È passata poco meno di una settimana dal weekend dedicato alla “via Francigena in rosa” ed è il momento di tirare le somme. Adele Mintrone, presidente del “Comitato della Via Francigena del sud” commenta: «è andata molto bene questa prima edizione del festival inserita, già da questa estate, in un cartellone europeo tra 600 altri eventi tra Italia e Europa. Una grande occasione per valorizzare il nostro territorio attraverso la via Francigena. Gli esiti della manifestazione sono andati oltre le nostre aspettative. Tanto l’entusiasmo raccolto tra cittadini, imprese, associazioni, scuole e giovani che ci incoraggiano sul percorso intrapreso».
«Crediamo sia stata vincente la formula inedita da noi proposta – continua Adele Mintrone – con i racconti e letture delle memorie di “Luisa Piccarreta la Santa”, che ha consentito una accessibilità più immediata e cittadina di conoscenza della figura femminile mistica presente nella nostra Città. Figura intorno a cui tutto il Festival della Via Francigena In Rosa si è articolato».
«Originale e di grande gradimento l’iniziativa “botteghe aperte”: una vera e propria scoperta per i giovani e riscoperta degli adulti, delle attività artigianali e dei “maestri di bottega” ancora oggi attivi. La riproporremo ampliando il numero degli artigiani».
«Anche le passeggiate, chiamate cammini, hanno riscontrato nei giovani e studenti grande interesse per via delle “accoglienze” a sorpresa che hanno trovato lungo il percorso come i “giardini di Luisa” e la Chiesetta di Santa Lucia. Emozionante la passeggiata nell’alta Murgia, a Torre Disperata: un posto irraggiungibile, ma che oggi abbiamo scoperto raggiungibile col cammino».
«Possiamo contare circa 200 persone partecipanti alla manifestazione alle quali si aggiunge anche il diretto coinvolgimento di cittadini, studenti, giovani e associazioni. Tra queste ultime anche quelle direttamente coinvolte che, spontaneamente, hanno voluto sperimentarsi nell’accoglienza, nel contribuire ai dettagli organizzativi, nella diffusione dell’iniziativa e nella partecipazione. A loro un grande grazie».
«Si è avvertita una atmosfera di gioia e condivisione cittadina, che era il nostro scopo. Abbiamo voluto strutturare il festival con l’intento di far respirare aria Francigena, far sentire la città in modo diverso intrecciando insieme artigianato, elementi culturali, presenza mistica e religiosa, il territorio con i suoi paesaggi e con i suoi prodotti. Abbiamo voluto dare un esempio di come, attraverso la Via francigena, è possibile una fruibilità collettiva della città fatta di inclusione, aggregazione, incontri, identità condivisa, declinazione sociale. Siamo stati paesaggio umano. Abbiamo cercato il coinvolgimento dal basso e abbiamo ricevuto tanta partecipazione e proposte di idee per una continuità di sensibilizzazione e di fare città in modo nuovo, in stile francigeno.
«Idee e proposte che avranno sviluppo a breve come la richiesta di fare altra musica. Grandissimo successo, infatti, ha avuto il concerto di sabato sera, a cura di JazzIn: note dolcissime di musica si sono librate in un’atmosfera in cui tutto si è trasformato in qualcosa di straordinario e unico. Sulla stessa scia, proporremo a novembre altra musica che bene si sposa con la Via francigena».
Tre saranno le date di altrettanti concerti in Chiesa Matrice: il 12 novembre Santos Brasil a cura di Lulinha Anelcar (fisarmonicista) con Vince Abbracciante e Cesare Pastanella e l’introduzione musicale di Alessandro Buongiorno (chitarra sola). Il 23 dicembre sarà la volta di Jane Jeresa & Harlem Blues Band, ritmi natalizi in chiave blues. Il 4 gennaio gli Accorati (coro liturgico) diretti da Valeria Di Maria.
La Chiesa di San Vito tornerà a riaprirsi con una straordinaria opera artistica legata alla storia della via Franchigia grazie all’Istituto Federico II Stupor Mundi con cui l’associazione è già al lavoro per le piastrelle col pellegrino, utili per segnare il percorso francigeno.
«Con le altre scuole – l’Istituto “Oriani -Tandoi”, l’Istituto “Tannoia” e la scuola Santarella -Cifarelli che hanno aderito al Comitato, continueremo a lavorare e a sviluppare i temi della Via francigena, compresa la micro economia. Alle scuole un grande grazie: grazie ai docenti, agli studenti, ai dirigenti scolastici Angela Adduci, Savino Gallo, Nunzia Tarantini e Daniela Tempesta».
«Grazie alle associazioni che hanno avuto fiducia in noi: Ass.Nazionale delle Donne dell’Olio, Extranos, Vivere In, Teatro delle Molliche, Sole è Vita, Legambiente compreso il Circolo di Andria, lo Scrigno delle Donne, Ali del Soccorso, Guardie Ambientali, Ass.Viviamus, Cohansie, coop.Rosiba, Ad Limina Petri e grazie a Consorzio Terre di Castel del Monte, Ad Limina Petri, Parco dell’Alta Murgia».
«Grazie a chi ha voluto aiutarci, ha voluto esserci e ha offerto solidarietà: Harambe, Avho, il sorriso di Antonio, Forum degli Autori, Avis. Grazie alla Polizia Municipale, al personale comunale, all’Asipu. Grazie ai parroci, Al vicario di zona, ai parrocchiani, ai signori Vito e Donato, alla signora Luisa (che ha contribuito al successo della mostra di Maria Venezia), e la signora Angela Gallo. Grazie immensamente a Pasta Granoro, Torrevento e Lions club Castel del Monte Host. Grazie al Comune di Corato e Andria e alla Regione Puglia. Grazie alle testate giornalistiche, in particolare Lo Stradone e Coratolive».
«L’iniziativa è stata assolutamente positiva – ha commentato Don Sergio Pellegrini, assistente ecclesiastico dell’Associazione Luisa Piccarreta – P.F.D.V. – Per quanto riguarda l’associazione possiamo dire che ha portato tante persone, provenienti anche dai paesi vicini, a visitare i luoghi della Serva di Dio Luisa Piccarreta e per molti è stata la scoperta di una “perla nascosta”. Quelli più avanti con l’età hanno commentato le immagini del funerale di cui ricordano la narrazione da parte dei loro genitori o nonni. Altri hanno ricordato i giorni del IV Convegno internazionale del 2015 quando la città fu invasa da 700 visitatori di 35 nazioni diverse dei 5 continenti. L’aria di festa che si respirava per le strade della città. I più giovani – provenienti soprattutto dall’Oriani e dal Tannoia – hanno vissuto la loro visita con grande attenzione e un profondo silenzio. Hanno dato a tutti l’esempio di ascolto della storia come portatrice di un messaggio. Non ci resta che ripetere».