Domenica 10 novembre, a partire dalle 19 in piazza Grenoble 14 , sarà presentato il libro “E la chiamano estate – Quando andavamo in villeggiatura” di Valentino Losito, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti della Puglia, edito da Secop.
Con l’autore dialogheranno Sara Caldara e Barbara Crapolicchio. L’incontro è organizzato da Fidelis Quadratum.
Si tratta di una raccolta di brevi aneddoti di un’infanzia felice e che lascerà in ogni lettore una scia di ricordi che alleggeriscono il cuore.
Secondo Losito, «vivere e scrivere sono un lungo viaggio, un continuo trasloco di pensieri, sentimenti ed esperienze»: le esperienze traslocate nel libro sono quelle vissute da lui e da suo padre, Lorenzo, nei periodi di villeggiatura estiva nella marina di Santo Spirito. La cittadina sul mare diventa luogo del cuore, rete di episodi, un ufficio da cui passare a ritirare ricordi smarriti per farne memoria. Nell’amarcord marinaro la nostalgia diventa assolutezza dialettica e, quindi, futura.
Un sentimento sottile e acuto si insinua negli occhi nel lettore che sentirà la necessità di tornare alla “villeggiatura”, cioè a un tempo segnato dai ritmi della sospensione, dell’assenza, della distanza dalle cose del mondo.
«Losito – afferma Oscar Iarussi nella prefazione – rinverdisce la promessa dell’estate cercando nelle sere serene la carezza della sperata quiete».
L’autore. Valentino Losito, giornalista bitontino, è stato per 25 anni collaboratore della Gazzetta del Mezzogiorno, prima come capo servizio di politica interna e poi come viceredattore centrale. Segretario dell’Ordine dei giornalisti della Puglia dal 2007 al 2010, diventa presidente nel 2013, per poi lasciare l’incarico nel 2017. Attualmente è consigliere nazionale dello stesso Ordine. Appassionato di giornalismo, politica, calcio, lirica, poesia e della sua città, a metà degli anni ’90 è stato promotore, a Bitonto, del Centro studi e documentazione Agorà. Sposato con Rita, papà di Caterina, Anna Chiara e Lorenzo, si è sempre interessato ai temi legati alla cittadinanza attiva e ai rapporti tra fede e politica in relazione soprattutto all’educazione delle giovani generazioni.
La “voglia” di scrivere, di raccontarsi, di entrare nel cuore o nell'interesse della gente, unita all'augurio di guadagnarci qualcosa, sono alla base dei tanti libri editi e presentati nei diversi salotti letterari, allestiti al momento o già predisposti all'accoglienza dei vari autori. La “grafomania”, ed io, con i miei molti commenti sul “benevolo” CoratoLive, ne sono un esempio, si fonda sul desiderio di rendere partecipi gli altri dei propri sentimenti, sulla speranza di influenzarli con le proprie idee, sulla soddisfazione, se un libro vende bene o vi sono riscontri positivi, di essere riusciti nell'intento. Solitamente chi scrive molto è un introverso, uno a cui risulta difficile parlare. Proprio per questo si affida alla penna per sfogarsi, per realizzarsi, per “credersi” utile.