Cronaca

“Dreamweaver”, quando la musica è un viaggio nei sogni

La Redazione
Gli Juvenes Cantores” del Maestro Luigi Leo
"Il viaggio - scrivono gli organizzatori del concerto - ha in sé il sapore aspro e allo stesso tempo dolce della scoperta, il timore e la meraviglia dell'ignoto"
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Si intitola “Dreamweaver” ed è il concerto pensato per la chiusura del quinto centenario della presenza dei Domenicani a Corato.

Venerdì 28 dicembre ad eseguirlo nel teatro comunale saranno i soprani Barbara Gigante e Gabriella Bucci; Martina Arbore, contralto; Aldo De Palma, chitarra; Antonio Piccialli, pianoforte; il Quartetto La Stravaganza; il Coro Juvenes Cantores e l’Ensemble Vocale Modus Novus e il direttore Luigi Leo.

“Il viaggio – scrivono gli organizzatori del concerto – ha in sé il sapore aspro e allo stesso tempo dolce della scoperta, il timore e la meraviglia dell’ignoto. È il viaggio di un sognatore immerso nei suoi sogni, un viaggio dell’anima, un viaggio attraverso una notte buia e conturbante che porta a scorgere con il primo rasserenante raggio, una nuova alba”.

La musica di Ola Gjeilo (Norvegia, 1978) -miscelando sapientemente le peculiarità del mondo classico, jazz ed anche della musica – da cinema riesce a coinvolgere e ad avvolgere lo spettatore toccandone il profondo dell’anima senza mai cadere nel superficiale o approssimativo. Le sonorità, i paesaggi sonori che percorreremo hanno un crescendo continuo di emozioni, l’uso della chitarra in “The lake isle” sconfina i limiti visivi e ci conduce in una situazione di grande calma e respiro interiore. Ben diverso è il viaggio che si affronta con “Dark night of the soul” e “Luminous night of the soul”, due composizioni pensate in continuità che traggono ispirazione da una poesia di San Giovanni della Croce, un prete spagnolo del XVI secolo, riformatore e mistico e dalle parole di un poeta contemporaneo, Charles Anthony Silvestri. L’apertura frenetica, asimmetrica e molto ritmica ben ricrea quella sensazione di disagio che può portare la notte, dove la musica, nella fase iniziale, è ferma, quasi statica, per poi cedere gradualmente alla grazia dell’oscurità, dolce nascondiglio dei propri pensieri. Sentimenti di quiete e pace sono splendidamente rappresentati, fino a rendere estremamente luminosa la notte che da una meditazione iniziale del violoncello solista si trasforma in una “guida… più amabile dell’aurora”.

Curiosità. “Dreamweaver” è un’opera basata sul poema medievale norvegese Dreaumkvedet, una ballata epica che ha molto in comune con la Commedia dantesca. Il protagonista si addormenta nella Vigilia di Natale e sogna per quattordici giorni. Quando si sveglia corre in chiesa per raccontare il sogno di un viaggio nell’aldilà tanto terrificante e coraggioso ma allo stesso tempo meraviglioso e redentore.

martedì 18 Dicembre 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 3:32)

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