Cronaca

Scontro treni, parla il perito: «Sistema di sicurezza inefficace tra Andria e Corato»

La Redazione
Nell’aula bunker del carcere di Trani
Ascoltate in aula 11 telefonate intercorse tra il personale il giorno dell'incidente
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Un sistema di sicurezza della linea Ferrotramviaria assolutamente inefficace nella tratta a binario unico Ruvo-Barletta, almeno all’epoca del terribile incidente avvenuto il 12 luglio 2016 tra Andria e Corato e costato la vita a 23 persone. Lo ha spiegato, ieri mattina, nell’aula bunker del carcere di Trani il perito informatico che, per conto della Procura, si occupò di estrapolare le informazioni dai data base di Ferrotramviaria. Durante la nuova udienza del processo in corso davanti al Tribunale di Trani, l”ingegnere Valerio Catino ha spiegato, in sintesi, che il sistema “visio train” in uso sui treni consentiva di captare la posizione del convoglio tramite gps, ma la trasmetteva alla centrale operativa tramite gprs, assolutamente inefficace per far capire in tempo reale dove si trovasse il treno stesso. Nella centrale operativa di Fesca, perciò, non era possibile visualizzare la posizione esatta dei treni lungo tutta la linea a binario unico che, all’epoca dell’incidente, andava da Ruvo a Barletta; contrariamente su quella Ruvo-Bari erano già in uso sistemi di sicurezza uguali a quelli delle Ferrovie dello Stato. Durante l’udienza di ieri mattina, è stato affidato anche l’incarico a un perito di trascrivere 11 delle 140 telefonate intercorse tra il dirigente centrale di Bari e le stazioni di Andria e Corato nelle ore a ridosso dell’incidente ferroviario. Si tratta di quelle richieste dalla Procura, ascoltate in aula (molte delle quali risultate poco chiare e confuse) alla presenza dell’ispettore della Polfer che le aveva acquisite e già trascritte. Il Tribunale collegiale di Trani, presieduto da Antonio De Luce, si e’ pero’ riservato la possibilità di farne trascrivere altre, cosi’ come richiesto dalle difese.

Sentiti in qualità di testimoni anche due dipendenti di Ferrotramviaria, che svolgono il ruolo di capistazione ad Andria e Ruvo. In particolare, il capostazione di Andria, che doveva subentrare nel turno a Vito Piccarreta (tra i 17 imputati alla sbarra nel processo, colui che secondo l’accusa diede il via libera ai due treni), ha spiegato come funziona il sistema del blocco telefonico (l’unico in uso tra Ruvo e Barletta all’epoca dell’incidente) e che ci sono zone d’ombra nella copertura del segnale di telefonia mobile nelle tratte Andria-Corato e Andria-Barletta. Ampio spazio è stato poi riservato, anche nelle domande dei difensori degli imputati, ai corsi di formazione per l’aggiornamento del personale di Ferrotramviaria. A tale proposito il pm Alessandro Pesce ha sollecitato anche l’acquisizione dei relativi attestati.

Il processo è stato aggiornato al 6 novembre, quando saranno sentiti altri testi dell’accusa. Salta l’udienza già in calendario del 23 ottobre per via dell’adesione di molti dei difensori interessati al processo allo sciopero nazionale del 21-25 ottobre indetto dai penalisti per protestare contro l’entrata in vigore della nuova legge sulla prescrizione.

Nel processo, in corso dall’11 aprile davanti al Tribunale collegiale di Trani, sono imputate 17 persone e una società. Si tratta di dipendenti, dirigenti e vertici di Ferrotramviaria (che gestisce la linea ferroviaria teatro dell’incidente), di un dirigente del Ministero dei Trasporti e di due direttori dell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione), che rispondono a vario titolo dei reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.

Alla sbarra anche la società Ferrotramviaria, che risponde in qualità di persona giuridica per la responsabilità amministrativa nei reati contestati ai suoi dipendenti. Nel processo sono costituite come parti civili (solo nei confronti delle persone fisiche) la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, le associazioni Acu, Ubf, Codacons, Confconsumatori, Anmil e Gepa, oltre ai parenti delle vittime e ai passeggeri sopravvissuti (ad eccezione di quanti hanno ritirato la costituzione dopo aver già ottenuto i risarcimenti danni dall’assicurazione). Ferrotramviaria, Ministero dei Trasporti e Regione Puglia sono stati citati in qualità di responsabili civili.

giovedì 10 Ottobre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 12:17)

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