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La “Cesare Battisti” è la scuola senza zaino: «Nessuno resta indietro»

La Redazione
Al Battisti si va ​“a scuola senza zaino”
Il pesante zaino sovraccarico di libri è simbolicamente sostituito da cartelle o sacche più leggere e maneggevoli perché tutto il necessario per le attività scolastiche si trova già in classe
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La scuola elementare Cesare Battisti è un’eccellenza coratina per l’innovativo metodo di insegnamento chiamato “Scuola senza zaino”. Con questa nuova modalità «i ragazzi imparano a lavorare da soli a fare i compiti a organizzarsi insieme. Quando iniziano le medie si distinguono per queste capacità e amano molto di più la scuola, un dato non trascurabile» afferma Maria Paola Pietropaolo, responsabile di Scuola senza zaino per il Sud Italia.

Responsabilità ospitalità e comunità sono i principi cardine su cui si fonda la scuola senza zaino. Di ispirazione montessoriana, questo metodo innovativo, apparso per la prima volta in Italia nel 2000, è oggi una realtà presente in più di cinquecento istituti scolastici del territorio nazionale in seno al processo di rinnovamento metodologico da tempo atteso nella scuola italiana.

L’istituto comprensivo Battisti-Giovanni XXIII ha accolto già da tre anni la proposta di una scuola nuova, diversa, ospitale in cui gli spazi sono organizzati a misura di bambino. I vecchi banchi sono sostituiti con dei tavoli più grandi che fungono da isole di lavoro in cui, a gruppi, i ragazzi imparano tutte le materie, aiutandosi a vicenda. Ci sono poi spazi, come l’agorà, destinati al dialogo di gruppo e alla discussione delle idee. Il pesante zaino sovraccarico di libri è simbolicamente sostituito da cartelle o sacche più leggere e maneggevoli perché tutto il necessario per le attività scolastiche si trova già in classe e sono pochi gli oggetti che i bambini riportano a casa dopo la scuola. Nel pomeriggio ognuno sa autogestirsi, organizzando meglio lo studio e affrontando più facilmente i compiti assegnati per casa perché in classe si impara a essere autonomi.

Nella scuola senza zaino l’esperienza di apprendimento collaborativo sostituisce il tradizionale metodo nozionistico: gli alunni studiano in un ambiente più accogliente, che rinuncia all’antico modello individualista e gerarchico di apprendimento, promuovendo la cura responsabile degli spazi e dei materiali comuni e l’indipendenza dei ragazzi entro i limiti delle regole stabilite dalla classe. Come precisa la preside del “Battisti-Giovanni XXIII” Maria Giuseppa Modeo: «la nostra didattica promuove soprattutto il senso di responsabilità ospitalità e comunità per i bambini, anticipando tappe di sviluppo e di collaborazione che normalmente si raggiungono molto più tardi con l’età». Nella lettera leggibile cliccando qui,la dirigente ha spiegato il progetto alle famiglie.

Nella collaborazione reciproca si abbattono le competizioni, i bambini sono impegnati ma anche sereni nel corso della giornata. La relazione empatica tra loro è la chiave per costruire una comunità che impara, camminando insieme. Maria Paola Pietropaolo conferma: «il valore aggiunto sta nel fatto che i ragazzi apprendono lavorando in maniera diversa intorno a un tavolo oppure da soli o in coppia e questo li porta ad essere collaborativi, ad aiutarsi. Nessuno resta indietro. I più competenti aiutano magari chi ha qualche piccola difficoltà e si procede insieme».

Nella scuola senza zaino l’insegnante è il “regista” della classe, non siede in cattedra ma segue gli alunni, passando per le varie aree di lavoro: smette di essere il centro dell’attenzione perché al centro ci sono i bambini più che l’istituzione, secondo la visione pedagogica di Freinet dell’aula “non come uditorio ma come laboratorio”. Marco Orsi – ideatore di Scuola senza zaino – dimostra, attraverso una ricerca dell’Università degli Studi di Firenze del 2009 su un campione significativo di alunni, che sviluppare la competenza sociale aiuta nel successo scolastico.

La validità di questo nuovo metodo didattico è confermata oltre che dall’autorevole letteratura pedagogica a cui si ispira (Montessori, Freinet, Steiner, Dewey) anche da un’esperienza che negli ultimi vent’anni ha visto un costante proliferare degli istituti italiani che si sono aperti a questa metodologia: «Scuola senza zaino è una svolta nel processo di innovazione delle nostre scuole, il più grande movimento di innovazione metodologica in Italia che nasce dall’impegno dei docenti e dirigenti e con la grande collaborazione dei genitori».

mercoledì 18 Dicembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 9:25)

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