Giò Gatto
6 anni fa

Tutto con molta calma eh

Maria
Maria
6 anni fa

Come sempre c'è chi fa gli errori 'a monte' tanto alla fine chi paga sono i cittadini! Come fate a chiamarvi amministratori? Dovreste avere a cuore il bene dei cittadini ma qui state giocando con la nostra salute! Vergogna!!!

Maria
Maria
6 anni fa

Tutelare la salute di molti piuttosto che quella di pochi (?) è comunque un grave errore dell'amministrazione…la salute è sacra per tutti nessuno escluso!!

Amedeo Strippoli
Amedeo Strippoli
6 anni fa

L'unica soluzione per risolvere il problema alla radice è interrare i cavi dell'elettrodotto nel tratto urbano d'interesse. Non accontentavi degli spiccioli a discapito della salute della cittadinanza.
In quanto al rispetto attuale dei termini di legge, alla luce di quanto emerso, avrei qualche dubbio. Sarebbe cosa buona è giusta l'idea di una commissione tecnica esterna, possibilmente, disinteressata.

Pietro Piccolomo
Pietro Piccolomo
6 anni fa

Voi probabilmente scrivete senza sapere ancora esattamente dove verrà spostato l’elettrodotto ( e probabilmente non lo sanno ancora neanche quelli di Terna e ovviamente al Comune) e quindi non sapete che si sta solo delocalizzando il problema verso altre aree comunque abitate. Detto ciò, e’ per voi una soluzione questa di “spostare” il problema altrove? Oppure pensare ad una soluzione definitiva per la salute di Tutte le persone?????