Furti in abitazione

«Pedinavano le vittime e fotografavano le chiavi di casa». Sgominata la banda dei ladri “fantasmi”

La Redazione
Furti in abitazione
Un esperto a Bari riproduceva poi la copia perfetta. Non a caso, in molti dei furti denunciati, l'elemento comune era l'assenza di segni di effrazioni, come se negli appartamenti svaligiati fossero entrati dei "fantasmi"
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Alle prime ore di oggi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 3 arresti domiciliari e 2 obblighi di dimora per un totale di 14 misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Trani nei confronti di altrettante persone accusate di far parte di una associazione per delinquere finalizzata a furti in abitazione in tutto il Barese, la Puglia, ma anche in Basilicata e Molise.

L’operazione ha visto la mobilitazione di circa 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Bari coadiuvati dal Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno e il supporto aereo del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari.

I ladri agivano «con modalità realizzative sicuramente singolari e connotate da un livello professionistico preoccupante» ha spiegato il procuratore di Trani, Antonino Di Maio, questa mattina durante la conferenza stampa negli uffici di Palazzo Torres, convocata insieme ai carabinieri del comando provinciale di Bari, per illustrare i particolari dell’operazione.

In molti dei furti denunciati – di cui erano vittima anche persone anziane – l’elemento comune era l’assenza di segni di effrazioni su porte o finestre, come se negli appartamenti svaligiati fossero entrati dei “fantasmi”. Non a caso l’operazione è stata denominata “Ghostbusters”. Attraverso alcune operazioni tecniche eseguite dai carabinieri è stato possibile scoprire e ricostruire le modalità che consistevano alla banda di individuare le vittime e poi, con alcuni escamotage, riuscire a fotografare le chiavi che avevano con sé. Un esperto a Bari poi riproduceva la copia perfetta delle chiavi in modo da poter entrare in casa della vittima designata, senza fare rumore e in tutta tranquillità, dopo averla pedinata per capirne abitudini e orari.

Attraverso un’attività di indagine durata un anno e mezzo, terminata solo a gennaio 2019, i carabinieri della compagnia di Trani sono risaliti a un’associazione per delinquere costituita da quanti ideavano i colpi con l’individuazione delle vittime, i ricettatori a cui veniva portata la refurtiva e i tecnici che trasformavano le fotografie in chiavi. Il nocciolo duro dell’associazione era costituito da quattro persone, gli altri partecipavano ai furti quando era necessario. La base logistica era a Bari, mentre i ricettatori erano a Molfetta. Riuscivano a monetizzare la refurtiva nel giro di una mezza giornata. Una ventina dei furti programmati è stata sventata proprio grazie alle attività di indagine dei militari di Trani.

Le indagini. Grazie all’acquisizione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza ubicati nelle adiacenze dei luoghi in cui si perpetravano i reati, i militari hanno iniziato ad acquisire sospetti su alcuni soggetti di Bari, soprattutto provenienti dal quartiere San Paolo, con precedenti specifici. Le indagini – condotte dai militari della Stazione dei Carabinieri di Trani, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, Marcello Catalano – hanno consentito di ricostruire il “modus operandi” nella commissione dei furti, oltre ai ruoli e ai compiti di ciascun sodale. Alcuni soggetti avevano il compito di avvicinare la vittima per strada con una scusa e, con un escamotage, da parte di un soggetto, titolare di un negozio ubicato a Bari specializzato nella riproduzione di chiavi e sodale dell’associazione. Perpetrato il furto in abitazione, in maniera rapidissima, la refurtiva veniva ceduta al “ricettatore” del sodalizio che pagava in contanti, effettuando lo scambio a bordo di un’autovettura.

Numerosi servizi di osservazione controllo e pedinamento hanno poi consentito, laddove era palese che si stesse per perpetrare un furto, di impedirlo attraverso l’immediata richiesta di intervento di una pattuglia del 112 che, passando nell’area interessata come se si trattasse di un normale pattugliamento, faceva desistere i malfattori dal proseguimento della loro azione criminosa. Diversi i telefoni sequestrati, contenenti foto della refurtiva.

Le indagini si sono protratte fino a gennaio 2019, sino a quando il quadro accusatorio è risultato, oltre che completo dei ruoli di ciascun componente, anche granitico. In particolare, è emerso che P.N. di Bari, 61enne, ha avuto il ruolo di promotore del sodalizio; P.G.P. di Bari 25enne e P.M. di Bari 35enne, erano i fotografi delle chiavi; L.P. di Bari 46enne, era il titolare di una bottega che provvedeva alla riproduzione delle chiavi. G.D. di Bari 62enne o M.M. 58enne di Bari o R.G. di Bari 50enne, unitamente ai primi tre, avevano il compito di accedere nell’abitazione per compiere il furto, mentre a farvi da palo vi erano L.F. di Bari 53enne o P.M. di Bari 30enne o I.V. di Bari 33enne (donna). Al termine la refurtiva veniva ceduta a G.F. di Molfetta 44enne o a D.B.P. di Molfetta 27enne, per la ricettazione. P.M. di Bari 27enne moglie di P.G.P e figlia di P.N. unitamente alla madre F.A. di Bari 50enne, moglie di P.N., hanno concorso nella fattispecie criminosa, facendo sparire parte della refurtiva, allorquando alcuni componenti del gruppo criminoso venivano individuati e bloccati dai miliari.

Le indagini hanno consentito di accertare, al momento, responsabilità in capo all’associazione di 8 furti consumati nei Comuni di Bari, Taranto, Molfetta e Bisceglie, nonché la pianificazione di numerosissimi altri obiettivi per cui i sodali hanno desistito dal proposito delittuoso grazie a mirate azioni di “disturbo” poste in essere dai militari operanti. Nel corso delle operazioni I.V., unitamente alla madre convivente P.M., sono state arrestate perché trovate in possesso di circa 100 grammi di cocaina suddivisa in dosi, due bilancini di precisione, materiale per il confezionamento e 40 colpi calibro 7,65.

giovedì 26 Settembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 12:58)

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carlo mazzilli
carlo mazzilli
4 anni fa

bene ! complimenti ai Militari dell'Arma! sempre ad maiora!

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Lo sprone a delinquere è alto, in un Paese dove non viene più inculcato il senso della “correttezza”, e mi meraviglio come ancora (probabilmente incide il fatto che i vecchi, e con loro la saggezza, sono in aumento) ne rimanga ancora una fetta cospicua. Sicuramente l'abolizione della carta moneta (solo adesso timidamente ci si accorge della sua negatività) favorirebbe la lotta all'illegalità, data la facile tracciabilità del flusso di denaro. Un'altra cosa della quale qualche politico si è accorto, ma solo perché sta ora avvenendo a sue spese, è l'abominio dell'art. 67 Cost., del quale spessissimo parlo nei miei commenti. Il PD, difensore ad oltranza di qualunque concetto che parli di libertà, anche quando va a scapito della logica, ha fatto però intendere che è contrario a cambiarlo.

Franco
Franco
4 anni fa

Tutto bene ma qualche perplessità sulle dichiarazioni resta.
Quando ci sarà un po' di tempo qualche investigatore dovrebbe spiegarci come si fa a lasciarsi fotografare le chiavi di casa.