«La situazione è tranquilla, si stanno prendendo tutte le precauzioni del caso». Queste le parole di un chirurgo e di un tecnico di laboratorio, entrambi coratini, a 24 ore dal primo focolaio di Coronavirus in Italia. Il primo lavora a Padova, agli Ospedali Riuniti Padova Sud a Monselice, dove si è registrato il primo decesso legato al virus. La seconda è al Sacco di Milano, uno dei centri più importanti di virologia in Italia. Al Sacco sono ricoverati la moglie del 38enne che versa in gravi condizioni e il suo medico curante.
«Qui da noi stanno controllando tutto – spiega il chirurgo – hanno bloccato le uscite e le entrate da ieri pomeriggio e montato delle tende all’esterno della struttura. Tuttavia la situazione è sotto controllo, con le dovute attenzioni». Il medico ha passato la notte in ospedale ed è ancora lì. «Abbiamo fatto i tamponi e questa mattina sono arrivati i primi risultati, tutti negativi. Siamo in attesa di indicazioni sul da farsi anche in caso di negatività per contagio».
La notizia del primo caso a Vo’ Euganeo è stata resa nota mentre il chirurgo stava operando. I due pazienti sono stati portati nell’ospedale di Monselice, uno è stato successivamente trasferito a Padova, l’altro è deceduto ieri sera mentre attendeva il trasferimento. «Nei giorni precedenti erano arrivate delle mail e avevano affisso dei vademecum sul Coronavirus scritti in più lingue».
«Qui la situazione è serena – rassicura il chirurgo coratino – abbiamo preso tutte le precauzioni e ci hanno dato le mascherine. Siamo tranquilli anche perché sono pochi quelli venuti direttamente a contatto con i pazienti».
Anche al Luigi Sacco di Milano non c’è allarmismo. «Io non sono andata a lavoro questi giorni – racconta l’analista del sangue coratina – ma i colleghi mi hanno riferito che sono state prese tutte le precauzioni necessarie. È stato isolato tutto il padiglione delle malattie infettive (il 56 ndr) e c’è un grande via vai interno». A lavorare a tamburo battente è soprattutto il padiglione 62, quello di microbiologia clinica, dove stanno effettuando le analisi. «Io mi occupo di analisi del sangue e nel nostro reparto gli standard di sicurezza sono gli stessi, severi, di sempre. Non essendo trasmissibile per via ematica non ci stiamo occupando noi delle analisi».