L’abbazia sfregiata. Ancora una volta.
Nelle scorse ore disegni e scritte – tra cui alcune frasi ingiuriose nei confronti delle forze dell’ordine – sono comparsi sulle panchine in pietra bianca e sui vetri posti a protezione dei lucernari dei sotterranei.
Un mese fa nella stessa piazza era stato divelto un lampione. Prima ancora, e in più occasioni, quei luoghi erano stati imbrattati con la vernice spray.
Gesti incomprensibili, gratuiti e idioti, per i quali le parole di condanna non bastano e servono a poco. Occorrerebbe, più che mai, che attraverso le telecamere di videosorveglianza presenti in piazza si riuscissero a individuare le mani che hanno impugnato le bombolette spray e che si sono “divertite” a danneggiare i beni della collettività, contribuendo ad abbassare il livello di civiltà della città.
E, chissà, magari per qualche strano motivo potrebbe accadere quanto già recentemente avvenuto nelle città vicine, quando chi ha vandalizzato beni pubblici è poi intervenuto a proprie spese e con olio di gomito per sistemare le cose.
A Giovinazzo, per esempio, dove due mesi fa alcuni ragazzi avevano imbrattato il muro nelle vicinanze di Arco Cattese, nel borgo antico della città. Gli autori dell’atto vandalico, tutti ragazzi, si sono pentiti e insieme ai genitori hanno provveduto a ripulire le scritte fatte con lo spray blu.
Qualcosa di simile è accaduto a Ruvo durante le feste natalizie: la giostra di piazza Matteotti, ripetutamente danneggiata, è stata riparata dai ragazzi che l’avevano vandalizzata, insieme ai loro genitori.
Fantascienza? No, educazione e civiltà.
Con un esercizio di ottimismo la Redazione qualifica “inconcepibile” questo gesto. Non ha potuto constatare come negli anni quella zona sia cambiata. Oltretutto, trasformandola in un “salotto”, viene frequentata anche da ragazzi (pochi, per la verità) non molto inclini al rispetto dell'ambiente. La mancanza di lavoro, l'esuberanza demografica del meridione, la rinuncia in partenza o l'incapacità incolpevole dei genitori di assolvere il ruolo di educatori, le lacune di una scuola nozionistica, che non dà la priorità assoluta all'insegnamento dell'educazione, i vizi e le esigenze economiche sempre più pressanti dei giovani, hanno portato a questo. Far pulire a loro? Puri palliativi: inasprirebbe la loro rabbia, considerando l'atto, una mera ed “ingiustificata” ritorsione contro di loro.
Abbiamo dimenticato il nostro dovere educativo per la gioventu' o no e di dar loro il sentimento di appartenenza .Si spendono fior di quattrini per alimentare associazioni di ogni tipo ( troppe e troppe costose , incontrollate e con ambizioni oscure ) per addormentare anziani, ma per i giovani cosa facciamo ?
questa volta dissento dalle tue conclusioni Salvatore.E' noto da sempre che il ricorso a pene alternative costituisce una prassi consolidata negli USA.Il problema è che dopo tanti episodi non si capisce come non siano già operative le telecamere di video sorveglianza( o se sono operative come mai non se ne ha notizia),datosi che il paese dopo una certa ora diventa terra di nessuno o quasi.E andando contro ogni tendenza pedagogica politically corretta penso che il risarcimento danni, l'olio di gomito e qualche schiaffone dove non batte il sole oltre che l'additamento al pubblico ludibrio mediatico, fottendocene di tutte le stronzate che una mal concepita ed ancora peggio applicata legge sulla privacy comporta.Non è possibile che la collettività' non debba conoscere questi individui
Sapete cosa manca? Maz e Panel a motor h 24 alt ca kiakkr.
Filippo, hai detto bene: negli USA. Lì ci si confa alle regole anglosassoni (il ceppo dominante), ed i metodi descritti sono accettati. Da noi i genitori (parlo in generale) sono complici dei figli. Esistono poi, sempre da noi, il “buonismo”, il “garantismo”, il “perdonismo”, la “comprensione”: parole mutuate dalla forte influenza religiosa che ha caratterizzata la nostra Storia, la nostra “forma mentis”, specie nel sud. Infatti sono sporadici i casi nei quali i vandali vengono puniti col ripulire il tutto, e questa iniziativa è demandata ai singoli sindaci o responsabili di istituto, mentre dovrebbe essere “istituzionalmente” prevista dalla legge. La soluzione, chiede un commentatore: ma vi può mai essere se il popolo, influenzato da certe ideologie, critica poi le maniere “forti”?
Salvato' va t cuc. Accam la se sfila' la calzett ,
Completando il discorso sugli USA, lì (ma non c'è bisogno di andare fin laggiù, per ritrovare lo stesso principio) è altissimo il concetto di “Patria” e connessi: ad esso viene posposto tutto, e la polizia non ci pensa due volte a sparare ed uccidere chi vuole uscire, in modo violento, dalla norma. Da noi avviene tutto il contrario: il concetto filosofico, etico, religioso e materiale di “individuo” è il primo da salvaguardare, ed ad esso va sacrificata ogni cosa. Anche la Patria, e la sua essenza. Ora che è stata ventilata la possibilità che ottocentomila libici starebbero per venire da noi, l'unico metodo per fermarli sarebbe quello di sparare sulle eliche delle imbarcazioni. Ma non si può e non si deve (ho anch'io una morale) fare.
Coratino emigrato, vuoi cortesemente tradurre la metafora? Mi sembra che tu intenda dirmi: “quanto la fai lunga”, o giù di lì. Comunque non ho alcunché contro l'anonimato, solo fino a quando si commenta in generale. Ma allorché si cominci ad alludere ad una persona che si firma, sarebbe opportuno fare altrettanto. Ma, più che altro, usare delle argomentazioni valide, costruttive. Questo per il bene del dialogo (purtroppo sempre più carente, nella società) che si instaura in questo spazio che la Redazione cortesemente ci mette a disposizione. Potresti, ad esempio e per iniziare, dire dove vivi adesso e come ti trovi. Si noterebbe se hai voglia di partecipare, di creare un qualcosa, o solo di criticare. Comunque è chiaro che, esponendomi, sono preparato a tutto. Cordialità.