Cultura

Don Peppe Diana, la storia del parroco eroe ucciso dalla camorra

La Redazione
Don Peppe Diana
​A 25 anni dall'uccisione del sacerdote, venerdì 6 marzo alle 19.45 nel salone della parrocchia della Sacra Famiglia, si terrà la presentazione del libro "Don Peppe Diana e la caduta di Gomorra"
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A 25 anni dall’uccisione di don Peppe Diana, da parte della camorra, venerdì 6 marzo alle 19.45 nel salone della parrocchia della Sacra Famiglia, si terrà la presentazione del libro “Don Peppe Diana e la caduta di Gomorra. Un sacerdote e la sua gente rinnovano il loro mondo” di Luigi Ferraiuolo, giornalista e redattore di Tv2000.

Nel libro l’autore racconta la figura di don Giuseppe Diana e la caduta di Gomorra innescata dal suo martirio avvenuto il 19 marzo 1994, dal contesto sociale in cui maturò il suo omicidio, alla rivolta culturale e umana di una piccola fetta di resistenti che hanno creato un mondo diverso proiettato verso il futuro.

Luigi Ferraiuolo, con lo sguardo attento sul sociale, ha voluto raccontare con questo libro, la vita e l’opera di don Peppe Diana, soprattutto per tenere sempre viva la memoria del parroco eroe, morto per amore del suo popolo, il cui omicidio ha segnato il destino di intere comunità e di intere generazioni, non solo di tutto il territorio casalese ma anche di quelli circostanti. Territori dove il bene e il male sono in lotta tra loro, ma dove il bene è più forte e può sconfiggere il male. Infatti, l’esempio di don Peppe Diana è stato un punto di riferimento, una luce nel buio, che ha permesso il loro riscatto e ha concretizzato la buona novella di Cristo cioè che “tutti abbiamo la possibilità di rinascere alla luce di Nostro Signore”.

Il testo ripercorre, attraverso la storia di questo sacerdote eroe, “Martire del riscatto”, anche le tappe della rinascita di un territorio rimasto troppi anni sotto il giogo della camorra, abbandonato dalle Istituzioni. Un territorio dove oggi, sulle proprietà sottratte alle famiglie malavitose, sono fiorite cooperative sociali di ragazzi disabili o disagiati o ex detenuti che sono diventate ristoranti o vere e proprie imprese, opportunità di lavoro e impegno per i giovani. come la Nco ora acronimo di “Nuova cucina organizzata”; La forza del silenzio; Agrorinasce; Dulcis in fundo e tantissimi progetti che funzionano come antidoto allo strapotere dei boss, all’omertà, alla paura e alla rassegnazione e alla mancanza di una vita sociale.

Un impegno collettivo e una nuova realtà sociale che si oppone al ritorno concreto della camorra, dopo venticinque anni comincia a dare frutti, non solo nel Casertano ma nel resto d’Italia.

martedì 3 Marzo 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 6:26)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Non so se le organizzazioni criminali, o una certa mentalità contraria alla legalità, saranno mai sconfitte, in gran parte d'Italia, ma penso che non debba essere un italiano, specie se meridionale, il migliore a raccontare di questo fenomeno, ma uno straniero, non condizionato cioè da pregiudizi troppo compassionevoli o indulgenti. Egli direbbe che ogni popolo si merita sia il governo, sia tutto ciò che, di bene o di male, gli accade ma, più che altro, che un popolo al quale capitano avvenimenti negativi, non è un masochista, ma l'incolpevole fruitore finale di una serie di vicissitudini, storiche, sociali, politiche ed economiche, che hanno caratterizzato la storia di quel popolo.