Ancora auto in fiamme nella notte. Stavolta a bruciare è stata una Opel Zafira parcheggiata all’angolo tra via Trani e via Giacometti.
Le fiamme sono divampate poco dopo la mezzanotte. A dare l’allarme è stato un automobilista che ha notato l’incendio e ha subito avvertito i vigili del fuoco del distaccamento di Corato, poi giunti sul posto per spegnere il rogo. Con loro anche polizia e carabinieri.
Non sembrano esserci molti dubbi sulla matrice dolosa. Ma stavolta potrebbe esserci di più. L’auto è di proprietà di “Laboratorio mediatico”, l’associazione culturale che edita la testata web “Il quarto potere” ed è in uso al direttore editoriale Michele Varesano e a sua moglie.
Gli inquirenti hanno subito avviato le indagini del caso che dovranno stabilire – oltre alle cause del rogo – se si sia trattato di un episodio intimidatorio mirato a chi utilizzava l’auto oppure no.
«Ovviamente io spero che non sia così e che il mio lavoro non c’entri nulla – ha riferito Varesano – ma ci sono alcuni elementi che mi fanno pensare e che andranno verificati».
Massima solidarietà a Michele Varesano Siamo una città che non ha forze dell'ordine operanti di notte. E spesso al termine.dei vari articoli si legge: indagano i Carabinieri di …..Trani Ed in riferimento alla copertura notturna come la mettiamo caro Min. Salvino e soci locali? Dove stanno gli annunciati nuovi agenti assunti? Penso che dobbiamo tingerci di nero così meritiamo la.vostra attenzione. CORDIALITÀ.
Signor Varesano,non la conosco ma volevo rassicurarla che lei non è nessun obiettivo.Sono una cittadina di questo paese,ormai allo sbaraglio.Facendo un po' i conti sono 4 anni che andiamo avanti così e nessuno fa'niente.La cosa
Più ridicola che neanche coloro a cui hanno fatto incendiare le
auto si preoccupano di Cio'.Menefreghismo totale.Al limite del ridicolo.Soprattutto quando fanno saltare l'auto ad un carabiniere,(che poi è sempre la stessa persona)allora si mobilita anche il governo.Come se noi fossimo tutelati dalle forze dell'ordine,organi ormai inesistenti.
Paola è l'emblema della situazione attuale: un'Italia ancora per bene, onesta, alacre, speranzosa; un'altra, chiaramente in netta minoranza numerica, che agisce al contrario. La prima, debole, capace solo di protestare o allargare le braccia, è succuba della seconda. Tra di loro, qualcuno che prova a reagire, ma non lo ascolta nessuno. Alle elezioni generali, candidati di una banalità ed una impreparazione preoccupanti da una parte, votanti che non sanno nemmeno il significato di ciò che stanno per compiere, dall'altra. Su tutti, l'Europa che ancora ci sorregge, dovendo essere altrove la nostra giusta collocazione geografica: solo “altrove”, infatti, succede che uno Stato, cioè un popolo, non sia in grado di controllare chi gli rema contro.