La gestione dei rifiuti prodotti dalle famiglie e dalle industrie evolve verso forme più puntuali di controllo e verifica delle effettive caratteristiche di pericolosità. Rientra in questo generale processo di attenzione a tutela della salute e dell’ambiente la sorveglianza radiometrica, ovvero la verifica della presenza all’interno dei rifiuti di oggetti contaminati o sorgenti radioattive.
Negli ultimi anni infatti si sono verificate in Italia e in tutta Europa emergenze connesse al rinvenimento o alla fusione di rottami metallici o altri rifiuti contaminati o in cui erano presenti sorgenti radioattive (parafulmini, quadri strumentazione, sorgenti orfane…), inducendo una attenzione del legislatore sia a livello comunitario che a livello nazionale (Dlgs. 100 del 1 giugno 2011 – Sorveglianza radiometrica su prodotti e semilavorati metallici).
Allo stato attuale, sulla base della legislazione vigente sono soggetti a sorveglianza radiometrica gli impianti che trattano rifiuti urbani e quelli che trattano rifiuti speciali, tra questi in ultimi in particolare sono da annoverare gli impianti di recupero di: rottami metallici ferrosi, includendo anche i rifiuti elettrici ed elettronici; rottami metallici non ferrosi (ad es. rame); vetro; rifiuti ceramici ed inerti da demolizione.
In questi impianti i carichi in ingresso ed in uscita devono essere sottoposti a sorveglianza utilizzando attrezzatura specifica e sulla base di un protocollo che deve essere validato da un esperto qualificato in radioprotezione (almeno II grado).
La figura dell’esperto qualificato in radioprotezione – cui competono la sorveglianza dell’intero processo e la formazione del personale dell’Azienda cliente – è la chiave di volta del sistema: l’esperto qualificato infatti stabilisce le procedure di controllo e di emergenza che l’Azienda deve seguire e, in caso di rinvenimento di oggetti radioattivi, interviene per definire con le Autorità competenti le procedure per l’allontanamento e lo smaltimento.
L’assenza di un sistema di sorveglianza radiometrica è chiaramente sanzionata e può portare a conseguenze penali particolarmente gravi in caso di rinvenimento – a valle dell’impianto di trattamento rifiuti – di oggetti contaminati o sorgenti radioattive.
Ing. Alfonso Piccarreta
Servizio di sorveglianza radiometrica
Corato /mob. 3467232587 alfonso.piccarreta@gmail.com
www.alfonsopiccarreta.it