La testimonianza

«Tua madre non piangerà più, quando saprà che sei un eroe»

Pasquale Tandoi
Nunzio Strippoli. Foto tratta dal libro di Massimiliano Desiante
In memoria del giovane partigiano Nunzio Strippoli, ucciso nel marzo del ‘44 in uno scontro a fuoco con i tedeschi
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Avevo già raccontato su CoratoLive.it, il 25 aprile del 2019, la tragica vicenda di Nunzio Strippoli, figlio di coratini emigrati, come tanti altri compaesani, nel biellese, per cercare lavoro nei tanti lanifici di quella zona. Oggi aggiungo un nuovo tassello perché il suo nome rimanga più saldamente impresso nella nostra memoria.

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Nunzio aveva aderito alla Resistenza sin dagli inizi, il 15 novembre del ’43, insieme ad altri coratini. Era giovanissimo, aveva solo diciott’anni. Si era fatto subito apprezzare per il suo impegno, la dedizione alla causa, la sua sensibilità d’animo. Aveva scelto come nome di battaglia quello di “Talpa”. Il 13 marzo del ‘44, per consentire la ritirata della maggior parte del suo distaccamento partigiano, affrontò, insieme a pochi altri, un gran numero di soldati tedeschi. Con lui, la fidanzata Nella Pastorello, con la quale condivideva la passione per il teatro recitando in una filodrammatica locale.

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Nunzio fu colpito a morte, mentre la fidanzata, che era incinta, fu catturata insieme ad altri dieci partigiani e fucilata presso il cimitero di Rassa, vicino Biella. I suoi compagni vollero onorare Nunzio Strippoli intitolandogli il battaglione che poi, l’anno dopo, fu artefice della liberazione di Biella. Inoltre venne denominato “Il talpa”, come il suo nome di battaglia, il bollettino partigiano clandestino che veniva stampato al ciclostile. Presso l’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri” sono custoditi tre numeri (vedi gallery) nell’archivio della stampa clandestina partigiana.

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Nel bollettino n. 5, in un editoriale scritto dal sacerdote don Franco, cappellano militare partigiano, si fa riferimento a Strippoli: "Il nemico si presenta formidabile, implacabile, noi resistiamo, a centinaia cadono i tedeschi, ma anche i primi garibaldini, che hanno raggiunto le nevi, cadono colpiti dalle pesanti raffiche nemiche. Talpa ne dà l’esempio, immobile, sfidando il fuoco micidiale che s’abbatte d’appresso. Non si passa!"

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Ma è nell’editoriale del primo numero de Il Talpa (ottobre 1944) che viene delineato, con alcuni passaggi commoventi, il ritratto morale e ideale di Nunzio Strippoli e ricostruisce, quasi poeticamente, il momento della lotta che lo vide perire eroicamente.

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Eccone alcuni passi, riportati anche nel bel libro di Massimiliano Desiante, Sud e Resistenza. Storie mai raccontate (Edizioni dal Sud), che racconta le vicende di alcuni partigiani coratini.

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“Nessuno lo aveva chiamato ed era salito su tra quelli della montagna, con i primi coraggiosi; il suo ardore era infinito… La Patria aveva bisogno dei suoi figli migliori, la guerra non era ancora finita, anzi cominciava adesso un’altra crociata, la vera, la santa, contro il tedesco e il fascismo oppressore. Nunzio era italiano, di quelli veri, non poteva non rispondere all’appello della sua terra ed aveva trovato la strada sicura che adduce alla libertà. Primo fra i primi, audace fra gli audaci, era sempre nelle azioni più rischiose… “Allarmi! I tedeschi sono a Rassa! Nunzio, tu caro Nunzio, eri di nuovo il primo con la tua squadra in marcia verso il nemico. Avanti, compagni, ricacciamo questi cani! Che importa morire, se morte è vita per l’Italia!

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La domenica si combatte accanitamente; la squadra di Nunzio si ritira combattendo su posizioni più sicure. Ma il nemico incalzava; è l’alba. La neve è alta, il freddo gela mani e piedi. La squadra riceve l’ordine di ritirarsi, la marcia è dura. Tu, Nunzio, avevi vegliato durante la notte e i piedi non li sentivi più, affondavi nella neve, ma con la forza del tuo coraggio ti risollevavi. Avanti, ragazzi, io rimango, meglio il sacrificio di uno che la morte di tutti! Avanti per l’Italia!

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E sei rimasto, Nunzio “Talpa”. La neve continuava a cadere e ti ha coperto tutto. Ma no, tu non sei scomparso per noi. Tu ci guidi durante le azioni contro le barbarie e sei quello che, bello come il sole della tua terra, tieni più alta la bandiera d’Italia.

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Scenderemo presto dalle montagne! E allora tu sfilerai con noi, davanti a noi, per le vie d’Italia, del tuo paese, e tua madre non piangerà più, perché i tuoi compagni le diranno che tu sei un eroe! E noi non ti scorderemo più, anzi ti terremo nell’intimo del nostro cuore e tu ci guiderai, ci riscalderai con il tuo valore, con la tua forza. E con te e per te, faremo l’Italia libera!!!”.

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Voglio sottolineare che Nunzio Strippoli apparteneva ad una formazione partigiana comunista. Lui stesso aveva partecipato nel mese di gennaio, in un casolare in montagna, ad un corso di formazione politica, insieme ad un altro coratino, Felice Masciavè. Ma in questo bollettino non si parla di lotta ai capitalisti, di rivoluzione proletaria, di instaurare un regime filosovietico. Qui si parla solo di Patria, di Italia, Italia, Italia… L’unico nemico è il nazifascismo. L’obiettivo è uno solo. La libertà.

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(Tratto dal libro di prossima pubblicazione Pasquale Tandoi, Donne e uomini di Corato nella Resistenza).

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domenica 25 Aprile 2021

(modifica il 3 Agosto 2022, 9:53)

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carlo mazzilli
carlo mazzilli
3 anni fa

se vedesse l'Italia di oggi … risorgerebbe dalla tomba per emigrare altrove …

Pier Luigi
Pier Luigi
3 anni fa

Perchè non intitolare le vie cittadine a tali nostri compaesani, anzichè a Lega Lombarda, Lombroso o altre cavolate simili?