Cronaca

Pane, amore e… fantasia. Pasquale Tandoi racconta Corato dalla fine della guerra agli anni ’60

La Redazione
Pane
Da oggi in edicola l'ultimo libro sulla storia della nostra città
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È in edicola da oggi l’ultimo libro di Pasquale Tandoi sulla storia della nostra città.

Il titolo, “Pane, amore e… fantasia”, si rifà ad un film del 1953 diretto da Luigi Comencini con Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Un racconto cinematografico che puntava a descrivere, con una vena di ironia e uno stile vivace e gustoso, una realtà paesana contadina. Una pellicola dialettale, divertente, popolare nell’estrazione, che decretò il successo di un genere, la commedia all’italiana, e segnò l’inizio del “neorealismo rosa”.

I tre “ingredienti” del film sono sembrati idonei a narrare come eravamo a Corato in quei vent’anni e passa, dal 1946 al 1968, così cruciali della storia italiana.

Il pane. Del tutto mancante o nero e razionato nell’immediato dopoguerra, rappresentò uno degli obiettivi principali delle lotte bracciantili e operarie degli anni Cinquanta e Sessanta, quando si innalzavano i cartelli con la scritta “Vogliamo pane e lavoro”.

L’amore. Tra uomo e donna, in tutte le evoluzioni di quell’arco di tempo. Da quello coniugale che nasceva, negli anni Quaranta, da un legame concordato quasi esclusivamente dai genitori e che vedeva la moglie in una condizione subalterna al marito, ai rapporti, nei decenni successivi, fra ragazzi e ragazze che diventarono via via più liberi, spontanei e disinibiti.

La fantasia. Quella necessaria per sopravvivere nel periodo postbellico con l’inventarsi quotidianamente l’esistenza, sino ai miraggi e ai sogni del consumismo durante il boom economico. Senza dimenticare la “fantasia al potere”, uno degli slogan studenteschi più famosi del ‘68, basato sull’utopia di un mondo migliore, senza guerre, senza razzismo, sfruttamento e ingiustizie.

Nella prima parte il libro accompagna il lettore a passeggio nelle piazze, nei vicoli e lungo lo stradone di Corato, sosta davanti ai caffè, scruta nelle sacrestie, va a curiosare nei palazzi del potere, entra nelle case, mescola storie pubbliche dei primi attori con quelle minime della gente comune. Senza la pretesa del saggio politico, sociale ed economico, anche se brevi considerazioni relative a tali ambiti sono sempre presenti. Il tutto condito da commenti spesso ironici.

“Pane, amore e fantasia” prova a far rivivere una Corato ormai scomparsa raccontando come ce la siamo cavata, noi, i nostri genitori, i nostri nonni, in quell’epoca che va dalla miseria estrema della fine di una guerra folle e tragica, sino al benessere di facciata, perlopiù materiale e consumistico, della nostra “dolce vita paesana”, quella degli anni Sessanta.

È uno scanzonato ma affettuoso reportage di oltre due decenni di vicende coratine, un film in bianco e nero, un album collettivo di una stagione irripetibile della nostra esistenza, senza, però, cedere all’abusata formula dei “migliori anni della nostra vita”.

Nelle altre due parti della pubblicazione prevalgono la cronaca di carattere giornalistico e le immagini fotografiche (oltre 150 in appendice), per un più immediato richiamo alla memoria dei costumi e del modo di vivere dei coratini.

Con il sentimento di un passato condiviso, il libro racchiude fatti e personaggi ormai lontani, storie minime che, disposte in fila indiana, passano sfiorando i muri della Storia.

sabato 14 Dicembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 9:32)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

La passione di Pasquale merita costantemente elogi. L'Italia della “ricostruzione” era piena di entusiasmo. Certo vi era, per me, avendole conosciute entrambe, differenza tra la Milano natale, classica città europea ed industriale, e la Corato contadina, piena di valori ed abitudini a misura d'uomo. Ma era facile gestire quest'ultima: la mancanza del turbinio e della “rabbia” che caratterizzano la società attuale, rendeva tutti più disciplinati, più calmi, più riflessivi, più propensi a gustarsi le piacevolezze della vita. Certo il problema grosso rimaneva: la diaspora per la ricerca del lavoro. Ma era una componente da tenere in considerazione, anche se l'edilizia, che si stava sviluppando, accoglieva tanta gente. I vigili, con la divisa bianca, giravano, a piedi o in bicicletta…

ARCANGELO
ARCANGELO
4 anni fa

Rivedo in una foto mio nonno MENNUTI ARCANGELO

Salvatore.Cialdella
Salvatore.Cialdella
4 anni fa

C'è qualcuno che ha frequentato dal 1952 al '56 le Elementari all'edificio Fornelli con l' Insegnante Prof. Cataldo Civico e che ha delle foto di classe di quegli anni?