Per ora c’è solo una certezza: inmedici dell’ospedale “Bonomo” di Andria non ebbero alcuna responsabilitànnella morte di Concetta Abbate, la donna coratina di 48 anni deceduta il 28nsettembre 2016 per le possibili conseguenze di un intervento chirurgico per dimagrire.
La morte avvenne appunto nelnreparto di Rianimazione di Andria, dove però la donna era arrivata in preda anforti dolori, successivi all’intervento subìto in una clinica privata di Bari.nAlmeno questo è quanto concluso dalla Procura di Trani, dopo gli esitindell’autopsia sulla 48enne, piuttosto nota a Corato perché a capo del comitatondi difesa cittadino contro i tagli all’ospedale “Umberto I”.
Il pm Donato Alessandro Pesce ha, perciò, chiesto l’archiviazionenper due dei quattro medici iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo, ovvero quelli in servizio ad Andria; mentre per quelli della clinicanbarese ha inviato gli atti, per competenza, alla Procura di Bari.
Saranno quindi i pm di via Nazariantz adnaccertare le eventuali responsabilità dei due professionisti dalla clinicanbarese, nella quale Concetta Abbate – presidente del comitato cittadino “Pro salute” – aveva subito alcuni interventi tra cui unonper dimagrire. Ma, dopo essere tornata a casa a Corato, aveva cominciato adnavvertire forti dolori. Per questo era stata trasportata prima all’ospedale dinCorato e poi al “Bonomo” di Andria. Qui è deceduta. La famiglia aveva chiestonalla polizia di Andria e magistratura di Trani di accertare che cosa fossenaccaduto.