Il primo romanzo a quarant’anni. «Ma ho tante altre storie nel cassetto», spiega Luigi Maldera, avvocato penalista coratino con una grande passione per i libri e in particolare per i gialli. Il legal thriller, “Una soffiata confidenziale” (0111 edizioni, 198 pagine), è nelle librerie e negli store on line da qualche giorno. Il suo racconto è stato finalista al premio “Un giallo per 1000”, meritando così la pubblicazione con la casa editrice 0111.
Sinossi. Una serie vorticosa di accadimenti: una telefonata, una voce rompe la monotonia nella caserma dei carabinieri di Trani in un tardo pomeriggio apparentemente simile a tanti altri. L’autore della soffiata telefonica racconta di un uomo che si aggira nell’entroterra intricato e affascinante delle campagne pugliesi con una santabarbara a bordo della sua auto; segue l’individuazione, l’arresto, la sofferta e drammatica carcerazione. L’imputato è, prima di tutto, vittima di una serie sfortunata di circostanze e situazioni ed è colpevole agli occhi di tutti: sembra gridare a vuoto la sua innocenza e la sua disperazione. Fra giustizia e ingiustizia, alti, bassi e capovolgimenti continui di situazioni, muove i suoi primi passi un giovane avvocato. Alla fine la Giustizia trionfa, ma solo dopo aver solcato in modo indelebile le esistenze dei vari protagonisti dell’intricata faccenda.
Da dove nasce “Una soffiata confidenziale”?
Nel mio romanzo ho raccontato le esperienze che mi è capitato di vivere esercitando la professione. Sono lì, nero su bianco, fatti accaduti tra il 2004 e il 2013, ovviamente romanzati. I protagonisti si muovono in un background familiare, quello della mia Puglia.
Ovvero?
Sono i luoghi che ho amato, che ho vissuto tra Corato e Trani. Le campagne murgiane e le città che abito. Posti bellissimi che sono sempre più rinomati, basti pensare a Trani candidata a capitale della cultura.
Da dove nasce la passione per la scrittura?
Questa è la mia prima pubblicazione ufficiale ma ho sempre scritto romanzi, sin da piccolo. Per come la vedo io il romanzo è qualcosa che ti porti dentro per tanto tempo. Le idee, le storie che pensi maturano, crescono e ad un certo punto ti viene naturale scriverle.
Il Luigi che legge invece, cosa sceglie?
Sono un lettore onnivoro e prediligo i romanzi storici. Tra gli scrittori che mi hanno appassionato ci metterei senz’altro Camilleri e Carofiglio che leggo con estremo piacere e uno dei campioni del legal thriller, John Grisham. Ad avermi colpito più di tutti è stato Arthur Conan Doyle. Ho letteralmente divorato i libri di Sherlock Holmes, non riuscivo a staccarmene. Si dice che Doyle non riuscì a far morire Sherlock Holmes perché i lettori erano talmente affezionati al personaggio che chiesero nuove storie e allo scrittore inglese toccò accontentarli. A ragion venduta, lui è veramente il padre della giallistica, e la sua fama è ben meritata.
Il valore aggiunto che deve avere un legal thriller?
Chi legge un giallo si aspetta la suspance, il libro deve essere in grado di tenere il lettore attaccato al filo fino alla fine. Ecco, Arthur Conan Doyle ci riusciva perfettamente.
Hai detto di avere tanto materiale nel cassetto. Potresti creare anche tu un personaggio alla Commissario Montalbano?
La sopravvivenza del personaggio principale dipende anche dal successo del libro. Al momento non ho nulla di predefinito, ma mi piacerebbe continuare a scrivere a prescindere.
Grande Avvocato, Umile.
Solo una nota: dire una “soffiata confidenziale” è una ripetizione inutile. La soffiata è di per sé confidenziale.