Come un nipote fa con un nonno, così gli studenti di scuola media dialogheranno con l’ex magistrato Leonardo Rinella. È quello che accadrà giovedì 21 novembre alle 10.30 nell’auditorium della scuola “M.R. Imbriani”, nell’ambito della giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza. A organizzare l’incontro è il Presidio del Libro di Corato, in collaborazione con l’istituto comprensivo “Imbriani-Piccarreta”.
Partendo dal libro “Il piccolo cittadino”, scritto appunto da Rinella e pubblicato da Progedit, con parole semplici si affronteranno i temi della legalità e dei diritti e doveri dei bambini e degli adolescenti. Sarà un po’ come trasformare in realtà quello che accade nel libro: un nonno speciale, che per una vita ha amministrato la giustizia, siede accanto ad un nipote altrettanto speciale per la sua sete di conoscenza. I due chiacchierano amabilmente come in un gioco a misura di bambino. «Che cosa succede nonno – chiede il bambino – se qualcuno non rispetta le regole?». Una occasione preziosa per riflettere sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
L’autore. Leonardo Rinella è stato magistrato fino al 2000. Autore di monografie giuridiche e di numerosi saggi, ricordiamo in particolare, per i nostri tipi, Il processo a Gesù (2004), Un nodo da sciogliere (2006), i più volte ristampati La Costituzione della Repubblica italiana (2009) e Dieci anni di mafia a Bari e dintorni (2015, nuova ed.), e Il processo penale al tempo del pretore. Breviario di diritto processuale comparato fra il codice “fascista” del 1930 e quello “garantista” del 1989 (2016). Michele Barone (Bari 1992) inizia la sua attività come illustratore nel 2012 realizzando tavole per Le avventure di Cesarino nel campo dei miracoli e successivamente per Il Cantasogni (2014), entrambi pubblicati per i nostri tipi. Collabora alla colorazione della fiaba Nel mondo incantato con Emma e Mattia (Genova 2014). Nel 2016 realizza copertine e tavole per il mensile «Narcomafie».
Cosa succede se qualcuno non rispetta la legge? Domanda difficilissima, in quanto scontro tra teoria e pratica: come le cose dovrebbero andare e come invece spesso vanno. Troppo garantismo, troppe controverse assoluzioni, troppe lungaggini processuali, troppa esposizione dei magistrati a minacce. Un solo grado di sentenza e l'anonimato della Corte, che potrebbe trovarsi anche lontana dal luogo del misfatto, accelererebbero e renderebbero obiettivi i processi. Anche Rinella cade nello stesso errore nel quale è incorsa la nostra Costituzione: parlare di “diritti e doveri”, invece di anteporre i secondi ai primi, come condizione necessaria (il rispetto dei doveri) per perorare i diritti. E' un equivoco che ci ha portati, col tempo, a credere che noi siamo solo depositari di questi ultimi.