Cronaca

​Scontro treni, diatriba in aula sulle costituzioni di parte civile

La Redazione
Disastro ferroviario
Sollevate numerose eccezioni dagli avvocati degli imputati. Si torna in aula il giorno 11
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Riprenderà l’11 settembre l’udienza preliminare, in corso a Trani, perndecidere se processare 18 persone e una società per il disastro ferroviario deln12 luglio 2016, avvenuto lungo la tratta Andria-Corato di Ferrotramviaria.

Lonha stabilito il Gup Angela Schiralli, che ha dato appuntamento alle partinnell’aula di Corte d’Assise del Palazzo di giustizia di Trani, in attesa di saperendall’amministrazione carceraria se sia possibile utilizzare l’aula bunker dinTrani per tenere l’udienza. Richiesta in tal senso è arrivata questa mattina danuno dei legali di Ferrotramviaria, Tullio Bertolino, che ha lamentato lanmancanza di posti a sedere per tutti gli avvocati e le parti interessate alnprocesso. A questa richiesta si sono associati praticamente tutti i legalinpresenti in aula.

Oggi la parola è passata ai difensori degli imputati, che hanno sollevatondiverse eccezioni sulle richieste di costituzione di parte civile avanzate iln16 luglio.

L’avvocato Michele Laforgia, che con Bertolino difendenFerrotramviaria, ha confutato invece le 50 costituzioni di parte civile neinconfronti dell’ente imputato per la responsabilità civile nei reati contestati,nritenendole inammissibili. La responsabilità amministrativa da reato – comenspiegato dal legale – non consente l’esercizio dell’azione civile in sedenpenale, perché non contemplata dal decreto 231/2001. Così che «la presuntanresponsabilità della società – ha precisato Laforgia – è una responsabilità danreato, ma non è un reato. Secondo la giurisprudenza, infatti, costituiscenuna fattispecie autonoma e complessa e non produce alcun danno nei confrontindei terzi». L’avvocato ha ricordato che la giurisprudenza su questo ènunanime con pronunce della Cassazione, della Corte costituzionale e della Cortendi giustizia europea, con pochissime eccezioni tra cui quella relativa alnprocesso Ilva, nell’ambito del quale c’è stata l’ammissione dellencostituzioni delle parti civili nei confronti della società.

La Regione invece – secondo quanto sostenuto ancora in aula dall’avvocatonLaforgia – non ha conferito procura speciale per costituirsi nei confrontindell’ente Ferrotramviaria. Quindi la dichiarazione di costituzione dinparte civile sarebbe stata esercitata senza il potere conferito alnprocuratore. Si sono dichiarati in disaccordo, tra gli altri, i colleghinGiuseppe Losapio (difensore di un’associazione dei consumatori) e Renato Buccin(in rappresentanza di alcuni parenti delle vittime e di un ferito). MentrenLaura Di Pilato (in rappresentanza dei parenti di altre vittime) ha confutatonla costituzione della Regione, in quanto – a suo avviso – dovrebbe essere partenimputata nel procedimento per “culpa in vigilando” per aver affidatonla concessione a Ferrotramviaria.

Da più parti è stata chiesta, inoltre, l’esclusione delle associazioninanimaliste e di alcune associazioni dei consumatori come parti civili, innquanto carenti di interesse legittimo. Alla richiesta si è associata anche lanProcura, rappresentata dal pm Marcello Catalano, che invece si rimette allandecisione del Gup per le altre richieste di costituzione. Il Gup si è riservato la decisione sulle eccezioni sollevate e sulle richiestendi citazione dei responsabili civili, aggiornando l’udienza all’11nsettembre.

Le accuse e gli imputati
Le accuse mosse dalla Procura di Trani neinconfronti dei 18 imputati riguardano i reati – contestati a vario titolo – dindisastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissionendolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.nSono imputati dipendenti, dirigenti e vertici della Ferrotramviaria, ma anchendirigenti del Ministero dei Trasporti e dell’Ustif (organi periferici delnMinistero che si occupano delle ferrovie in concessione) di Puglia, Calabria enBasilicata.

Si tratta dei due capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarretane Alessio Porcelli, in servizio la mattina dello schianto; del capotrenonsopravvissuto Nicola Lorizzo (era sull’ET1021); del dirigente coordinatorencentrale (Dcc), Francesco Pistolato; dei vertici (all’epoca dei fatti) dinFerrotramviaria, il conte Enrico Maria Pasquini e la sorella Gloria Pasquini;ndel direttore generale, Massimo Nitti, e il direttore di esercizio, MichelenRonchi; e ancora Giulio Roselli, dirigente divisione infrastruttura dinFerrotramviaria; Vito Mastrodonato, dirigente responsabile della divisionenpasseggeri di Ferrotramviaria; Francesco Giuseppe Michele Schiraldi, capo unitànorganizzativa tecnica responsabile del coordinamento delle attività delle unitàntecniche di divisione e del supporto infrastruttura; Tommaso Zonno,ncoordinatore responsabile dell’unità tecnica trazione e scorta ferroviaria;nGiandonato Cassano, coordinatore di ufficio responsabile dell’unità tecnicanformazione e regolamenti unità sociale; Antonio Galesi, capo unità tecnica enresponsabile unità tecnica movimento stazioni.

Il processo, ancora, è statonchiesto per Virginio Di Giambattista, direttore generale della direzionengenerale per i sistemi di trasporto e impianti fissi e il trasporto pubbliconlocale, ed Elena Molinaro, direttore della divisione 5 della direzionengenerale-Tpl; Alessandro De Paola e Pietro Marturano, in qualità di direttorindell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (il primo dal gennaio al giugnon2011 e dal giugno 2013 al dicembre 2014, il secondo dal 19 febbraio 2015). Ilngiudizio, infine, è stato chiesto anche per la società Ferrotramviaria pernl’illecito amministrativo dipendente dai reati commessi da vertici e dirigenti.

venerdì 7 Settembre 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 9:06)

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