Cultura

Creta, ferro e pietre. La vita dei nostri antenati riconsegnata alla città. Le immagini

Marianna Lotito
Marianna Lotito
Creta
«La cosa bella da fare guardando questi reperti è immaginarli nel loro uso concreto, nella loro interezza, tra le mani dell'uomo neolitico che li ha creati» ha detto il vice sindaco Scaringella
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L'attesa è stata lunga ma, finalmente, anche per la rinnovata sala di archeologia del Museo è arrivato il momento del taglio del nastro.

Nel piovoso pomeriggio di ieri il sindaco Mazzilli – insieme all'assessore alla cultura, Francesco Scaringella, al senatore Perrone, a Serena Petrone incaricata della Soprintendenza e alle operatrici di Sistema Museo – ha varcato per la prima volta la soglia della sala che ora accoglie novanta reperti archeologici provenienti dalla raccolta di superficie realizzata nell’insediamento neolitico di Torrepaone e dalle campagne di scavo svolte nelle tombe a tumulo di San Magno.

Tra i pezzi della collezione spiccano una tazza biconica con decorazione incisa ritrovata durante uno scavo in località Colonnella, 13 elementi in ambra, una fibula ad occhiali in bronzo, un bracciale in bronzo, una olpe (brocca, con corpo allungato e imboccatura rotonda) in vernice nera e una olletta inadorna con anse a bastoncello, questi ultimi ritrovati in alcune tombe a tumulo dell’età del Ferro in località San Magno.

Fino a gennaio i reperti sono stati custoditi e catalogati nel Centro operativo per l’archeologia di Bari. Il Comune di Corato li ha ricevuti grazie alla concessione del Ministero e, pur avendo dovuto affrontare lungaggini burocratiche, finalmente ieri li ha riconsegnati per sempre alla città. Sono serviti «l'impegno e la perseveranza dell'amministrazione per raggiungere questo obiettivo» ha introdotto Marilena Torelli, responsabile del Museo per la Cooperativa che ne ha ottenuto la gestione.

«Abbiamo l'obiettivo di valorizzare il comparto legato all'archeologia» ha fatto eco il sindaco. «Questa inaugurazione prosegue il cammino iniziato dal senatore Perrone e si inserisce nella serie di iniziative che puntano a coltivare questo intento, Vivarch per esempio.

Il patrimonio artistico, culturale e archeologico di cui disponiamo possa essere il motore della rinascita economica del Paese. Pensando ai nostri giovani questa è la direzione che vogliamo continuare a perseguire» ha concluso il primo cittadino. «La cosa bella da fare guardando questi reperti è immaginarli nel loro uso concreto, nella loro interezza, tra le mani dell'uomo che li ha creati» ha commentato Scaringella.

Il compito di guidare in questo viaggio alla riscoperta dei reperti è stato affidato, e magistralmente svolto, da Serena Petrone. «Grazie ai suoi studi – ha chiarito Marilena Torelli – dei reperti è stato possibile spiegare provenienza, origine e uso».

Un salto all'indietro di 8mila anni. Un modo per scoprire l'uomo del neolitico «agricoltore e pastore, capace di lavorare la ceramica e decorarla» ha raccontato Serena Petrone

«L'importanza di questi reperti sta anche nella loro capacità di restituirci delle notizie sui primi villaggi nella zona di Corato. Le tombe a cumulo sono la prima testimonianza ma ancora non è stato trova il luogo esatto in cui si svolgeva la vita di ogni giorno» prosegue.

La cosa certa è che «le tecniche e i materiali utilizzati raccontano la storia dell'uomo che a quel tempo viveva nei pressi di San Magno. Era inserito di certo in un circuito di scambi vivace e dinamico che si spingeva verso Foggia e verso la Grecia. Preziosa in questo senso è una olletta a vernice nera: potrebbe essere stata importata oppure realizzata dopo averne vista una simile».

L'estate che inizia oggi sarà un periodo ottimale per apprezzare la nuova sala. Sistema Museo ha già in programma quattro date dedicate a grandi e piccini.

Il 3 luglio Serena Petrone guiderà alla scoperta della vita di ogni giorno dell'uomo neolitico. Il 14 luglio si potrà "sperimentare" il mestiere dell'archeologo. Il 31 luglio sarà la volta della visita a  San Magno con degustazione di prodotti tipici e intrattenimento musicale a seguire. Il 3 settembre invece si ci sposterà al Dolmen.

domenica 21 Giugno 2015

(modifica il 25 Luglio 2022, 6:20)

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