Cultura

In teatro arriva “L’Inno Svelato”, una chiacchierata briosa sul canto degli italiani

La Redazione
Il Canto degli italiani
Ad organizzare la giornata sono stati il commissario straordinario del Comune di Corato Paola Maria Bianca Schettini e il Generale di Corpo d'Armata Giuseppenicola Tota
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“L’Inno Svelato. Chiacchierata briosa sul canto degli italiani”. È questo il titolo dello spettacolo che arriva a Corato grazie alla sinergia instaurata tra il Comune e l’Esercito. Ad organizzare la giornata, in programma per il 31 ottobre, sono stati il commissario straordinario del Comune di Corato Paola Maria Bianca Schettini e il Generale di Corpo d’Armata Giuseppenicola Tota comandante delle Forze Operative Terrestri di Supporto. Scritta all’epoca della presidenza Ciampi e rappresentata al Quirinale in occasione del Progetto giovani, arriverà per la prima volta in Puglia: sarà una lezione di storia, di rara levatura, tenuta dal dott. Michele d’Andrea.

«Si tratta di una passeggiata a ritroso nel tempo, che con ironia e disincanto, porterà al centro della narrazione il nostro inno, attorno al quale ruotano le curiosità e gli aneddoti che ne hanno accompagnato la nascita, il successo, il significato e l’attuale percezione. Non mancheranno richiami ad altri celebri canti dell’indipendenza italiana e confronti con gli inni degli altri Paesi, ricchi di retroscena, tanto gustosi quanto sorprendenti» scrivono dal Palazzo di città.

La rappresentazione avrà due repliche nella stessa giornata del una dedicata alle scuole superiori, con inizio alle 10.30, l’altra, con apertura serale alle 20.30 per tutti i cittadini. L’ingresso è libero e gratuito fino ad esaurimento posti.

martedì 29 Ottobre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 11:31)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

E' un inno scritto da un idealista, che credeva di interpretare il pensiero di tutti gli italiani, o meglio, i variegati abitanti della penisola italica. Aver unito forzatamente sotto un'unica bandiera tante persone che in comune, specie tra nord, cento e sud, avevano ben poco, non ha permesso che presso di noi nascesse il “senso dello Stato” (il cittadino al servizio della nazione, e non viceversa) e che si sviluppasse quell'amor patrio, che spinge a difendere, sotto tutti i punti di vista (innanzitutto con la tutela dell'idioma, della cultura, delle tradizioni e della stessa essenza etica) il “sacro suolo natio”. Rimane comunque il fatto che sia uno dei più belli ed orecchiabili inni nazionali, assieme, specialmente, a quelli russo e francese, tutti immediatamente identificabili.