«In merito all’udienza preliminare del processo per l’incidente sulla linea ferroviaria Andria-Corato del 2016, va precisato innanzitutto che il Mit non ha competenza né sull’infrastruttura né sul servizio, dato che il concedente è la Regione Puglia. L’Avvocatura dello Stato distrettuale di Bari, d’altronde, ha svolto in modo corretto le proprie funzioni indipendentemente dall’indirizzo politico».
È quanto afferma il Ministero dei trasporti, il Mit, in una nota.
«Peraltro, una volta eventualmente esclusa la responsabilità civile, il Ministero potrà valutare di schierarsi ancora più concretamente al fianco delle vittime, costituendosi parte civile in sede dibattimentale, allo scopo di favorire un pieno accertamento dei tragici fatti di due anni fa.
Inoltre, il dicastero sta vagliando se vi siano i presupposti per intervenire sulla concessione ed è in contatto costante con l’associazione Astip e con la sua coraggiosa presidenza. Chiediamo infine alla Regione Puglia di verificare attentamente il livello degli investimenti effettuati per migliorare il servizio di trasporto su ferro e renderlo finalmente all’altezza dei migliori standard del Paese» chiude la nota.
«Sono trascorsi 27 mesi e rimango sempre più dell’idea che si debbano fare più fatti e meno parole. Ringrazio il Dicastero e attendo sviluppi immediati sulla questione concessione a Ferrotramviaria Spa» commenta Daniela Castellano, presidente dell’associazione delle famiglie delle vittime.
Non si puo' che essere d'accordo con le parole di Anna Castellano. Siamo al teatro dell'assurdo dove il Ministero invece di sollecitare la conclusione dei lavori e la ripresa dei collegamenti per Bari, pensa ad inserirsi in un processo. Siamo stufi e ne abbiam piene ………. di assordanti silenzi( istituzioni local)i o di inutili bla bla bla ( governo centrale). Vogliamo fatti, vogliamo ritornare a viaggiare da paese civile , non vogliamo rasentare la crisi isterica ogni volta che mettiamo piede sul treno. Dateci una data certa.
Aggiungend, i lavori di inizio del raddoppio Corato-Ruvo iniziarono verso la fine del 2013.Allora viaggiavo quotidianamente per raggiungere ilPoliclinico,dove lavoravo. I treni correvano lungo il binario parallelemente allo sbancato ed ai lavori in corso.E non c'erano ritardi. Oggi fine 2018 non sappiamo cosa manca sulla tratta,fatto sta che i treni non viaggiano,siamo a 5 anni dall' inizio dei lavori ed abbiamo realizzato 1 km ad anno.( certo e' che stiamo freschi ad essere competitivi se vogliamo continuare a stare nel mercato)
Cosa impedisce ad un treno navetta Corato o Ruvo -Barletta, un treno unico che va avanti ed indietro, da solo, che non si puo' scontrare con nessuno e cosi' ci togliamo di mezzo i bus, che costano, che inquinano, che aumentano il traffico pesante sulle strade?
Ancora una domanda.
Si sente spesso dire …ma la burocrazia. Personalmente penso che la burocrazia non esiste, esiste solo la volonta' di fare una cosa perche' la burocrazia ha un nome e cognome, di chi dirige l' ufficio, la ripartizione, il settore e cosi' via. C'e'sempre un nome e cognome, un responsabile. Di sicuro c' e' che vi e' reticenza a firmare perche' la giungla legislativa e via via altre scuse
Ma io chiedo:se uno non se la sente di firmare e quindi di assumersi le responsabilita' dell' ufficio perche' e' andato ad occupare quel posto?
L' ovvietà della proposta di Filippo la fa apparire quasi surrealistica: è talmente logica ed intelligente l'idea del treno navetta, che nessun addetto alle decisioni importanti potrebbe mai elaborarla. Comunque, la benedetta burocrazia italiana è causata dalla paura: quella di decidere, di esporsi, di prendersi una responsabilità. Sembra che tra i requisiti richiesti per l'assunzione dei dirigenti della P.A., sia indice di assoluta priorità nella scelta proprio questo: l' aver timore nel prendere, e la coscienza nel non saper prendere decisioni rapide e razionali.