Cronaca

In piazza per ricordare Viktor, “l’abbraccio” alla mamma della giovane vittima albanese

La Redazione
In piazza per ricordare Viktor
Nella serata di ieri, la comunità albanese ha voluto ricordare Viktor, ammazzato brutalmente in piazza Abbazia un anno fa
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«Nessuno avrebbe pensato che saresti diventato un angelo. Ti sei spento tu e i tuoi sogni lasciando un dolore immenso neo tuoi genitori, nei fratelli e in tutti noi». Con queste parole, nella serata di ieri, la comunità albanese ha voluto ricordare Viktor, ammazzato brutalmente in piazza Abbazia un anno fa dopo la celebrazione religiosa tenutasi nella chiesa matrice.

Una commossa folla ha “abbracciato” la madre del giovane, giunta ieri mattina dall’Albania per partecipare al ricordo del figlio e per ringraziare la nostra città che un anno fa contribuì al ritorno in patria della salma. Commosso anche Corrado De Benedittis che, in rappresentanza delle istituzioni, ha posto un cuscino floreale sul luogo dell’omicidio. Nel pubblico presenti i consiglieri Longo e Bovino.

«L’anno scorso non c’è stato un momento in cui la città si è fermata e questa è stata un’enorme mancanza; il giorno dopo della tragedia continuava l’estate coratina come se nulla fosse. Dobbiamo riscattare le istituzioni da questa grave mancanza ed è quello che stiamo facendo oggi – ha affermato ieri De Benedittis – Dobbiamo riflettere sulla situazione sociale della nostra città: se un ragazzo viene assassinato per niente da un altro ragazzo c’è un tessuto sociale malato su cui è necessario intervenire con forza. Siamo di fronte ad una situazione in cui non interviene nessuno, una città che va alla deriva, una morte violenta a cui dobbiamo dare una risposta perché non si ripeta mai più».

Due lanterne e alcuni palloncini lanciati verso il cielo hanno salutato Viktor al termine della commemorazione.

venerdì 2 Agosto 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 15:46)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Dispiace certo per quel ragazzo, ma l'eco della vicenda, accresciuta direttamente (l'epigrafe collocata, la presenza di una cospicua e “volitiva” comunità albanese) ed indirettamente (quell'atavico, profondo senso di partecipazione, di considerazione e di solidarietà di buona parte del popolo italiano nei confronti degli emigranti), fa quasi pensare che, diversamente, il tutto sarebbe stato inesorabilmente destinato all'oblio. Da studioso di etnologia (il peso e la valenza dei singoli popoli), ciò non fa una piega…