L'omaggio

La “Montagnola” compie 96 anni: ecco la storia della “Dea”

La Redazione
La fontana della Montagnola nel 1925
​Per questa ricorrenza Giuseppe Magnini e Rino Scarnera hanno voluto renderle omaggio con un lavoro di ricerca storico e fotografico dal titolo "La fontana della Montagnola a Corato, archetipo di una Dea, un'opera di Cataldo Musto
5 commenti 5125

Era la mattina di martedì 24 marzo, anno 1925, quando venne inaugurata la fontana della Montagnola in piazza Vittorio Emanuele II. Fu realizzata dal maestro Cataldo Musto (direttore del carcere mandamentale) insieme a sua moglie Grazia D’imperio che lo aiutò nel fargli da modella. Da allora sono passati ben 96 anni.

nn

Per questa ricorrenza, Giuseppe Magnini e Rino Scarnera, appassionati di storia locale e soci Archeoclub Corato “Padre Emilio D’Angelo”, hanno deciso di renderle omaggio con un lavoro di ricerca storico e fotografico pubblicato sul sito academia.edu (e consultabile cliccando qui) dal titolo “La fontana della Montagnola a Corato, archetipo di una Dea, un’opera di Cataldo Musto”.

nn

Nel lavoro di ricerca si è descritto in maniera minuziosa tutti i particolari della scultura (realizzata in pasta cementizia) distinguibile in due parti. La prima è la fonte in cui è presente una figura animalesca dalle sembianze canine con al di sopra, a rilievo, una decorazione che potrebbe essere paragonata ad un rametto di acacia;  nella parte superiore è poggiata un’anfora con un manico ad anello, invece nella parte posteriore è incisa la data 1925 e lo stemma di Corato. Inoltre, da vecchie foto, si può notare che sulla superficie destra della fonte vi era rappresentato il fascio littorio, poi rimosso con la caduta del fascismo (25 luglio 1943).

nn

La seconda parte riguarda la figura della donzella. Il nome Montagnola è probabilmente attribuibile al suo abbigliamento (la Pacchiana), tipico delle zone montuose del centro-sud Italia. Il suo significato simbolico è individuato proprio in quel fascio di grano tenuto in mano e poggiato sulla spalla, che potrebbe essere ricondotto ad un particolare evento storico-politico che caratterizzò tutta l’Italia tra il 1924 ed il 1925 e che prese il nome della "battaglia del grano". Si tratta di una campagna incentrata sull'aumento della produzione del grano che interessò anche Corato (infatti nuove quote furono concesse ai coltivatori effettivi dei campi).

nn

Forse fu questo evento a stimolare la fantasia del maestro Musto nella realizzazione della Montagnola, una statua con le sembianze di una donna lavoratrice e con un mannello di grano in mano. Proprio questo attributo rimanda molto alle immagini iconografiche della dea Demetra, secondo la religione greca, oppure di Cerere (da cui deriva il nome cereale), secondo la religione romana, ovvero la dea dell’agricoltura, divinità materna della terra e della fertilità del suolo che proteggeva i campi e le messi, artefice del ciclo delle stagioni (mito del ratto di Persefone), ma anche dea della nascita. Per questo veniva solitamente rappresentata come una matrona, severa e maestosa, ma allo stesso tempo bella e affabile, con in mano i prodotti della terra, tra cui anche il mannello di spighe. 

nn

Inoltre la spiga di grano simboleggia il ciclo della rinascita, è l’emblema della primavera della natura che si risveglia, vince il buio e l’immobilità dell’inverno. Mentre nel cristianesimo il grano è simbolo di abbondanza e dell’operosità dell’uomo, ma soprattutto un dono di Dio.

nn

La fontana della Montagnola, nella sua semplicità, era ed è ancora l’unica statua laica femminile presente in città, una delle opere simbolo di Corato e, per questa peculiarità, andrebbe maggiormente valorizzata, sia per la sua storia (come nel bellissimo video realizzato dalla compagnia il Teatro delle Molliche per la giornata dell’8 marzo), sia per quella del suo creatore, il maestro Cataldo Musto (magari dedicandoli una via) che ha voluto eternare nella Montagnola l’immagine della sua donna, moglie e madre lavoratrice, a dimostrazione di come è solo l’amore l’unica forza capace di valicare i confini del tempo, arrivando immutato sino ai nostri giorni.

nn

Cataldo Musto a Corato realizzò anche altre opere come il Cristo Redentore, inaugurato nel 1926 su via Dante, poi sostituito con un altro Cristo Redentore negli anni ’80; la Madonna della Pietà, conosciuta col nome di Calvario, presente nel giardinetto recintato su via Aldo Moro, inaugurata il 18 giugno 1936; la fontana col Puttino che si trovava nei pressi della chiesa evangelica su corso Mazzini, poi rimossa intorno agli anni ’60; le fioriere che erano presenti nelle piazze di Corato e altre che si trovano ancora oggi sui viali del cimitero comunale. Musto collaborò anche con il suo allievo il prof. Onofrio Soldano nella realizzazione della statua del Balilla, in cemento armato a tinta granitica, inaugurata il 10 giugno del 1933 nell’allora “Casa del Balilla”, oggi scuola media Santarella.

n

mercoledì 24 Marzo 2021

(modifica il 3 Agosto 2022, 10:17)

Notifiche
Notifica di
guest
5 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Kio Kio
Kio Kio
3 anni fa

Se qualcuno dovesse realizzare un'opera del genere in questo periodo storico a chi la dedicherebbe?

dina di
dina di
3 anni fa

Alla figlia di Mattarella, caro Kio Kio, la quale figlia, pur non rivestendo alcuna carica ( la costituzione repubblicana non prevede la figura di ” Figlia del Presidente”), compare nelle cerimonie e partecipa alle visite di Stato accanto
al paparino

Gino Tatoli
Gino Tatoli
3 anni fa

Però poverina la montagnola, con tutta quell'acqua sai che reumatismi !!!!

ALDO GRAMMATICA
Aeldus
3 anni fa

Che bei ricordi quando c'erano le “paperelle” nella vasca.
Che brutti ricordi quando qualche BASTARDO fece sparire le paperelle e poi vuoto' una scatola di detersivo nella fontana e una domenica mattina, durante la passeggiata in villa, vedemmo la montagnola sotto una montagna di schiuma.

ANSELMI GIUSEPPE
ANSELMI GIUSEPPE
3 anni fa

volete mettere la FOTO DEL 1962 AD OGGI ? MA CHI CI GOVERNA L'HA MAI VISTA QUESTA FOTO? NON PARLO SOLO DI ORA MA ANCHE DEGLI ANNI PRECENDENTI. QUANT'E' BELLA QUELLA PIAZZA IN QUELLA FOTO COSI PULITA E COSI FIORITA.